Tanti mesi di silenzio e poi un colpo da parte di True Skill, si chiama “T!lt” e ce lo racconta nella nostra intervista
No, non lo possiamo negare, per questo ragazzo abbiamo sempre avuto un debole. True Skill è (ancora!) un giovanissimo cantante e autore piacentino, che nonostante l’età ha alle spalle già tante esperienze musicali.
Lo riscopriamo dopo un silenzio di diversi mesi, con un nuovo brano dal titolo “T!lt” uscito da qualche settimana e sui cui oggi vogliamo tornare.
Il ritorno di True Skill!
Come detto era molto tempo che non sentivamo True Skill e soprattutto un suo nuovo brano. Una lunga assenza che ci ha spiegato, insieme a tante altre cose, in questa intervista che chi ha rilasciato per questa sua ultima uscita.
Era un po’ che non ci sentivamo, cosa è successo in questi mesi?!?
Gli ultimi due anni sono stati i più difficili della mia vita e ogni fase che ho attraversato è stata profondamente differente rispetto alle altre. Ho passato mesi bloccato a non vivere, altri in cui la vita mi ha sorpreso o spiazzato e gettato a terra. A livello musicale sono incappato in tante situazioni che promettevano bene ma alla fine si rivelavano polvere. Da ognuna però ho imparato qualcosa, e non sono ancora pronto ad arrendermi.
Come e perché arriva adesso questa tua “Tilt”?
T!lt arriva ora perché doveva arrivare ora. È il primo brano, fra quelli usciti nel 2022, che io abbia scritto davvero nel 2022. Parlavo di come mi sentivo in t!lt in alcuni momenti degli ultimi mesi, e appena ho finito di scriverla mi sono trasferito a Madrid e – per mille ragioni – ho avuto problemi che mai avrei previsto e inizialmente mi è crollato il mondo addosso. Ero in t!lt di nuovo!
È un brano diverso, mi sono evoluto nella scrittura, e intendo ad un livello molto più ampio di quanto normalmente si intenda per “scrittura”. La gente che mi ascolta lo ha avvertito; il mondo là fuori ancora no.
Sei nato con un genere e oggi sentiamo un’altra cosa. Come è stata la tua evoluzione in questi anni?
Non faccio un genere solo, e crescendo ho allargato talmente tanto il mio bacino di riferimenti e stili che apprezzo, che paradossalmente potrei quasi dire di non averne più. Se dovessi proprio classificare quello che faccio direi che è, in generale, “urban pop”, ma mi affido anche molto ai produttori e credo che un brano, se deve funzionare, funzioni a prescindere dal tipo di arrangiamento e di “veste” che gli si vuole dare.
Io non mi limito, voglio poter essere tutto quello che il mio istinto mi chiede di essere; rimanendo onesto con me stesso e gli altri.
Tu nel corso del percorso hai avuto anche un assaggio di cosa vuol dire lavorare ad alto livello. Ad oggi cosa ti porti dietro da questa esperienza?
Se c’è una cosa che ho imparato è che gli artisti famosi sono persone come noi. Il mondo di oggi tende ad idolatrarli, si va verso quella direzione lì. Io non sono per niente d’accordo. Non mi illudo che un bravo artista sia una brava persona, nè che se mi piace la sua musica ci andrei d’accordo dal vivo. Sono persone che sbagliano, che hanno dei difetti, e che spesso si trovano perse quanto le altre. Hanno solo modo di darlo molto meno a vedere.
Di norma non si chiede agli artisti di spiegare le proprie parole, però qua ti chiedo una eccezione. In un tuo ultimo post parli di una frase del brano “oggi ho la psicologa, tu compri gli stream: ognuno ha il proprio modo di pagare chi – che sta per ‘qualcuno che ti’ – ascolti”. Dato che ci hai incuriosito, ce la racconti fino in fondo?
Sì, è stato il verso più apprezzato del brano. Pagando la psicologa si paga qualcuno che ti ascolti; e comprarsi gli stream fake è la stessa cosa no? Si tratta sempre di pagare per qualcuno che ti ascolti; o meglio che faccia finta. A volte in entrambi i casi. Mi sono fermato a pensare a come ci si possa ridurre a dover pagare per sentirsi ascoltati; ma questa società lo normalizza molto. Siccome sono due cose molto comuni e due facce della stessa medaglia, le ho messe a confronto; sperando di suscitare qualche riflessione.
Sopra abbiamo parlato di esperienze passate, ma oggi invece a che punto ritieni di essere nella tua carriera da artista?
Sono cresciuto incredibilmente negli ultimi due anni, passando per tanti momenti no. Potrei quasi dirti di aver imparato un po’ di più a vivere, in generale non solo come artista. Sia a livello di risultati che di margine di crescita, manca ancora moltissimo. Sono all’inizio della salita. E sono sempre stato un diesel.
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