Il PiacenzaJazzFest è riuscito nel gran colpo di avere in cartellone Enrico Rava, sempre grande protagonista del Jazz italiano, alla guida di un settetto di autentici fuoriclasse. Lo ascolteremo nell’incantevole scenario della Sala degli Arazzi della Galleria Alberoni domenica 11 ottobre nella doppia veste di leader e di talent scout dal fiuto infallibile, circondato dai suoi pupilli: musicisti del calibro di Gianluca Petrella al trombone, Francesco Bearzatti al sax tenore, Francesco Diodati alla chitarra, Giovanni Guidi al pianoforte, Gabriele Evangelista al basso ed Enrico Morello alla batteria.
Per l’acquisto dei biglietti è vivamente consigliata la prevendita. Come per gli altri, anche questo concerto avrà un doppio spettacolo, ma stavolta tardo pomeridiano: il primo alle 17.00 e il secondo alle 19.30. I biglietti sono acquistabili presso la sede del Piacenza Jazz Club nei pomeriggi feriali dalle 15.00 alle 19.30 e il sabato mattina dalle 10.00 alle 12.30, in tutte le tabaccherie e ricevitorie Sisal oppure sul sito diyticket.it.
La “Special Edition” nasce dall’idea di raccogliere alcuni dei talenti scoperti e lanciati da Enrico Rava negli ultimi anni, di età compresa fra i trenta e i cinquanta anni e con varie esperienze in comune alle spalle, che costituiscono una sorta di “all stars” dell’attuale scena italiana più propositiva. Lui invece è un ottantenne che, come accade per i grandi jazzmen, non perde mai quella freschezza di idee che porta a inventare formule e progetti, costruire inedite partnership artistiche, scoprire e valorizzare musicisti emergenti (come Rava Under 21 e New Generation). Grazie a queste nuove leve di cui si è circondato nel tempo, Rava ha continuato a curiosare tra le pieghe della musica e di conseguenza a innovare. Il programma della serata si basa perlopiù su rivisitazioni dei brani più significativi della carriera del leader, la cui biografia rappresenta splendidamente i vari capitoli della storia del Jazz italiano. Dal free jazz dei primi anni della carriera, con Steve Lacy e Gato Barbieri, all’esperienza newyorkese con Cecil Taylor, Carla Bley e la JCO (la monumentale opera della Bley, Escalator Over The Hill), dagli incroci con l’avanguardia europea alla scoperta dell’opera lirica in chiave jazz, per non contare le collaborazioni con alcuni dei più importanti artisti della scena contemporanea.
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