Alessandro Colpani torna con il suo nuovo album “Live In Studio”
Il cantautore piacentino racconta il suo nuovo progetto a Piacenza Music Pride
Raccontaci un po’ come è nata l’idea di questo nuovo progetto: quale messaggio vorrebbe trasmettere?
Quest’anno ricorrono dieci anni dalla mia prima uscita con Orzorock Music, e dalla nascita stessa dell’etichetta discografica: con questo album ho voluto ripercorrere il lavoro fatto insieme, suonando di nuovo alcune mie canzoni già uscite in precedenza con loro.
In parte è stata l’occasione di fare riascoltare certi brani ancora validi, e in parte ho potuto riproporne alcuni in un modo inedito rispetto a prima. Perché di anno in anno cambia il modo di fare, di suonare, di dire.
Nel caso di questo progetto mi presento con una formazione ampliata, che ha permesso di espandere l’arrangiamento.
Quale tra le canzoni presenti nel disco credi rappresenti meglio il progetto e per quali motivi?
La prima canzone, a cominciare dal titolo “La sintesi”.
È una canzone dove è possibile ascoltare tutta la band, con interventi e risposte di singoli strumenti, e con un testo critico che mette a confronto alcune fasi della crescita personale e artistica.
Ci sono tutti gli elementi che possono dare un’idea del contenuto generale della raccolta.
Non sei stato solo nella realizzazione di questo nuovo disco: come è stato trovarsi a lavorare insieme a “vecchi” amici artisti alcuni dei quali spesso propongono un genere musicale “diverso” dal tuo?
Credo tu ti riferisca alla distanza tra il mio genere e quello suonato solitamente dal bassista Giulio Armanetti, che è arrivato dal rock e dintorni delle band Zebra Fink e Nagual: Giulio è l’ultimo entrato nel progetto, ma ha trovato delle bellissime soluzioni anche qui, come nella canzone “Quando dici che mi ami” (nella versione di quest’anno).
Anche gli altri musicisti sono stati impeccabili, a cominciare dal chitarrista Roberto Selvatici col quale ho la fortuna di collaborare da parecchi anni.
La batteria è di Andrea Maccagni, una scoperta musicale e personale, mentre le tastiere sono state suonate da Alain Scaglia, che sulla canzone “Deja vu” mi accompagna con la fisarmonica.
Nonostante l’avvento del digitale la registrazione in studio ha ancora il suo fascino: prendendo spunto dal titolo del disco, avrai occasione di presentarlo proprio nel luogo dove tutto ha preso forma?
Il fascino della registrazione in studio dipende anche dalla qualità della struttura che ci ha ospitato, l’Elfo Studio di Piacenza, e dal tecnico che ha seguito tutto il lavoro, il fonico Daniele Mandelli.
Per ora questo live si può ascoltare sulle solite piattaforme e dal mio sito www.colpanialessandro.it, oltre che attraverso due video del regista Alessandro Massari che si trovano su YouTube.
Spero però di poterlo suonare presto con la band davanti a un pubblico (che in studio non c’era), come abbiamo fatto al festival Orzorock di quest’anno.
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