Tutto bene Grazie: Simone Fornasari scopre le carte

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Tre anni! Tre anni sono stati il tempo che Simone Fornasari si è preso non solo per scrivere, ma per ri-scrivere e ancora ri-scrivere i contenuti del suo nuovo disco “Tutto bene grazie” che uscirà venerdì 13 marzo.

Nove tracce non solo di musica, ma nove tracce di vera vita vissuta che piedi, testa, cuore e anima di Simone, hanno impresso sul terreno in questi tre lunghi anni.

Simone, ci pare di capire che “Tutto bene grazie” è stato un parto davvero impegnativo!

Lo confermo, questo disco è stata la cosa più impegnativa che abbia mai affrontato.  In  Tutto bene grazie sono stati registrati gli stati d’animo di un periodo veramente buio e complicato della mia vita. E’ per questo che la preparazione del disco è stata lunga: le emozioni e i sentimenti mutevoli mi hanno costretto a scrivere e riscrivere più volte i pezzi, ogni volta in maniera diversa a seconda del mio sentire.

Ci puoi dare una tua descrizione personale del disco?

E’ un vero “concept album”  che posso definire cinico e vero. L’anima cinica la si può intuire direttamente dal titolo, “tutto bene grazie” che è anche la risposta tipica per porre un paravento, una difesa, tra te e chi ti domanda “come stai?”.  Ma al tempo stesso è anche una dichiarazione esplicita di cambiamento perché posso dire finalmente a me stesso “ Tutto bene, grazie!”. Il disco è vero perché, come accennavo prima, ho descritto i sentimenti e gli stati d’animo di questi anni faticosi, ma solo dopo averli metabolizzati e sforzandomi di tradurli nel modo più propositivo possibile. Ho usato l’arma dell’ironia perché il tutto fosse reso con leggerezza, e della curiosità per scoprire e indagare le emozioni e le situazioni che vengono vissute.

Un vero viaggio verso una destinazione ignota quindi?

Sì, un vero viaggio senza meta, perché il cammino della vita, è chiaro, che non prevede certezze di approdi sicuri ma delle stazioni di arrivo che non sono altro che un nuovo punto di partenza. Il disco è proprio questo. Parte dalla dichiarazione della unicità individuale  e solitudine di ciascuno in quanto essere “incondivisibile” (tema del pezzo “l’altra mia metà” che doveva essere il primo titolo del disco e che invece è diventato il singolo ndr); per terminare con la canzone “Tizio, Caio, Sempronio” personaggi che diventano persone con sentimenti propri  e che avranno voglia di vivere la propria vita “ancora a braccetto ma questa volta con un sogno in meno dentro il loro cassetto”.

Un lavoro di cesello anche nella produzione del disco…

 Posso davvero dire che nella produzione del disco niente è stato lasciato al caso. Ho voluto proprio “vestire” di musica le tante sensazioni di questo periodo per poterle trasmetterle in modo libero e diretto come solo attraverso la musica si può fare. La musica è riuscita a rendere un disco che io definisco “scuro”, forse perché molto intimo, in qualcosa che tutti possono capire.

Chi ti ha accompagnato nel tuo percorso di produzione artistica di “Tutto bene, grazie”?

I miei fidi compagni musicisti, Roberto Selvatici, Matteo Mazza, Mauro Capelli e Marco Follini, che da anni non mi abbandonano e mi sostengono con la loro amicizia e professionalità; ma un ringraziamento particolare va a Giancarlo Boselli, il mio Produttore: non smetterò mai di ringraziarlo per la sensibilità che ha dimostrato nel capire le sfaccettature e le emozioni delle mie parole traducendole in arrangiamenti  artisticamente impeccabili e sublimi.

Oltre al disco, mi pare che in questi ultimi tre anni tu abbia ricevuto molte gratificazioni personali, come musicista

E’ vero, tre anni di lavoro di scrittura, di studio di registrazione, ma anche delle esperienze musicali uniche. Tante pietre preziose nello scrigno di un musicista. E’ stato bellissimo suonare a Mantova per capodanno insieme a Ron l’anno scorso, e quest’anno a fianco dei Nomadi. Ma ancor di più essere stato selezionato per suonare a fianco di Battiato e Cristiano De Andrè a Milo, in Sicilia, per un evento-tributo a Fabrizio De Andrè. Da ultimo è stato infine bellissimo essere intervistati da colui che è stato il proprio riferimento formativo in ambito musicale: Red Ronnie.  

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