Ecco “Uomo Stile”, il terzo ed ultimo lavoro dei Kokadame
Il racconto attraverso le parole di Amerigo Idra
UN CUORE CHE BRUCIA È LA RIVOLUZIONE
“L’ultima impresa dei KOKADAME”
Quando le stelle esplodono io le custodisco.
Quando le stelle esplodono io le nascondo.
Quando le stelle esplodono -KOKADAME
È successo ancora!
Ho ascoltato “Uomo Stile”, il nuovo disco dei KOKADAME e il mio cuore è stato fatto a brandelli.
Mi è stato mandato in anteprima da Fabio “Il Vichingo”, il batterista, ma ho aspettato ad ascoltarlo perchè io lo volevo sentire live e ho fatto bene.
Un venerdì sera, sono andato alle loro prove e come la prima volta la mia anima ha preso fuoco e si è persa dentro la loro musica.
“Uomo Stile” è un disco che non chiede scusa, lo Zingaro con i suoi testi e la sua voce, ti mette il fucile in bocca e ti obbliga a fare i conti con la verità. Una verità che tutti conosciamo ma che forse non vogliamo vedere; forse perchè abbiamo paura di essere vittime di un giudizio, che ci farebbe crollare agli occhi della società o forse perchè farebbe troppo male.
Lui, non ha paura e guardandoti negli occhi ti urla in faccia tutto lo schifo che l’essere umano è disposto a fare pur di guadagnarsi un posto in paradiso e quando sei caduto con le lacrime secche ai margini degli occhi non ti lascia solo, ti prende per un braccio per aiutarti a rialzarti, cantandoti quella poca bellezza che è rimasta nel mondo…
Canta di Amore e di un grande senso d’appartenenza a qualcosa di più grande.
Ti fa sentire meno solo.
La batteria del Vichingo e il basso del Capo pompano sangue, come un cuore che non ha intenzione di fermarsi, alle chitarre di Suor Fulgenzia e J.J. Fortunella; insieme il quintetto crea un muro di suono che ti buca letteralmente lo stomaco.
Non voglio dire troppo e quindi vi dico solo che i KOKADAME sono un’ondata di fuoco in un mondo di cartapesta.
Vanno ascoltati e lo dovete fare subito.
ANATOMIA DEL RIVOLUZIONARIO
“Condivisione di intenti tra me e chi è in prima linea”
La paura la tengo per le cose vere e se ci saranno delle conseguenze dovute alle mie parole sarò pronto ad assumermi le mie responsabilità.
Lo Zingaro.
Vichingo, sta per uscire l’ultimo disco dei KOKADAME ed io ti chiedo come va…
Nel senso, cosa è cambiato dalla prima pubblicazione a quest’ultima?
Il Vichingo: Va a gonfie vele!
Abbiamo iniziato a suonare per distrarci durante il periodo di lockdown e coprifuoco ad inizio 2021 e dopo poco più di due anni abbiamo all’attivo tre album, due videoclip e decine di date.
Ma fin qui nulla che non si possa fare con solo un po’ di costanza ed impegno.
La cosa davvero favolosa per me è la risposta delle persone che ci vengono a sentire ai concerti, dalla prima data a giugno 2021 alla Baracca di Nibbiano, ci siamo sempre trovati davanti persone che cantano le nostre canzoni e saltano di qua e di là.
Prima erano gli amici, poi il cerchio si è allargato ed ora possiamo dire di aver creato una vera e propria fan base.
E sai cosa mi soddisfa ancora di più? Aver fatto tutto ciò senza l’aiuto dei social network, in un’era in cui sembra non se ne possa fare a meno!
A parlare siamo noi KOKADAME, come teste pensanti e sociali, e le nostre canzoni.
Da vostro seguace posso confermare tutto, ho vissuto i vostri live e ho condiviso con chi era sotto al palco le emozioni che scatenate nelle persone…
Dimmi qualcosa su “UOMO STILE”, a ruota libera, dimmi tutto quello che vuoi…
Il Vichingo: Sarà fatto Amerigo! Allora, “Uomo Stile” è stato prodotto completamente dai KOKADAME, così come i nostri primi due album.
L’abbiamo registrato tra dicembre 2022 e febbraio 2023, nella sala prove della nostra etichetta Bastione Records e nel giro di sei/sette giornate l’abbiamo chiuso.
