La musica non ha confini e riesce anche ad abbattere dei muri che vorrebbero essere impenetrabili come quelli delle carceri.
Brunello Buonocore, responsabile delle relazioni con il carcere del Comune di Piacenza, da un po’ di tempo ha cercato di abbattere questo muro, aprendo un varco attraverso il quale far passare la musica e non solo quella.
Le sue parole sono emblematiche:
” In carcere la vita è rutinaria. Abitualmente entrano spettacoli, quelli televisivi e radiofonici, predisposti da altri con i loro palinsesti. Non è altro, quindi, che consolidare quella vita già oltremodo rutinaria che è la vita all’interno del carcere. Eventi musicali come quelli che stiamo proponendo, al contrario, innescano un sistema completamente diverso che parte dal concetto di <praparazione di un evento> per arrivare all’esecuzione dello spettacolo, così che l’evento sia davvero vissuto ed esca dalla routine quotidiana.
Dott. Buonocore, da oggi iniziano una serie di concerti all’interno del carcere, ce ne parla?
A dire il vero sono già cominciati. Lo scorso mese all’interno del Piacenza Festival Jazz sono venuti gli SugarPie & The Candymen, ieri l’altro Luca Garlaschelli, per la rassegna della Festa dell Musica che ha tenuto una lezione di musica. Da oggi si alterneranno in carcere Alessandro Colpani con Davide e Paolo Cignatta con il loro spettacolo “Questa specie di canzone”, il 1° di agosto verrà Josh Zighetti e gli HugryHeart mentre entro la fine dell’estate ritorneranno i Jack Folla che sono già venuti lo scorso anno.
Perchè questa scelta di portare la musica in carcere?
Non solo la musica ma anche proiezioni cinematografiche. Ma la musica ha il pregio di far partecipare le persone, arriva direttamente e crea “L’Evento”. E’ questo su cui vogliamo puntare: creare eventi che vadano oltre all’ordinarietà, oltre alla routine quotidiana per far smuovere davvero qualcosa nelle persone che sono all’interno del carcere.
Sono state gettate le basi per un lavoro che volete continuare in futuro?
E’ da qualche tempo che stiamo lavorando in questo senso e vorremmo implementare l’offerta. E’ un lavoro difficile, non tanto per le risorse economiche ma soprattutto per tutti gli aspetti burocratici. Tutti quanti devono remare nella stessa direzione e volere questo tipo di iniziative, in primis la Direzione del carcere ma anche gli operatori e le stesse guardie carcerarie.