Andrea Gherardi, viene dagli USA e vive a Caorso, amante della musica ma con infiniti interessi: gestisce una piccola web Radio (Radio Pirata), ha una sala prove nella sua casa, ama l’arte e, prima di entrare nel vivo dell’intervista, ci parla di casa sua, aperta a chiunque voglia passare un po’ di tempo in compagnia. Ha un passato musicale nei BlackBones vincitori di un Tendenze e noti per il loro “rock piratesco” come lui ama definirlo, ma anche come cantautore (lo abbiamo ascoltato sul palco del San Matteo).
Adesso ci parla di questa nuova avventura, gli Evil Eye Lodge, che hanno appena sfornato il loro Ep : “Evil Eye Lodge” appunto.
Andrea, chi sono gli Evil Eye Lodge?
Sono tre anni che lavoriamo attorno a questo progetto, (è vero li abbiamo sentiti già a tendenze questa estate e al SoundBonico n.d.r.). Proveniamo da diverse formazioni: io dai Black Bones col mio passato di metal-punk piratesco, il bassista, Denis Cassi, dall’anima “Prog”, proveniente dai RoverArt, Davide Fortunati alla batteria anche nei Kickstarter Ritual con l’hard rock nelle vene, e Alessandro Zanelli alle tastiere, ex Porta Galera, colui che nel nostro gruppo è più vicino al Blues, lo stile che identifica “Evil Eye Lodge”!
E, allora, raccontaci del disco!
Forse sarà che vivo nella bassa con le sue nebbie, accanto al fiume, saranno anche le mie origini USA che giocano la loro parte, chissà! Sta di fatto che questo genere musicale, mi ha accolto fra le sue braccia. Non il Blues classico con i suoi giri standardizzati, ma quello più cupo, profondo. Quello che porta con sé reminiscenze Voodoo, che scava l’anima e mette un piccolo brivido nella schiena. I testi sono tutti in inglese. Sono madre lingua e mi viene naturale scrivere così.
[[{“type”:”media”,”view_mode”:”media_large”,”fid”:”5215″,”attributes”:{“alt”:””,”class”:”media-image”,”height”:”156″,”style”:”float: left; margin: 5px;”,”typeof”:”foaf:Image”,”width”:”317″}}]]Video Evil Eye Lodge – No Cure (for bad love)
Non proprio un Cd, forse neppure un Ep. Il vostro lavoro comprende 6 tracce. Parlaci di loro
Abbiamo scelto il modello dell’Ep. Abbiamo pensato che fosse la formula giusta per uscire, per coinvolgere gli ascoltatori senza esigere un grosso prezzo (6 euro è davvero il minimo sindacale n.d.r.). E’ anche il formato che ci permette di uscire, forse a breve, con un nuovo lavoro. Le canzoni parlano di umanità, nella sua accezione più ampia. Sono storie di persone, dei loro sentimenti, delle loro superstizioni o credenze, della loro spiritualità ma anche della loro vita concreta fatta di vittorie, illusioni, amori trovati e perduti. Mi piace sottolineare che i brani sono stati registrati in “presa diretta” per far risaltare meglio l’energia del suonare insieme che sarebbe stata sminuita nella registrazione classica su tracce differenti.
Ascoltando i brani, forti sono le citazioni e influenze musicali
Non possiamo certo negare che il nostro sound trae spunto e attinge a larghe mani da grandi musicisti come Tom Waits, Nick Cave e Jim Morrison. Il disco esce con la mia etichetta la Black Blood Brigade. Come dicevo il nostro blues è cupo, ma non per questo triste, anzi, una caratteristica del nostro gruppo e quella di “fare festa”, di scherzare per far divertire davvero chi viene ad ascoltare i concerti.
Il disco lo abbiamo ascoltato e riascoltato con piacere. Un sound che ammalia, che avvolge l’ascoltatore, lo ipnotizza. Da non perdere!