Nuova uscita: ecco i Quiet Sonic con Gullit

642

Nuovo anno e nuovi progetti per la musica piacentina. Tra i tanti “lavori in corso” oggi la novità è il primo singolo di un gruppo che si è costruito negli ultimi 12 mesi e che finalmente vede la luce, loro sono i Quiet Sonic. Il primo prodotto musicale, in attesa dell’album in uscita ad aprile sotto il marchio Orzorock Music, si chiama Gullit e lo trovate qua http://bit.ly/1nvWvBY e da venerdì su tutti gli store musicali on line.

Con la scusa del singolo abbiamo incontrato la voce dei Quiet Sonic, Alberto “Zucco” Zucconi, per fare due chiacchiere sul pezzo e sul progetto.

Come siete arrivati a Gullit?

Siamo arrivati ad oggi partendo da fine 2014, quando dopo diverse collaborazioni incrociate fra di noi, ossia tra me, Marco Cavozzi (basso), Riccardo Molinari (voce e chitarra) e Andrea Occhi (batteria), abbiamo capito che stava nascendo qualcosa.

Unendo esperienze diverse …

Ognuno di noi aveva avuto diverse esperienze, dalle mie con i Misfatto e gli Zebra Fink (che proseguono) a quelle degli altri come nei Jack Folla o nei Verginal Think. Tutti però avevamo voglia di cambiare qualcosa, chi per un motivo e chi per un altro. Dopo poco abbiamo capito che miravamo allo stesso suono, quello più legato alle sonorità anni ’90. E siamo andati in quella direzione.

In direzione di Gullit!

Eh già. Primo singolo e primo video. Fra gli altri pezzi lo abbiamo scelto perché riassume un po’ tutto quello che vogliamo essere. Musicalmente e non solo. Il testo è un pezzo molto intimo e molto anni ’90. Poi lo abbiamo scelto perché è nato in modo particolare. Alla fine di una prova, un po’ a caso, è partita una base, e senza nemmeno farlo apposta ci abbiamo messo su un testo pronto da un po’ di tempo, e come per magia erano perfetti.

[[{“type”:”media”,”view_mode”:”media_large”,”fid”:”4688″,”attributes”:{“alt”:””,”class”:”media-image”,”height”:”262″,”typeof”:”foaf:Image”,”width”:”480″}}]]


Appunto… Del testo e soprattutto del titolo, cosa ci dici?

Il titolo non ha niente a che fare con il testo. O quasi. Il testo parla dell’importanza di essere sé stessi contro una società che invece ti vuole cambiare a tutti i costi. Nell’importanza di andare per la propria strada, di essere testardi, e anche per il fatto che la canzone è anche elegante, ci abbiamo visto dentro Ruud Gullit. Quando giocava era così anche lui. Ecco spiegato il titolo.

In più sul video che cosa possiamo aggiungere?

Possiamo dire che è stato girato ai Pallastrelli, vicino a Castell’Arquato. Il posto dove abbiamo provato tutti i pezzi che daranno vita all’album fra qualche mese. Il regista è Andrés “Nando” Maloberti. Lo abbiamo scelto perché lo conoscevamo già, sapevamo come lavorava e subito ha capito che cosa volevamo dal video.

Tornando ad un discorso più ampio, i testi hanno una firma speciale…

Si, quella della mia morosa. Elena (Saltarelli. Ndr) da tempo scriveva testi e aveva da parte molto materiale che si poteva adattare bene musicalmente. Non c’era ancora stata ancora la possibilità, ma appena è nato questo progetto abbiamo pensato che le sue parole potessero essere messe in musica e così è stato per quasi tutti i pezzi che finiranno in sala di registrazione.

Dato che ti ho davanti, non posso non chiederti: oltre a Zebra e Misfatto, perché un altro gruppo?

Fondamentalmente perché appena ho sentito i pezzi su cui gli altri ragazzi stavano già lavorando e c’ho sentito dentro gli Audioslave, gli Alice in Chains, i Queens of the Stone Age, roba del genere. Come dicevo prima, cose molto anni ’90. Quelle che mi piacciono insomma. In aggiunta, oltre al fatto che personalmente ci tenevo a collaborare con tutti gli altri da diverso tempo, stavolta riesco a cantare in inglese cosa che non mi succede mai. Ma soprattutto perché il tempo per la musica si trova sempre! (Elena seduta da parte non sembra dello stesso parere. Ndr).

Summertime In Jazz