“La storia siamo noi” cantava De Gregori. E proprio le canzoni rappresentano il modo più spontaneo e diretto per raccontare la storia dei popoli, dei cambiamenti, delle usanze, del territorio e della sua evoluzione a volte in meglio altre in peggio.
Lambrusco & Pop Rock nasce dall’idea di raccontare il territorio Emiliano Romagnolo attraverso l’analisi delle canzoni che di esso parlano.
Giovanni Battista Menzani, di Edizioni Officine Gutenberg, ne è l’ideatore e, per descrivere questo libro, ama usare l’aggettivo “Leggero”. “Perché” continua “non vuole essere una critica musicale, un saggio dei testi, ma un modo semplice e diretto per osservare un territorio nei suoi cambiamenti, filtrato attraverso le personalità degli autori che, oltre a me, sono stati Chiara Ferrari, Antonio Bacciocchi, Lorenzo Rai e Paolo Menzani. La molteplicità degli autori ci ha consentito di allargare un po’ lo sguardo e rendere al meglio la nostra idea iniziale
Nella foto: Antonio Bacciocchi, Giavanni Battista Menzani, Chiara Ferrari, Lorenzo Rai, Paolo Menzani
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A Giovanni Battista e a tutti gli autori poniamo le stesse domande in questa “Intervista quintupla”
Perché avete pensato ad un libro come Lambrusco e PopRock?
Giovanni Battista Menzani (GBM): Punto cardine dell’editoria di Officine Gutenberg è di la pubblicazione di libri legato territorio piacentino. Abbiamo allargato lo sguardo valutando che sarebbe stato originale, anche perché sono pochi i riferimenti letterari in materia, narrare un territorio attraverso le canzoni che di esso parlano. Abbiamo inserito anche autori non emiliani (Rimini di De andrè, Modena di Baccini ad es), dedicate a questo territorio.
Chiara Ferrari (CF): nel puro stile “Officine Gutenberg” Il libro vuole essere una guida, per allargare la visuale e raccontare la nostra regione in modo insolito: utilizzando i testi delle canzoni. Le canzoni hanno costruito una geografia sonora dell’Emilia Romagna, raccontando le città e come sono cambiate nel tempo (Bologna, Reggio Emilia, Rimini, Modena, Piacenza); le passioni degli emiliano romagnoli: il cibo, i motori, le balere, le tradizioni; il carattere degli emiliani: testardi e goderecci. I grandi personaggi
Antonio Bacciocchi (AB) Un libro per essere veramente originale, deve occupare certe nicchie. Da questo punto di vista è impeccabile un libro come questo non esisteva. Inoltre penso sia una bellissima idea
Lorenzo Rai (LR) Era un’idea che girava da un po’ di tempo e poi ci si è detti o lo facciamo adesso oppure buttiamo dentro. E così lo abbiamo fatto! Ci abbiamo pensato perchè la nostra regione, anche solo a pensarci per 10 secondi, ha dato vita a tanti grandi pezzi e album attraverso generi diversi e metterli insieme in unico libri ci piaceva sia segnare un punto (ovviamente tutto nostro) sia come sfida
Paolo Menzani (PM): Il mio è il pnto di vista dell’editore. Ho avvallato il progetto perchè amplia i confini della nostra editoria da quelli provinciali a quelli regionali.
Con che criterio hai scelto le tue canzoni?
GBM: la mia formazione è legatissima al percorso cantautorale e quindi ho inserito un paio di canzoni come “il vecchio e il bambino” di Guccini, ma ho preferito poi lasciare questo campo a Chiara e avventurarmi nel rock anni 90 con un’angolatura ambientale: CCCP, Offlaga Disco Pax, Massimo Volume e Le Luci della Centrale Elettrica. Questi ultimi hanno tracciato negli ultimi anni un vero e proprio reportage della bassa. In queste canzoni trovi proprio un’analisi di questo paesaggio che è molto cambiato, molto spesso devastato.
CF: Ho scelto le canzoni di autori di cui avevo già un po’ affrontato la poetica occupandomi in precedenza di canzone di protesta: Guccini e il 68 con Eskimo, per esempio, o Lolli con Agosto e la strage dell’Italicus, Amodei e i morti di Reggio Emilia. Da qui la sfida di provare a cercare autori “stranieri” che avessero raccontato l’Emilia: Baccini con le donne di Modena, De Andrè con Rimini, The giornalisti con Riccione
AB: Ho cercato cose più oscure, nel punk, ma anche nell’hip hop ad esempio
LR Tutto è partito da una scelta a monte in base a chi è stato chiamato a partecipare. Tutti e 5 abbiamo anime, gusti, passioni e conoscenze diverse nel mondo della musica e perciò le scelte sono venute anche abbastanza spontanee nel momento della suddivisione dei ruoli. Tutti noi durante il lavoro ci siamo trovati tra le mani o i pezzi che hanno segnato qualcosa in particolare per noi; che cronologicamente ci sono più vicini; o ancora quelli più vicini alla nostra indole
PM: Ho cercato di affrontare quelle canzoni rivolte ad un pubblico più giovane. Tutti noi autori abbiamo lo stesso target d’età e quindi potevamo tralasciare diversi cantanti più òegati ad un target più giovane. Le schede sono state anche condizionate alla sfera bolognese città a me cara sia per motivi di lavoro che per fede calcistica. Hanno prevalso i luoghi, nel mio caso anche le singole vie o piazze.
