Dopo due anni di lavoro ieri è uscito il nuovo album dei No TnX dal titolo “Meglio Cani Che Padroni”. Le sonorità passano dal folk al rock arrivando fino al pop, ska e grunge. Il disco registrato negli studi di Dancetool a Borgotrebbia unisce questi suoni a testi, scritti da Andrea Rocca, che spaziano dal cinema alla vita di tutti i giorni in cui al centro troviamo la doppiezza morale e spirituale, rendendolo un lavoro intimo ma allo stesso tempo aggressivo.
Oltre al frontman Andrea Rocca, troviamo la voce e la chitarra acustica di Paolo Franco Mereni, la batteria di Luca Bonfanti e il basso di Roberto Botti, oltre ai 4 ragazzi dentro a “Meglio cani che padroni” ci sono tante collaborazioni, quelle con Alessandro Alloni all’organo Hammond, Andrea Speroni al violoncello, Marco Passera alla tromba, Carlo Muselli alle basi e Paolo Sessa alla voce.
Oltre alla musica anche altre due collaborazioni extra-musicali. La prima con lo scrittore Paolo Spaguolo, che si concretizzerà il 14 aprile al Baciccia.La seconda per quanto riguarda la grafica, quella con Artwork di Pio Prosperi che dalla copertina alla tracklist ha creato un vero e proprio viaggio visivo all’interno dell’album. Proprio nell’ottica di questa collaborazione per le prime 100 copie vendute del disco, verrà regalato un disegno realizzato dal musicista e disegnatore piacentino.
Per conoscere meglio l’album abbiamo fatto qualche domanda ad Andrea Rocca, per indagare nelle pieghe dell’ultimo lavoro dei No TnX.
Com’è maturato l’album in questi 2 anni?
Tutto il disco è nato e cresciuto seguendo una domanda “Quanto sono stato influenzato dal luogo dove sono nato, dove ho vissuto, le persone che ho frequentato, quello che mi è stato insegnato e, quanto di mio ci ho messo?”, tutto si è formato nel corso del tempo attorno a questo, creando una specie di concept album.
Com’è formato?
Tre pezzi sono dedicati alla trilogia cinematografica del Commissario Betti, “poliziottesco” anni ’70 di cui mi sono appassionato. Questo perché lui è identico a mio padre quando era in divisa. Tre pezzi sono pensati al tema dei Droni e alla disumanizzazione dell’uomo (i Muse ci hanno anticipato solo perché sono stati più veloci!). Palazzo Reale è il fulcro, attorno a cui gira tutto il disco, il pezzo più lungo e volendo il più complesso del disco.
Proprio dai 3 pezzi legati al Commissario Betti è nata la serata con Paolo Spaguolo…
Esatto. Mentre cercavo informazioni sul Commissario Betti mi sono imbattuto in Paolo Spagnuolo e nel suo libro su uno dei film della trilogia: “Napoli Violenta”. Da lì è nata l’idea di collaborare per portare in giro il suo libro e le nostre canzoni, cose che faremo per la presentazione dell’album e del suo libro al Baciccia.
Come è nato tecnicamente?
Fondamentalmente da riff miei che porto in sala prove. E’ raro ma capita che le canzoni le porto già con degli arrangiamenti per certi strumenti, ma la maggior parte delle volte lascio carta bianca agli altri componenti della band, dato che ho la fortuna di suonare con persone molto più brave di me (e non lo dico per falsa modestia… per fortuna è la verità). Siamo un gruppo, quindi se ognuno non ci mette del suo non si sente parte del progetto musicale.
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Cos’è cambiato nel metodo di lavoro rispetto al primo album “Superstiti”?
Durante la produzione del primo album volevamo fare un disco autoprodotto all’essenza. Ho perso anni di vita per mixare quell’album in mezzo a benzina e solventi vari nel garage di Roberto! Nonostante sia diplomato come tecnico del suono Sae ho deciso (e gli altri sono stati stranamente d’accordo) di non gestire niente di questo disco per concentrarmi a fare il musicista/produttore e non il fonico. E’ stata la prima esperienza lavorativa per Andrea Speroni che si è occupato della registrazione e poi abbiamo deciso di Mixare e Masterizzare il tutto “fuori” affidandoci a Federico Pelle.
Le tante collaborazioni sono nate sul momento o erano già previste?
In realtà ne avevo in mente un po’ e ne ho cercate di più. Come succede sempre in questo mestiere, incontri e conosci nuove persone e in più Facebook aiuta molto. Per la trilogia dei Droni avevo in mente delle basi elettroniche e non volendo occuparmene direttamente ho trovato nella persona di Carlo Muselli (pagato in caffé) un validissimo appoggio. In mezzo ai tanti artisti con cui abbiamo creato l’album, due parole in più le merita Paolo Sessa. Lo abbiamo conosciuto tramite la Diavoletto Netlabel che ci aveva selezionato per partecipare alla compilation del decennale di “Catartica”. Avevamo bisogno di una voce, loro ci hanno segnalato lui, cantante dei Malatja, e da subito si è reso disponibilissimo.
Collaborazioni che sono andate oltre a quelle strettamente musicali…
Quella con Pio Prosperi. Gli abbiamo lasciato libertà d’azione e lui ci ha stupiti con un lavoro encomiabile. Oltre a ciò si è offerto di realizzare 100 disegni da allegare alle prime 100 copie vendute, ti rendi conto?! Anche a lui, come tutti gli altri, va sottolineato un grosso “grazie!”.