Sta arrivando il Why Not! Tutti i live della 2 giorni a Fiorenzuola

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Proprio non avevamo resistito e appena erano usciti i primi due nomi di Why Not 2017, Fast Animals and Slow Kids e Zen Circus, ve li avevamo presentati senza quasi il tempo che la notizia facesse il giro dei vari social (anche perché avevamo avuto una soffiata dai ragazzi di Collettivo 14).
Oggi oltre a quei due, grandi, a pochissime ore dal festival che illuminerà Fiorenzuola venerdì e sabato sera, allarghiamo l’indagine anche a tutto il resto della musica che sarà di scena al 16esimo Why Not Festival.

La partenza, fissata per le 21 di venerdì, è velocissima ed è con i Charlie’s Stripe. Vengono da Domodossola ma i loro suoni fanno più chilometri infatti sotto sotto, ma neanche tanto, si sente la tradizione “brit” anni ’70. Per loro due prodotti musicali, il primo omonimo e il secondo uscito a giugno dal nome “Jay” e composto da 3 tracce, che non sono scappati ad un amico di PMP, TonyFace Bacciocchi che così li ha battezzati “Ci sono freschezza, urgenza, un impeto teen e un tiro comune a poche band in circolazione”, valutando il primo lavoro come uno dei migliori album italiani del 2016.

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Il secondo live invece a arriva da Brescia con i Cara Calma. Il loro progetto rock è molto recente, e nasce ufficialmente l’anno scorso. Come svelano i ragazzi, un puzzle che si è andato a completare pezzo dopo pezzo. Prima c’era la base formata da Fabiano e Riccardo a cui si è aggiunto Cesare, e poi è arrivato anche Gianluca.

Appena prima delle 23 sarà il momento del primo main event del festival, quando sul palco saliranno i Fast Animals and Slow Kids. Per loro non facciamo altro che ri-scrivervi l’anticipazione di settimane fa. I Fask vengono da Perugia e sono attivi ed insieme, dal 2008. Non ci è voluto molto tempo prima di ritrovarli sui palchi in giro per l’Italia per aprire Zen Circus, Ministri e altri ancora. Da lì, la scalata nel panorama italiano della musica che viaggia fra indie e alternative, è veloce. In sequenza arrivano un Ep “Questo è un cioccolatino” e poi “Cavalli”, “Hybris”, “Alaska”, fino all’ultimo, uscito il 3 febbraio di quest’anno dal titolo “Forse non è la felicità”, prodotto dall’etichetta aretina Woodworm.

Il venerdì però non si chiude con i Fask, ma gli ultimi suoni sono quelli tutti piacentini ed elettronici di Leonardo e Mattia, in arte Techfood.

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Il sabato riparte alla stessa ora, ma con un tono molto diverso, quello di The Castaway. Lui all’anagrafe è il romano Luca Frugoni, ma in quella artistica, sempre di anagrafe stiamo parlando, potrebbe essere un cittadino USA, roba tipo Maine o Connecticut (poi voi siete liberi di scegliere) che porta con sé a Fiorenzuola la sua chitarra e le sue ballate d’oltreoceano.

Con i Sula Ventrebianco torna in grande spolvero il rock italiano. La loro è una fusione di due realtà della stessa zona, i Moist e i Kimera, ed è stata spesso recensita come una delle migliori proposte italiane degli ultimi anni. Anche se definiti grunge-stoner, il loro spettro d’azione è molto più ampio e questo esce in diverse tracce del loro ultimo album dal titolo “Più niente”, album che hanno “fatto suonare” anche a pochi metri distanza da Fiorenzuola, in casa dei Bykers a Roveleto di Cadeo, nel giugno scorso.

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Ma eccoli allora gli Zen Circus! Per loro un viaggio musicale che con questo nome, prima sono stati anche The Zen, parte nel 2001 con “Visited by the Ghost of Blind Willie Lemon Juice Namington IV”. Un album tutto inglese che segna il lancio ufficiale della loro produzione e l’inizio di una serie lunghissima di date in giro per l’Italia che gli permettono di cominciare ad essere conosciuti nel panorama del rock nazionale.

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Dal 2005 inizia ad esserci un passaggio significativo nel lavoro del gruppo, cominciano a comparire testi in italiano nelle loro produzioni, fino al 2009 quando con “Andate tutti affanculo” la virata verso la nostra lingua è totale. Con le produzioni aumentano anche le collaborazioni, il riscontro del pubblico, i premi, arrivando fino al 23 settembre scorso quando esce l’ultimo prodotto dal titolo “La terza guerra mondiale”.

Anche per questa seconda serata, i live non si chiudono dopo quello centrale, ma si continua ancora con un live elettronico, stavolta con Matt Loqi, un performer techno spesso in giro per i festival Busker (vedi Vernasca solo poche settimane fa).

Summertime In Jazz