“Meglio se continuo a cantare” è cosa si è detto Edoardo Cerea ad un certo punto della sua vita. Ed è diventato anche il titolo di una canzone nonché dell’album che la contiene e che verrà presentato domenica 18 ore 21 al Trieste 34.
Edo, cominciamo proprio da questa canzone che da senso e titolo al disco.
La canzone viaggia nel mio eterno conflitto tra impulso ad agire quando, ascoltando tv o radio sento notizie che mi fanno ribellare oltre ad inorridirmi, e quello che penso di saper far: scrivere canzoni.
Non ha il senso della rinuncia all’impegno ma neppure continuare ad affrontare le cose d’impulso. Tra lo sconforto e la voglia di fare mi sono appunto detto: “meglio se continuo a cantare”. Non ha un significato di rinuncia, anzi! Nel disco infatti è presente anche una canzone che parla di uno spirito diverso “oggi mi va di crederci” (cantata per PcMusicPride al concerto del Municipale ndr)
Anche perché è da un bel po’ che aspettiamo un tuo disco!
Esattamente 7 anni. E in questo lasso di tempo di cose me ne sono capitate tante. Ho attraversato diverse situazioni, alcune anche pesanti. Questi fatti e le relative emozioni le tramutavo in canzoni che “ho messo lì”. Fortunatamente col passar del tempo sono riuscito anche ad elaborare le emozioni, soprattutto quelle più negative, e sono rispuntate le canzoni.
Dalle quali, presumo, sia nato il disco!
Le ho fatte ascoltare a Fabrizio Barale (chitarrista di Ivano Fossati e Yo Yo Mundi ndr) che ne è stato entusiasta e mi ha spinto ad una selezione, a nuovi arrangiamenti. Ho rivisitato anche i testi grazie all’apporto dello storico e scrittore Marco Peroni.
Che impronta hai dato al disco?
Posso definirlo eletttro-acustico. Con nuovi strumenti come la fisarmonica di Athos Bassissi oppure il banjo. Con un omaggio a Tenco con la canzone “come mi vedono gli altri” (eseguita con organo e fisarmonica). “Canzone per l’abusivo”, (dedicata al giornalista Giancarlo Siani ucciso dalla camorra) è cantata in italiano-napoletana e vede per la prima volta un ospite nei miei dischi: è Francesco di Bella cantante dei 24 grana che canta la parte napoletana della canzone.
La tua band?
Abbiamo registrato all’Elfo Studio e negli studi di Fabrizio Barale. Il disco vede la partecipazione di Paolo Codognola (chitarra), Alex Carreri (Basso), Fabio Villaggi (Batteria), Paolo “Apollo” Negri (Hammond), Athos Bassissi (Fisarmonica), Renato Podestà (Banjo) e Fabrizio Barale (chitarra).
Soddisfatto?
Di solito sono un tipo che “vola basso”, non mi sono mai visto come un grande promotore di me stesso. In questo caso posso dire invece di essere davvero soddisfatto, che è un disco davvero bello. Poi comunque sarete voi a giudicare dal vivo domenica sera!
Dove lo troveremo?
Domenica sera direttamente in teatro con un prezzo calmierato (5 euro). Successivamente da Alphaville oppure sulle piattaforme digitali.