Mondo giovani: Davide, Matteo e la loro “Arcadia”

436

Sperando di non sbagliarci, affermiamo: c’è del fermento nel mondo della musica piacentina under 20.
Il mondo dei giovani (non quelli “dentro”, ma quelli con carta d’identità alla mano. Ndr) a Piacenza sta dando segnali di vivacità in tema musicale su più parti, dall’ascolto alla produzione, passando anche all’organizzazione e alla promozione di situazioni artistiche. Proprio di quest’ultima parte, vi vogliamo parlare.

Abbiamo incontrato due ragazzi under 18 che sembrano avere le idee molto chiare su quello che vogliono fare nel mondo della musica, loro sono Davide Savoia e Matteo Cattadori, e il loro progetto si chiama Arcadia.

Intanto spieghiamo cos’è Arcadia…

Arcadia vuole essere un’agenzia per artisti del mondo della musica con la funzione di valorizzare appieno il loro talento. Abbiamo in testa diverse funzioni, dal semplice booking per esibirsi, al video making e servizio “foto”, fino all’aiuto in fase di registrazione di album e pezzi. Tutto molto personalizzabile in base al tipo di artista e alle sue richieste. In partica un supporto a 360°.

L’idea da cosa nasce?
Da una tensione, un interesse verso la musica e verso chi la fa. Il tutto è partito dalla scorsa estate quando alcuni ragazzi con cui avevamo collaborato ci hanno cercato per dargli supporto e sostegno nelle varie fasi del loro lavoro. Lì abbiamo pensato che questo potrebbe diventare un impiego.

Siete rivolti ad un tipo di musica in particolare?
Da questo punto di vista non vogliamo scegliere qualcosa tagliando fuori altro. Ad esempio, un genere che è un po’ lontano dai nostri schemi abituali è il rap, ma anche in questo caso saremmo ben predisposti nel cimentarci in una cosa del genere anche se è un po’ lontana da noi ma che sarebbe sicuramente molto stimolante. Non vogliamo escludere nessuno, siamo noi che vogliamo adattarci per collaborare.

Appunto sui gusti, da che musica arrivate?
Noi partiamo da 2 basi completamente diverse. Da un lato ci sono io (Davide) con una base fortemente rock ma senza disdegnare il resto ovviamente, dall’altro lato invece Matteo arriva dalla musica classica, dal teatro e dall’opera. Siamo cresciuti insieme nonostante fossimo molto diversi, ma se siamo ancora qui sta a significare che qualcosa funziona. Pensiamo che avere un orecchio più teso verso un suono ed uno verso l’altro, completi a vicenda il lavoro.

In questo momento su cosa state lavorando?
Ad oggi ci stiamo concentrando su artisti che sappiano proporre live acustici oltre alle performance tradizionali. Parallelamente a questo ci stiamo interessando principalmente a gruppi che vadano dal rock al pop e ci stiamo orientando verso la creazione di on book di artisti che riescano a creare dei set in appoggio a cantanti solisti. C’è anche una mezza idea per un contest… ma magari ne riparleremo più avanti…

Domanda diretta: vi rendete conto di quanto è difficile lavorare nel mondo della musica!?
Si, sappiamo che è tutto molto difficile, però abbiamo molta passione e voglia di fare. Per noi la differenza tra la difficoltà ed il risultato è l’impegno che ci si mette nell’arrivare all’obiettivo. Vogliamo dimostrare che siamo due ragazzi intraprendenti e che abbiamo tutta l’intenzione di realizzare qualche nostro piccolo sogno.

I passi per arrivare a questo obiettivo?
Dopo il liceo puntiamo a studiare nel settore economico, spostarsi magari nella stessa città. Però in questo momento pensiamo che di primaria importanza sia il consolidamento del nostro impegno attuale e l’accumulazione delle informazioni che nascono nei momenti in cui si sviluppa un’idea. Tutto ciò ad oggi è più centrale rispetto alle scelte professionali che ognuno dei due ha in testa.

Qual è la paura maggiore in un’avventura del genere?
La paura più grande è quella di un insuccesso, ovvio, però è un rischio che va comunque corso. Non ci fa paura né la parte burocratica, anche perché abbiamo già avuto esperienze in merito, né la parte tecnica che stiamo cominciando a conoscere nei dettagli. Non abbiamo paura di tutte le cose che si possono imparare. Cerchiamo di andare incontro alle cose che ci stimolano, quelle che fanno paura arriveranno da sole. Se proprio dovesse andar male, ricominceremo da capo, con la stessa cosa o con qualcos’altro.

In conclusione, come vedete il movimento musicale giovanile a Piacenza?
C’è sicuramente qualcosa che si muove in giro. Coprendo cariche al Gioia (Matteo), compresa la web-radio, ho avuto la certezza che molti ragazzi piacentini portano avanti la cultura della musica e hanno tanta voglia di esprimersi. Noi vogliamo fomentare questo desiderio di mettersi in mostra. A volte si considera in modo sbagliato il panorama musicale fra i giovani solo perché c’è molto, molto materiale che purtroppo per i motivi più svariati, rimane inespresso. 

Summertime In Jazz