LE CORDE: violini, viole, violoncelli e chitarre
Giornata di orientamento liceale alla scoperta dei corsi di studio del Conservatorio
La mattinata di martedì 9 aprile ha avuto luogo il ricco e variegato programma del Conservatorio Nicolini per l’orientamento 2024 presso il Centro il Samaritano: una serie di interventi rivolti agli studenti delle scuole superiori, tenuti da Maestri e allievi del Conservatorio.
Il tema della giornata è stato quello delle corde: protagonisti i violini, le viole, i violoncelli, le chitarre, ma anche le corde vocali nella lettura ritmica delle poesie per musica.
La prima parte della mattinata è stata dedicata all’intervento intitolato Risonanze barocche, a cura di Marco Pedrona, incentrato sulla musica di Arcangelo Corelli (Concerto grosso op. 6 n. 4) e Antonio Vivaldi (Concerto RV 128). Numerose le strumentiste e gli strumentisti del Conservatorio che si sono esibiti: al violino Beatrice Birra, Evangelina Brondi, Federico Cappa, Elena De Luccia, Gaby Echiverri, Sara Strini e Irene Volpi; Mirko Piedimonte e Chiara Fichera alla Viola; Vittoria Rasi al violoncello.
A seguire, La viola raccontata da Iakov Zats e La scuola di chitarra, quest’ultimo a cura di Enrico Maria Barbareschi e di Giacomo Maruzzelli. In particolare, gli interventi chitarristici hanno mostrato agli studenti delle scuole superiori il ruolo della ricerca, dell’insegnamento e dell’insieme, con interventi rispettivamente di Marco Angeloni, il quale ha introdotto e suonato 3 Lieder di Ferdinand Rebay, Filippo Carolfi il quale ha eseguito lo Studio n.6 di Giulio Regondi e del duo composto da Alice Cavanna e da Giorgia Ercoli, cimentatosi con Micro Piezas di Leo Brouwer.
A dimostrazione della vocazione di orientamento della giornata, Alice Cavanna ha sottolineato come il repertorio sia stato scelto pensando al pubblico, cercando di prendere qualcosa che fosse il più accattivante possibile e che potesse anche far vedere, parlando della chitarra, i diversi aspetti e le numerose qualità timbriche dello strumento. A questo proposito, è interessante notare come durante tutta la mattinata si siano alternate composizioni di periodi storici molto differenti: dal Barocco di Corelli e Vivaldi, fino ai brani novecenteschi di Leo Brouwer, di Radames Gnattali e di Ferdinand Rebay.
L’intervento successivo, curato da Guido Galterio, è stato il Laboratorio di musica da camera, nel quale è stato eseguito un tempo del brano della Sonata per violoncello e chitarra di Radames Gnattali, compositore italo-brasiliano del secolo scorso, figlio di un padre appassionato di opera (da lì il nome verdiano del compositore!), eseguito da Chiara Pavesi al violoncello e Filippo Carolfi alla chitarra. È stato, poi, il turno di Alessia Califano al flauto, Elena Dondi al clarinetto e Marco Angeloni alla chitarra, alle prese con il Trio in la maggiore di Rebay.
Uno dei momenti più interessanti si ha avuto con l’esecuzione del Quintetto op. 8 di Filippo Gragnani, nato come quartetto, ma a cui Chiara Pavesi ha aggiunto una parte di violoncello rispettando lo stile ottocentesco, sotto la spinta del Maestro Galterio, il quale, sottolineando la felice aggiunta della parte, ha dichiarato: «penso che Gragnani forse si fosse davvero dimenticato di metterci un violoncello!». Chiara Pavesi, riguardo al processo di scrittura, ha spiegato come dalla partitura abbia selezionato le parti che aveva visto poter essere adattabili al suo strumento.
L’intervento conclusivo è stato di Giovanni Pozzovio, chiamato Poesia per musica, nel quale è stato mostrato il legame esistente tra la parola poetica e la musica, coinvolgendo i ragazzi in un’esperienza di lettura ritmica, perché, come ha sottolineato Giuseppe Camerlingo, docente di esercitazioni orchestrali, «la poesia è anche suono».
Pozzovio ha quindi dimostrato che «poesia e musica si sono travasate l’una nell’altra» per secoli, passando dal sodalizio tra Lorenzo Da Ponte e Mozart, a quello tra Felice Romani e Bellini, arrivando a dimostrare la similitudine tra le strutture ritmiche nascoste tra le rime de La sacra di Enrico V di Giosuè Carducci e la tradizione ritmica della musica Rock, due mondi distanti, ma che condividono, pur in contesti differenti, lo stesso ritmo.
Dai giovani strumentisti del Conservatorio è emersa la grande gioia dell’esibirsi di fronte alla platea di studenti delle superiori: una sfida, quella di intrattenerli e di mostrare loro le potenzialità degli strumenti. Il chitarrista Marco Angeloni si è detto contento del poter dimostrare che il Conservatorio non è solo il luogo dove ci si limita ad imparare uno strumento, ma dove si possono anche fare tante altre attività, tra cui la ricerca. Ha concluso aggiungendo che la cosa più bella della mattinata è stata l’essere riusciti a trasmettere qualcosa ai ragazzi.
Le ragazze e i ragazzi della classe quarta dell’indirizzo multimediale del Liceo Cassinari, a loro volta, si sono detti molto colpiti dal fatto che gli studenti abbiano suonato dal vivo, dimostrando una grande preparazione, in un momento storico in cui la musica viene spesso fruita mediata dagli schermi dei cellulari. Dai loro commenti emerge anche la volontà di un’attenzione verso i linguaggi multimediali e l’ibridazione, la volontà di approfondire gli elementi che, per esempio, legano il cinema alla musica. Hanno, inoltre, sottolineato la grande validità formativa della giornata.
La loro professoressa di lettere, Sabrina De Canio, ha aggiunto che crede molto nella commistione tra i linguaggi dell’arte e si è detta particolarmente stupita del sorprendente legame tra i ritmi di Carducci e quelli del Rock.
Dalla giornata di Orientamento, emerge, anche tra i più giovani, una grande esigenza di musica dal vivo e di ibridazione dei linguaggi.
Saverio Greco