Lo sguardo si perde e l’orizzonte si confonde nell’eterno fluttuare delle onde, in quel gioco unico e magico di attrazione e respingimenti che solo la luna e la grande distesa blu del mare riescono a combinare.
E così, come la marea salendo, seppellisce sotto di sé scogli e anfratti oppure, quando cala, lascia sulla spiaggia conchiglie che prima erano sommerse e le rende visibili, così l’ultimo album di Oyku Dogan è un susseguirsi di Ups and Downs, un continuo fluttuare di onde e maree, dentro le emozioni della sua vita.
Oyku Dogan, musicista di origine turca, di Izmir per l’esattezza (Smirne per noi italiani) ma ormai piacentina da diversi anni, ha conseguito una laurea in pianoforte jazz presso il nostro conservatorio sotto la guida di Umberto Petris. E’ manager di un’orchestra di musica classica, l’orchestra Teresia. Dal vivo l’abbiamo ascoltata a Tendenze ma anche in altri numerosi concerti in diversi locali della città.
Oyku, è arrivato finalmente il nuovo album! Le tue prime impressioni a caldo dopo la grande fatica
L’album nasce dal desiderio di racchiudere in una manciata di canzoni tutti i sentimenti che si sono succeduti in questo ultimo anno circa. Un anno caratterizzato da continue fluttazioni, da alti e bassi, potrei dire, in senso positivo, davvero incasinato.
Questo nuovo album è il tentativo di descrivere le emozioni provate. Posso dire che ogni canzone rappresenta una di queste emozioni.
“Moontide” è il titolo del disco. Non è quindi frutto del caso questo titolo!
Moontide, la marea, è davvero l’emblema di come ho vissuto l’ultimo periodo. Come dicevo, una continua altalena di sensazioni e “Moontide song”, la canzone uscita il 20 settembre e che anticipa il disco che uscirà il 18 di ottobre, racchiude questo spirito e ne è l’emblema.
Un album nel quale sei quindi la prima protagonista!
Si è un album autobiografico ma anche un album nel quale ho voluto mettermi in gioco al 100 per cento in tutti i sensi. E’ un album pensato, scritto, prodotto interamente da me. Ma ho voluto mettermi alla prova e rischiare ancora di più: le canzoni sono tutte “piano e voce”. Sono canzoni nelle quali la voce è lo strumento principale e io stessa sono al piano nel loro accompagnamento musicale.
Un album impegnativo sotto tutti i punti di vista quindi!
Decisamente. E? stato impegnativo anche per la scelta delle canzoni. Posso dire di essere molto prolifica nella scrittura e ho dovuto scegliere tra tutte le canzoni che avevo scritto, quelle che maggiormente descrivevano questo periodo della mia vita. Di certo è che le altre non rimarranno nel cassetto ma usciranno in momenti successivi.
Una piccola anteprima delle canzoni che saranno nel tuo disco oltre a “Moontide song” si intende
Posso dire che in tutte aleggia una buona dose di mistero e, attorno ad esse, è presente un’aura tenebrosa, misteriosa. Sono canzoni che definirei “notturne”. Dovendone citarne alcune posso dire che fino all’ultimo in lizza per rappresentare il disco, poteva esserci “september song” anche molto in tema con il periodo di uscita del disco.
Poi mi piace citare “forget you” nella quale c’è una grande dicotomia, quasi un gioco di opposti, tra la musica che è decisamente allegra, con il tema della canzone e quindi le parole che invece trattano il tema di un abbandono. Ho anche attuato un piccolo escamotage per descrivere tutti i sentimenti che si susseguoivano: ho asssociato le emozioni provate nei confronti delle città da me visitate nella mia vita, con le tutte le emozioni scaturite da questo cercare di dimenticare una persona: forget you appunto!
Quali altri spunti di ascolto ci puoi ancora fornire?
Ne lancio ancora un paio. Una canzone “Home”, già lo si evince dal titolo, è dedicata alla mia città, Smirne. Mentre, in un’canzone, sta a voi capire quale e dove, c’è un piccolo cameo, un richiamo alla musica e alle sonorità della mia terra, la Turchia.
Da ultimo ma non per questo meno importante, vorrei fare grande ringraziamento a chi mi ha seguito tecnicamente nella registrazione. Tutte le canzoni sono state registrate, missate e masterizzate da Audiozone.
Fin dalle prime battute sono stati entusiasti di questo lavoro. Anche questo fatto, oltre alla loro grande professionalità, è stato importante, anzi essenziale, per la buona riuscita di tutto il lavoro.