Torna il cantautore piacentino che da un po’ non sentivamo. La sua nuova canzone (e video) si intitola “Maledetta Milano” e anticipa l’album
Un graditissimo ritorno per un artista che spesso ha saputo dare vita a prodotti puliti, chiari e molto in sintonia con i suoni del momento. Stiamo parlando di Simone Scrivani che da qualche ora è fuori con un nuovo brano: “Maledetta Milano“.
Maledetta Milano: il primo assaggio del nuovo album
Dopo diverso tempo che non avevamo per le mani una sua nuova uscita, Scrivani ci lascia questo nuovo brano (anche lyric video che trovate cliccando qua) che ci da le prime sensazioni di quello che sarà il suo nuovo album in arrivo dopo l’estate, dal titolo Origami.
Un approfondimento, dopo così tanto tempo, era doveroso, e allora ecco le parole di Simone Scrivani.
La cosa che colpisce nella presentazione è quell’anno e mezzo fermo “sulla tua musica”. Può significare due cose: un lungo periodo di gestazione del progetto oppure un momento di stallo. Quale delle due è giusta?
Un po’ entrambe le cose in realtà. Son stato fermo per tanto tempo perché ho avuto un momento di “crisi d’identità” musicale. Mi son voluto fermare per riuscire a ritrovarmi e per capire davvero che cosa avevo da dire. Non appena mi son sentito soddisfatto delle canzoni che pian piano prendevano forma, ho deciso che era arrivato il momento di tornare a pubblicare qualcosa.
Non è mai facile dare in pasto le mie emozioni alle persone che poi ti ascoltano e si identificano in ciò che provi a trasmettere, sento sempre un po’ di tensione prima di un’uscita di un brano. Poi però vedere i risultati e l’entusiasmo di chi mi ascolta, è davvero appagante. Mi mancava molto sentire questa sensazione, ma il periodo di fermo mi ha dato un grossa mano a capire quali erano le cose che volevo realmente dire.
Questa “Maledetta Milano” è il primo assaggio di un lavoro più ampio, però intanto questa ce l’abbiamo! Come ce la presenti?
Maledetta Milano l’ho scritta nel 2020 e sarebbe dovuta uscire molto prima ma con un titolo diverso in realtà. Pensa che doveva chiamarsi “Brividi”, come dico spesso nel finale. Quando con il mio editore, Simone Cutrì della Dancetool Studios a Piacenza, abbiamo visto che una delle canzoni in gara a Sanremo 2022, la mia prima reazione è stata “e vedrai che vincerà pure”. Manco a dirlo. Alla fine abbiamo virato su “Maledetta Milano”, ne son felice e anzi, mi piace di più.
Non ho voluto farla uscire subito proprio perché volevo dare un senso a tutto il progetto discografico. Ho voluto cambiare stile e cercare una sonorità nuova e soprattutto mia. Abbiamo ricercato con Renato Podestà (il mio nuovo produttore) i suoni più adatti per creare un ambiente retrò ma innovativo per come suona. Credo sia questo il bello di questa nuovo era della musica.
Ho voluto parlare delle idealizzazioni nelle relazioni, amorose e non, uno dei miei hobby preferiti ultimamente. Maledetta Milano è un invito a dimenticare (e a farsi dimenticare) dalle persone che in realtà non ci vogliono e non ci hanno mai voluto. Le persone che ci volevano diversi e che ci facevano sentire sbagliati.
Per un piacentino Milano è un po’ una stella polare per tante cose. Per te come è riuscita a diventare così importante per metterla al centro di un brano?
A Milano ci lascio una parte di cuore ogni volta che vado e ogni volta che torno a casa. Sono diventato molto legato alla città dopo le lezioni di canto con il Maestro Antonio Torella, il quale mi ha cambiato completamente la concezione di tecnica nel canto. Mi ha fatto uscire la mia vera voce.
Credo sia per quello che ci sono così affezionato. In realtà la menziono spesso in altre mie canzoni (Glutine, Graffiti), questa volta ho proprio deciso di dedicarle un titolo.
Non so bene perché, ma è l’atmosfera che si crea quando vivi e quando cammini per Milano. E ci sono diverse persone di questa città alle quali sono veramente legato.
Cercando nei lanci di questa nuova uscita, leggiamo che hai avuto bisogno di tirare una riga su tante cose. Quanto di quello che vivi nella vita reale finisce per modificare il tuo modo di fare musica?
Tutto. Esattamente ogni cosa. Ho vissuto l’ultimo anno di vita in cui mi son successe veramente tante cose, e ho scritto tante canzoni nuove. Ho dovuto affrontare cose che mi toglievano energia dal mio obbiettivo, cioè quello di rimettermi in gioco sulla mia musica. Ne sono uscito veramente a pezzi, fino a che non ho deciso di tirare questa famosa riga. Da lì ha iniziato a prendere tutto una piega diversa. E questa cosa della nuova uscita non la sto vivendo neanche così male come pensavo. Mi son sentito finalmente pronto a dare una parte di me a chi voleva ascoltarmi. Non è mai una cosa banale.
Noi eravamo rimasti alla tua “Preciso”. Il tiro era completamente diverso dal punto di vista musicale, ma nel testo era palese che si parlava di qualcosa che era andato storto (forse più che storto!). Già da quel brano era iniziato questo percorso?
“Preciso” in realtà era un brano totalmente distaccato dal mio nuovo progetto musicale. Quella canzone era riferita in modo scherzoso (ma non troppo) al difficilissimo periodo Covid che ci ha visto cambiare inevitabilmente tutti i nostri modi di fare, e inevitabilmente ad avere anche qualche momento di difficoltà. Nel nuovo progetto parlo più di miei sentimenti, del dare una nuova forma alle sensazioni negative per trasformarle in qualcosa che ci portino invece le giuste vibrazioni dell’anima. Per questo è stato un percorso difficile, perché era molto introspettivo. E non è mai una passeggiata, si sa.
Legandoci al lato musicale e al suo cambiamento rispetto all’ultima uscita, ci dobbiamo aspettare un cambiamento più generale che già si sente in “Maledetta Milano”?
Sì direi di sì. Ci sto prendendo gusto a ricercare questi nuovi suoni e stanno uscendo pezzi uno via l’altro. Con Renato (mio produttore) stiamo esplorando suoni nuovi e finché non siamo convinti al 100 % ci sbattiamo la testa e le orecchie. Le ore di sonno spesso ne risentono. Il nuovo stile è questo, mi piace. Come mi definisco io, Pop vecchio stile quando la musica non era in 4k.