Max Pieri racconta Troletti: la nostra musica, i nostri dischi

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Max Pieri racconta Troletti:
la nostra musica, i nostri dischi

Io e Mario ci siamo incontrati tanti anni fa ai tempi d’oro del Field.

Allora ero solito organizzare una jam con i musicisti: tanti erano amici altri, passavano per caso, e, pronti via, si suonava

Una volta, non ricordo esattamente l’anno, si è presentato anche Mario con chitarra in spalla. Lo avevo sentito nominare ma non lo avevo mai incontrato prima. Abbiamo cominciato a suonare e… non abbiamo più smesso.

Comincia così il racconto di Massimiliano Max Pieri. Uno che condivideva con Mario lo stesso imprinting riguardo alla musica: la musica che nasce spontanea, unica e irripetibile, eseguita per quel momento preciso, come la vita, unica.

Max continua nel suo racconto.

Abbiamo cominciato a frequentarci e le jam session continuavano, continuavano in studio o in sala prove. Coinvolgevano tanti altri musicisti di altissimo livello.  Così tanto per citarne alcuni posso nominare Lorenzo Poli, (chi non lo conosce! fra l’altro suona nell’orchestra del festival di Sanremo tanto per dire. n.d.r.), Giorgio Santisi (trent’anni di palchi nazionali e internazionali), Enzo Frassi (che purtroppo ci ha lasciati lo scorso anno), Pippo Guarnera raffinato hammondista, Ernesttico, percussionista cubano incredibile.

La musica di Mariolino rispecchia proprio l’idea della musica che Mariolino aveva.
Un concetto puro della musica, senza compromessi.

Andavamo in studio per fare musica, per crearla insieme, per portarla alle altre persone senza la prerogativa assoluta di creare un prodotto da vendere. Solo per la musica.

Abbiamo registrato due dischi oltre ad alcuni brani sparsi.

L’animatore è uno di questi. Com’è nato? Ci siamo trovati in studio, Mario aveva a grandi linee l’idea dei brani. Ma davvero a grandi linee. Nella pratica li abbiamo improvvisati, lì seduta stante, buona la prima, creando un album intero.

Successivamente abbiamo sovra inciso le percussioni (Vittorio Solinas). Nel disco ci sono anche due pezzi che lui ha registrato negli stati uniti, ai quali abbiamo aggiunto le percussioni. Due pezzi, riconoscibili perché c’è un fondo di elettronica frutto della collaborazione con un musicista USA.

Ascolta L’animatore
Pieri
Mario Troletti, (composer, Guitars, Vocals & Bass) Max Pieri, (Drums & Percussions) Alberto Molinaroli, (Harmonica) Vittorio Solinas (add percussions). Giulio Dejo (Keyboards)

Poi c’è NAIFF. Come al solito ci siamo trovati nelle sale prove. Devi sapere che all’epoca cercavo di registrare qualsiasi cosa facessi. Beh, Cercando di fare una registrazione decente. Abbiamo improvvisato per un pomeriggio intero, poi ascoltando le registrazioni, ci siamo accorti che qualcosa, qualche brano che poteva andare. Abbiamo chiamato due miei carissimi amici, Mattia Tedesco e Andrea Torresani (che fra le altre cose è l’attuale bassista di Vasco per intenderci. n.d.r.) ed è uscito Naif. Lo abbiamo chiamato così perché rispecchia, per com’è nato, per il modo in cui è nato, esattamente i criteri di quella corrente  artistica: Naif appunto

Ascolta NAIFF  

Questo spirito, questo modo di vedere la musica come modo per rappresentare lo stato d’animo di quel momento quindi strettamente legata all’improvvisazione, se in studio era presente, era portata all’estremo quando suonavamo dal vivo.

Fatto salvo alcuni pezzi, vado a memoria, mi ricordo solamente un brano, Stratus di Billy Cobhan, tutto era improvvisazione e, questo improvvisare, valeva per tutti i musicisti con cui suonavamo:  Lorenzo Poli ecc ecc

E quando si riesce ad improvvisare con un certo feeling, all’ascoltatore passa la sensazione che questi brani siano preparati, di repertorio, invece è proprio tutta sola improvvisazione e con Mario questo capitava.

Nei miei archivi ci sono centinaia se non migliaia di tracce di queste improvvisazioni.

Nella mia mente porto tanti ricordi di concerti con Mario. Uno che mi porto dentro con tanto piacere è stato quando abbiamo suonato a Pistoia per il 75° anniversario della fabbrica, UFIP, che produce i piatti per le batterie. Io ero il direttore artistico della manifestazione e tutto si svolgeva in un contesto bellissimo: La Rocca Paolina.

C’era un parterre di musicisti incredibili. Noi due siamo stati artefici di numerose session, tutte d’improvvisazione si intende (ride) che svolte alla Rocca Paolina creavano un’atmosfera che sento tutt’ora. E’ davvero un bel ricordo.

Summertime In Jazz