Non sappiamo voi, ma per noi quando arriva luglio, Orzorock è nell’aria. E anche se non ci sarà l’odore del Trebbia di Gragnano, data “l’impraticabilità del campo” di località Cosmo almeno per questo 2018, l’atmosfera rock che da oltre venti anni il Festival si porta dietro, rimane intatta.
Come sempre quello che ci troveremo davanti sabato nella nuova location del Baciccia, sarà una maratona rock degna della storia di Orzorock. Troveremo due palchi per 10 live con alcune conferme che già da tempo hanno legato il loro nome al festival, e new entry, tra realtà musicali già conosciute a Piacenza (e oltre) che fino ad ora avevano solo sfiorato l’evento e quest’anno sono entrate in line up, e nuovi suoni per questo palcoscenico.
La line up costruita da Gabì e co. non segue solo il filo conduttore della storia del Festival, ma anche quella che ha condizionato in parte il lavoro della parallela Orzorock Music, ossia l’entrata in scena anche di suoni nuovi, ad esempio quelli elettronici, ed anche due proposte cantautorali (una che i piacentini conoscono bene), con il risultato di avere un Orzorock con la basi salde nella sua storia, ma con uno sguardo che vuole andare ancora oltre.
Tante sfumature di alternative rock
La storia di “Orzo” la conosciamo ed è fatta di produzioni indipendenti (ma nel termine “originale” del suo significato) legate al rock in chiave italiana, sia a volte per la lingua, sia in altri per casi per scelte sonore.
Questa componente ha portato in line up band che si sposteranno da un genere all’altro lasciando intatta l’anima dell’evento.
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Al Baciccia le diverse sfumature di alternative passeranno attraverso tanto il grunge con i Mother Mary Mood, che dalle esperienze a metà tra USA e Italia arriveranno con il loro ultimo “Antitude”, e con gli Upstairs da Cremona. Andando sulla parte “psychedelic” troviamo i Red Sun, in rappresentanza di un’altra realtà piacentina ossia Desert Fox Records, con le loro produzioni strumentali.
Centrali come sempre invece saranno le parole di una band ormai affezionata all’evento, i Bravi Tutti, che non hanno più bisogno di presentazioni così come il loro punk-rock made in Pc. Qualche presentazione in più invece andrebbe fatta per i Domergue, se non fosse che ne abbiamo parlato giusto giusto pochi giorni fa in una intervista ad hoc in cui ci hanno raccontato la loro storia ed il loro, giovanissimo, rock (perciò fate un click in più qua sopra e andate all’articolo per saperne di più).
New entry fra suoni e proposte
C’è anche l’altro lato della medaglia di questo Orzorock 2018. Quello fatto di artisti che ci hanno girato attorno più di una volta a salire su quel palco e di suoni che entrano in pianta stabile a far parte dell’evento.
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Giù la maschera: chi doveva già essere stato ad Orzo e per motivi diversi non ci era mai riuscito, sono gli Evil Eye Lodge. Se le loro basi arrivano dallo stesso mondo di chi mette in piedi ogni anno il festival, le note nel tempo sono diventate più blues e anche un po’ folk. Una presenza che segna anche la collaborazione con il collettivo Black Blood Brigade.
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Altra faccia recente dell’universo Orzorock è il cantautorato, e allora ecco una proposta piacentina ed una che viene da Bergamo. La prima è una faccia nota, quella di Mikeless, in giro da settimane con il suo ultimo “L’onda”, la seconda invece è Goia, che tona a Piacenza dopo un live in quel di Sound Bonico.
Ultimi, ma non per ultimi, abbiamo lasciato quei suoni di cui abbiamo già parlato a più riprese, inserimenti elettronici che ormai segnano le basi di molte produzioni. Quella più vicina alla continuità musicale del festival è quella de I conigli rosa uccidono, che infatti ad una chitarra e ad un basso, aggiungono una base di batteria elettronica che li porta a suoni fra ’80 e ’90. Quella invece più diretta sull’elettronica è la proposta di Xebb 2.0, che coprirà uno spettro musicale dall’ambient alla dubstep, passando attraverso la techno.
Ah, stavamo dimenticando un’altra collaborazione che nasce quest’anno, quella con Classick Rock. Indatti sarà presente una rappresentante della rivista per promuoverla attraverso un banchetto e per la promozioni più in generale delle loro attività.
Insomma, a questo Orzorock 2018, ventunesima edizione, mancherà solo una cosa, il Trebbia, sperando, non ce ne voglia il “Ciccia”, che torni nel 2019. E noi saremo lì.