School of San Rock riparte dal Melville (anche se non si è mai fermata!)

992

Ormai siamo abituati a fare qualche escursione anche fuori Piacenza, ma stavolta è una realtà non strettamente piacentina che viene da noi.

Stiamo parlando di School of San Rock, la scuola di musica (ma non solo) al centro di San Rocco a cui avevamo dedicato un articolo tempo fa, che per il suo primo evento della stagione 2018-19, ha deciso di uscire dalle proprie mura e di spostarsi al Melville di San Nicolò per quello che si può definire uno dei sui saggi, molto speciale però perché dedicato al grande Johnny Cash.

Abbiamo preso al volo l’occasione per fare una telefonata a chi dirige School Of San Rock, Stefano Gabrielli, e parlare di quello che sta succedendo appena al di là dal Po.

Come riparte la stagione di School of San Rock?

Più che ripartire, non ci siamo in effetti mai fermati! Anche se è vero che settembre è il momento in cui le famiglie iscrivono i ragazzi alle varie attività e di conseguenza è anche il nostro momento migliore per questo, durante l’estate abbiamo continuato con le nostre attività anche perché, per chi restava in paese, le possibilità non erano molte e noi siamo un po’ un punto di refirimento.

Qualche novità in cantiere per il 2018 – 19?

Possiamo dire intanto che tutti i corsi presenti fino ad oggi sono confermati e andando oltre, ha cominciato a prendere vita anche il corso di tastiere. Oltre a questi però a School of San Rock abbiamo anche tante attività extra musicali, come i corsi di fotografia e di photoshop, ma anche tanti momenti di aggregazione come i cineforum o i docuforum. Insomma dei momenti dove si cerca di dare un tipo di cultura o almeno un punto di vista che magari i ragazzi, a casa o in altri momenti, non hanno.

Quando avevamo parlato la prima volta, era uscita la volontà di andare oltre la musica e cercare di entrare in un discorso di socialità del paese. Come stanno andando le cose?

Direi molto bene. Per fare un esempio abbiamo un progetto con il comune per sistemare una fila di piante che erano state un po’ abbandonate. Sono piante che col tempo hanno rovinato l’asfalto con le radici e che si sono anche ammalate, di conseguenza noi, attraverso una raccolta fondi, piantumeremo di nuovo. Non solo col comune, ma anche con le altre associazioni di San Rocco abbiamo un buon rapporto e collaboriamo per fare cose che siano utili a tutti.

[[{“type”:”media”,”view_mode”:”media_large”,”fid”:”11969″,”attributes”:{“alt”:”Stefano Gabrielli”,”class”:”media-image”,”height”:”480″,”style”:”margin-left: 50px; margin-right: 50px;”,”title”:”Stefano Gabrielli”,”typeof”:”foaf:Image”,”width”:”379″}}]]

La prima occasione di questa nuova stagione per conoscervi però sarà fuori dalle vostre mura!

Si, al Melville, venerdì sera, per il tributo a Johnny Cash a 15 anni dalla sua scomparsa. Noi a San Rocco abbiamo già due occasioni dove ci mettiamo in mostra, i nostri due saggi annuali, e poi per dei musicisti, il “locale” ha sempre un suo fascino. Il nostro obiettivo è quello di avvicinare i ragazzi ad un ambiente ad una realtà che non conoscono e fargli fare un’esperienza nuova.

Perché un tributo proprio a Johnny Cash?

Perché Johnny Cash è uno degli artisti più influenti nella storia della musica. Ha ispirato musicisti di tutti i tipi e con le sue cover ha insegnato il rispetto verso decine di altri musicisti. A 15 anni dalla sua morte rimane un vuoto incolmabile, nonostante la sua scomparsa abbiamo ancora tanto da imparare da lui è dal suo lignaggio.

[[{“type”:”media”,”view_mode”:”media_large”,”fid”:”11970″,”attributes”:{“alt”:”Johnny Cash”,”class”:”media-image”,”height”:”264″,”style”:”margin-left: 50px; margin-right: 50px;”,”title”:”Johnny Cash”,”typeof”:”foaf:Image”,”width”:”395″}}]]

Come stanno aspettando i ragazzi questo appuntamento?

Ci sono due tipi di persone. Quelli che hanno già esperienze sportive e che allora si sanno già muovere in contesti non loro, e quelli che invece suonano e basta, che stanno imparando adesso ha gestire una cosa del genere, e di conseguenza sono un po’ in difficoltà. Detto ciò però il concetto che esprimiamo sempre è che non sono mai soli, siamosempre un gruppo e questo li aiuta molto.

Dopo questi mesi, anzi, ormai anni di attività, hai sotto gli occhi qualche ragazzo che forse un domani potrebbe veramente fare strada nella musica?

In realtà si. Diciamo che quando c’è l’atteggiamento giusto da parte delle persone, un impegno costante, e quando qualcuno mostra un talento ed una naturalezza un po’ più spiccata, si vede che c’è qualcosa di più. Diciamo che fra i ragazzi, in molti possono fare tanto e qualcuno potrebbe affacciarsi al professionismo. Si, qualcuno di loro uno sbocco potrebbe trovarlo, però non aggiungo nient’altro!

Summertime In Jazz