Le voci, i cori e la chitarra di J.J. Fortunella (così come la parti del Fattore Rurale), le abbiamo registrate nella nuova casa del sottoscritto, ancora da sistemare e senza riscaldamento, da qui il nome Toxicold studio, sembrava di avere addosso il freddo del tossico!
Non ci siamo persi troppo via a curare i minimi dettagli, se lo strumento o la voce suonava bene nell’insieme della canzone, con le sue sbavature ed imperfezioni, l’abbiamo tenuto.
“Uomo stile” è DIY dall’inizio alla fine, il progetto grafico è dell’amico Ermans Carelli che si è proposto di gestire questo aspetto, i cd e le custodie le abbiamo prese su internet e masterizzeremo ed impacchetteremo le 100 copie a mano una ad una, Bastione Records si occuperà della promozione e vissero tutti felici e contenti.
Mi piacciono questi ritorni alle origini… Ad oggi chi fa musica e chi parla di musica è volto a curare più la forma che la sostanza, perdendo così il vero valore di essa.
Io ho ascoltato il vostro album e c’é una canzone in particolare che mi ha toccato più di altre…
Tu hai una canzone alla quale sei più affezionato?
Il Vichingo: Sono molto affezionato a Preghiera Valtidonese e non l’avrei mai detto quando la stavamo provando per sistemarla.
Perchè non lo avresti mai detto Vichingo?
Il Vichingo: Al di là del fatto che il Fattore Rurale da un valore aggiunto incredibile, respiro nella canzone l’animo dei KOKADAME, nonostante la canzone stia da tutt’altra parte musicalmente rispetto ai nostri standard.
Soprattutto nella parte finale, in quei cori urlati e sentiti, rivedo noi seduti al tavolo a registrarli.
Nell’assolo del Trivella rivedo noi a registrarlo mentre si giocava a biliardo, con il camino acceso e con i bicchieri pieni di vino.
E’ un inno all’amicizia, per me, e sarà fortunato chi la sentirà dal vivo, perchè non la suoneremo praticamente mai!
Ascoltandola io sento quello che hai descritto…
Zingaro, e te invece cosa mi dici?
Lo Zingaro: Io ti dico “Inquieto ed irrequieto”, perché è là mia biografia, perché c’è dentro lo zingaro…
C’è il malessere e nel ritornello c’è tutta la tenerezza del bimbo sperduto che chiede aiuto a Giorgio Pronti.
Davvero? E’ anche la mia e se posso… Credo che in questa canzone ci sia tanta verità. Zingaro, il modo in cui la canti è Libero dalle catene con cui la società prova ad imprigionarci, ed è questo che mi emoziona dei KOKADAME, l’assoluta mancanza di paura nell’essere se stessi, nel bene e nel male…
Lo Zingaro: Che sia un testo ironico o impegnato per me è fondamentale che sia vero.
Ogni mio testo parla di fatti realmente accaduti a me o nella mia realtà di provincia… Ti faccio il discorso che vale anche per lo strumentale, se devo sputare sangue a livello di impegno (intendo ore dedicate alla musica) lo faccio per suonare e cantare le mie emozioni…piaccia o no.
Nei testi dei Kokadame uso spesso riferimenti ad altre canzoni o a frasi fatte perchè è voluto e perchè fanno parte del mio vissuto .
Nell’ultimo album andiamo a toccare tasti dolenti, per gli altri, perché qualcuno lo deve dire o almeno provarci e davvero non abbiamo paura di mostrarci per quello che veramente siamo.
La vita è una.
Quindi cosa sono i KOKADAME?
Lo Zingaro: I KOKADAME sono la canzone spiritosa e l’accusa, sono la canzone d’amore e i ricordi che fanno male…
Sono tutto quello che l’ascoltatore ci sente… Sono tutto e sono niente…
L’accusa… Io personalmente apprezzo il vostro modo di denunciare le ingiustizie, ma tu Zingaro non ha i paura di avere ripercussioni?
Lo Zingaro: Guarda Amerigo, ti rispondo come ho risposto agli amici di Radio Melody quando mi hanno chiesto se avevo paura delle conseguenze che alcuni testi avrebbero potuto portare.
