Periodo di uscite discografiche a Piacenza, fra queste oggi parliamo del primo prodotto completo di Antonio Ferrari dal titolo “Quel che di fragile c’è”. Il disco, prodotto da Giancarlo Boselli, è già presente su tutti gli store musicali on-line e avrà la sua prima uscita pubblica ufficiale domani sera al President. Abbiamo parlato con Antonio per conoscere meglio lui e la sua musica.
Per chi non ti conosce, una breve presentazione…
Sono nato a Milano ma sono cresciuto a Piacenza e ho 24 anni. Musicalmente non nasco come cantautore, ma come chitarrista. Poi con la band con cui facevo un tributo ai Negramaro, ho cominciato a cantare e nel frattempo a scrivere testi. Durante quel periodo sono nati i miei primi due pezzi, “Musica” e “Per te”, poi, nell’ultimo anno ho lavorato esclusivamente all’album.
Passando a quest’ultimo: dove e quando è nato?
E’ un po’ difficile dire esattamente in quanto tempo si è formato però, in pratica, la prima canzone l’ho scritta nel 2012 e l’ultima a giugno scorso. Perciò più o meno 3 anni. Tecnicamente è stato registrato fra Milano, per la parte strumentale, e Piacenza, per le voci, nello studio di Giancarlo Boselli.
Con lui la collaborazione come è nata?
Dai miei primi due singoli. Ero in sala di registrazione con la mia band e c’era anche Simone Fornasari, dato che lo conoscevo e aveva già collaborato con Boselli, gli ho chiesto di farmi da tramite. Ci siamo incontrati, ha deciso di produrre un mio brano aiutandomi anche nell’arrangiamento, e poi ha deciso di investire sull’album. Nel tempo è diventato un punto di riferimento. Molto importante è stato anche l’incontro con Achille Crosignani per quanto riguarda il lato “video” dei miei lavori. Sia tecnicamente, perché è capace con programmi open source di avere risultati di altissimo livello, sia come idee e stimoli.
Il singolo estratto è “Un po’ di zucchero” (ecco il link http://bit.ly/1YWHdmA), quello con cui Mary Poppins buttava giù la pillola. Per te, a cosa serve quel poco di zucchero?
In generale è il dover accettare tutte quelle situazioni che avremmo voluto che andassero in un altro modo. Poi io l’ho scritto in un momento particolare su una mia esperienza personale ed ha un significato ben preciso, però non la voglio rendere pubblica perché voglio lasciare agli altri la libera interpretazione del pezzo. Sicuramente è una canzone che spazia dalla rassegnazione all’ironia.
E’ la musica la soluzione per digerire tutto?
In pratica si, lo zucchero è visto come la musica. Anche nel video ad un certo punto siamo vestiti da cuochi e “cuciniamo musica”. E’ una di quelle cose, forse la più importante, che ci riescono a distanziare dalle crude verità di tutti i giorni.
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Giovane, con una bella voce e pezzi inediti: nessuna esperienza “talent”?
Un approccio in effetti l’ho avuto. Sia con X-Factor che con Amici, però è un rapporto particolare con questi programmi. Ho provato per sfizio personale per vedere un po’ com’era e anche un po’ perché al giorno d’oggi si è un po’ spinti verso certe esperienze. Non ho avuto un’impressione completamente negativa però, ma non perché non sono riuscito ad arrivare avanti nella competizione, io non mi ritengo adatto e soprattutto a mio agio ad un certo tipo di musica così “televisiva”.
Tornando all’album, sono 9 pezzi che tirano fuori i difetti di ognuno, però tutto sommato, quasi sempre in chiave positiva…
Questo è stato il filo conduttore che ha unito tutti i pezzi che sono nati nel corso del tempo. Ci tengo molto a sottolineare come, ai miei occhi, le cose più fragili sono alla fine tutte cose positive o che almeno così vanno interpretate. Anche musicalmente è un disco “positivo”, basta sentire il sound che esce nella sua interezza.
Un album con sonorità diverse da canzone a canzone, dal pop, al rock, fino al “lentone” pianoforte e voce. Qual è la versione che ti rispecchia di più?
Sicuramente credo che facendo un quadro della mia personalità, mi rivedo di più in una chiave musicale maggiormente introversa e sentimentalona. E mi sembra che sia quella che alla gente piaccia di più. Però ho cercato di far uscire anche le parti più leggere della mia personalità, creando più soluzioni che mi rispecchiassero al 100%. Penso che questo faccia in modo tutti possano trovarci almeno una cosa che gli possa piacere.
Senza scoprire niente a chi andrà ad ascoltare il disco, qual è la canzone a cui sei più legato?
Quella che in tutti gli aspetti la considero la più “forte”, soprattutto per l’originalità del testo, è “Per sentito dire”. Anche se a detta di molti, “Carmelina” è quella che sembra sia arrivata di più alla gente. Forse perché sono poco aggressive, esce molto il lato intimo ed è quello che arriva di più.
Perciò, oltre al prossimo appuntamento mercoledì sera al President, quali sono i prossimi passi in programma?
Per un cantautore emergente il futuro crea molta ansia! perciò meglio pensare giorno dopo giorno. Fondamentalmente l’obiettivo è suonare il più possibile ma soprattutto di mettere in mostra il mio modo di esprimermi, e cercare di dare luce al mio progetto, magari, chissà, nella speranza che qualcuno mi voglia supportare per qualcosa di più grande.