Cosa ti ha divertito di più nella stesura delle tue schede?
GBM: mi ha costretto a ripensare a canzoni che avevo messo nel cassetto. Ho ripescato dei dischi che senza questa occasione mai avrei riascoltato.
CF: E’ stato divertente confrontare le diverse interpretazioni dei luoghi che uscivano dalle canzoni. Sorprendente la varietà dei punti di vista. ES: Modena. Per i Modena City Ramblers è la città caciarona dove scorrazzare per suonare, divertirsi, bere fino all’alba, la città del dialetto. Per Guccini è un bastardo posto da cui scappare. Per Baccini la città che ha realizzato il sogno di fare musica
AB: la ricerca, scovare qualche gemma perduta – vedi il brano dei nostri Pedago Party
LR: Sicuramente il mettere dentro ad ogni scheda che ho firmato, qualcosa di mio o meglio dell canzone ma chi riportasse a qualcos’altro a me sensibile. In particolare qualcosa che da un lato entrasse nella cronistoria e nella natura del pezzo ma che dall’altro lato invece ne usciva per ricollegarsi ad eventi o momenti che poi riportavano ancora al soggetto della scheda
PM: la cosa che mi è piaciuta di più è stato studiare. Attraverso i testi delle canzoni approfondire quanto contenevano. Un esempio: la canzone dello Stato Sociale “Linea 30” che parla della linea dell’autobus che dalla bolognina passava davanti alla stazione e attraverso questo aneddoto parla della strage di Bologna, è stato un modo per andare ad approfondire questo episodio drammatico anche ricercando testi o filmati attinenti a quei fatti.
Che difficoltà incontrato invece nella stesura delle schede?
GBM: la difficoltà è stata nel non avere a disposizione una grande bibliografia in merito. Io ho attinto a “Fuori i compagni dalle balere” un bel libro di Raffaele Meala che mi ha aiutato a definire i contorni del libro, e che già dal titolo definisce l’anima del nostro territorio: tra divertimento rappresentato dal liscio e il partito.
CF: Scegliere le canzoni di un determinato autore, escluderne altre. Cercare canzoni di autrici donne Decidere a un certo punto di chiudere il progetto perché avrebbe potuto proseguire all’infinito
AB: più che altro il timore di dimenticare qualcosa di importante. Ma credo che si sia evitata questa eventualità
LR: Probabilmente per assurdo le difficoltà maggiori sono nate con i pezzi che conoscevo meglio e da più tempo. Questo perché le “tue” canzoni, “quelle che per te hanno voluto dire qualcosa e che trovi sempre lì” (come diceva in Radiofreccia, Bruno Iori detto anche Bruno Iori). sono quelle a cui hai dato un significato tu, ma dato che devi cercare di parlarne anche magari a chi non le ha mai sentiti. bisogna cercare di leggere come se fosse la prima volta, il primo ascolto. E non è mica facile.
PM: la parte più difficoltosa riguarda Dente, un cantautore che adoro e che volevo inserire assolutamente anche per vicinanza geografica (E’ di Fidenza n.d.r.). E’ stato difficile inserirlo dentro al progetto perchè nelle sue canzoni il tema del territorio emiliano viene trattato senza riferimenti espliciti frequenti. Però ce l’ho fatta.
Per quale motivo una persona dovrebbe comprare e leggere questo libro?
GBM: Forse per la sua caratteristica di essere un libro leggero, anche ironico per descrivere un territorio e i suoi cambiamenti, anche perché il libro abbraccia uno spazio temporale molto ampio.
CF: Il libro è per appassionati di musica d’autore, di musica cantautorale che abbiano voglia di scoprire la ricchezza del patrimonio musicale di questa terra, scoprendo anche una marea di artisti poco conosciuti. Da insegnante di lettere, inoltre, credo potrebbe essere utile proprio ai docenti di letteratura che possono mettere a confronto il testo di una canzone con un testo di poesia. O agli insegnanti di geografia per raccontare diversamente il territorio. Utile anche per le lezioni di storia. Le canzoni non sono semplicemente parole e musiche ma, essendo immerse in un contesto storico in cui l’autore ha vissuto e le ha scritte, si portano dietro la storia del nostro Paese. Spesso sono testimonianze dei fatti più tragici: la strage del treno Italicus e della stazione di Bologna, la Resistenza e l’antifascismo, le bombe negli anni del terrorismo, gli Indiani Metropolitani e la rabbia giovanile.
AB: Perchè è curioso, esaustivo e contiene un sacco di aneddoti e particolari poco conosciuti
LR: Intanto perché speriamo che anche altri aspettassero un’edizione del genere e che il nostro sforzo venga premiato. Poi anche perché grazie alle singole conoscenze di ogni autore, sono state messe insieme, e questo era un grosso obiettivo alla base del lavoro, tante “fotografie” della nostra regione nel corso di circa 50 anni di storia dell’Emilia Romagna che canta e che scrive.
PM: Innanzitutto perchè chi lo legge potrebbe scoprire in modo leggero tante cose del nostro territorio. E’ un libro formativo, senza la suppponenza del trattato. Un libro che può essere letto saltellando da una scheda all’altra. Molto legato al download delle canzoni che vengono lette. Un libro “Spotifabile”. Ma, nonostante la sua leggerezza, ha molti rimandi alla nostra storia.
Video: presentazione al Melville
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