Io ho paura di non essere un buon padre per mio figlio, ho paura di deludere le persone che amo e che mi amano, ho sicuramente paura di morire e chi dice di non averne sta mentendo…
Ma non ho assolutamente paura di avere ripercussioni sociali dovute al fatto di raccontare fatti che sono realmente accaduti e che forse nessuno dice o forse le hanno dette ma non le hanno volute sentire o non sono state capite.
La paura la tengo per le cose vere e se ci saranno delle conseguenze dovute alle mie parole sarò pronto ad assumermi le mie responsabilità.
Al Pacino in “Ogni maledetta Domenica” tremerebbe davanti a queste parole. Sono parole sante, su cui tutti dovrebbero riflettere.
Adesso facciamo un esperimento, faccio la stessa domanda a tutti e in separata sede, voglio vedere se date tutti la stessa risposta!
Dove vogliono arrivare i KOKADAME?
Il Vichingo: Non si pone degli obbiettivi, vive giorno per giorno, prova dopo prova, concerto dopo concerto, album dopo album, fan dopo fan.
Come ti dicevo prima, già aver creato una fan base così forte che ci segue ad ogni live, senza “tenerla sul pezzo” con le foto su instagram o i post su fb, è un successo, secondo me, importante.
I nostri concerti sono alla “come era una volta”, con il passaparola telefonico o fisico.
A me basta non regredire, e fare sempre un passo avanti rispetto all’album o al concerto precedente.
Se ad ogni nuovo concerto vedo anche solo una faccia nuova che canta le nostre canzoni, allora, per quel giorno, i KOKADAME sono arrivati. Pronti ad andare avanti la volta dopo.
C’è tanta voglia di socialità in giro e di respirare verità, senza fronzoli o veli a nascondere quello che non si è: i KOKADAME stanno dove stanno per togliere questi veli, e mostrare alle persone quello che sono, sopra e sotto al palco, senza pose, compromessi e senza voler piacere ad ogni costo.
Comunque filosofeggiando di meno, abbiamo in testa già il quarto disco (e non è ancora uscito il terzo!) e stiamo lavorando al terzo videoclip.
Lo Zingaro: Più che dove vogliono andare è cosa vogliono dire… Magari non andremo da nessuna parte, ma mi basta sentire le persone che cantano le nostre canzoni ai concerti ed io sto bene, perché quello che abbiamo detto è stato capito.
Suor Fulgenzia: Per me i KOKADAME vogliono solo esprimere quello che pensano attraverso la musica, attraverso il viversi l’uno con l’altro e far divertire le persone ai loro concerti, sfogandosi con esse. Per me è questo.
Non c’è soddisfazione più grande di vedere la gente ballare e cantare le nostre canzoni perchè ti ripaga dalle giornate di merda al lavoro, ti ripaga di tutto. E sapere che è un qualcosa che facciamo uscire noi è bellissimo.
Il Capo: Realisticamente quello che abbiamo mi soddisfa già in pieno e ne sono più che contento; però nel cuore di rockettaro, nel cuore di bambino i sogno ancora gli stadi, centinaia di cazzo di migliaia di persone che cantano le nostre canzoni e una valanga di soldi.
J.J. Fortunella: Dove vogliono arrivare i KOKADAME… Per me non è tanto un esigenza comunicativa a livello di messaggio, ma è più una contingenza di evasione dalla vita quotidiana e dai problemi, per me i KOKADAME sono uno sfogo ed io ne ho bisogno.
Quindi uno stile di vita, ecco… Quello che voglio comunicare è uno stile di vita, un modo di affrontare i problemi, che poi per primo io non riesco a farlo, quindi i KOKADAME per me sono quello che vorrei che fossero per tutta la gente che va a loro concerti.
Vorrei che fossero uno spazio e un tempo dentro il quale le persone possono gettare la maschera, vomitarci sopra tutte le loro difficoltà, i loro segreti più reconditi che non confesserebbero mai a nessuno perchè si vergognano e urlare con noi; quando vedo le persone farlo ho questa sensazione di catarsi, come una farfalla che esce dal bozzolo.
Dove vogliamo arrivare?
Per me devono arrivare ovunque ci siano persone che hanno bisogno di liberarsi di tutti i costrutti sociali, di sfogarsi e di vivere con verità; che non è vivere veramente, ma accettare la crudezza della vita, ballarci sopra, urlare e con forza la nostra musica!