E’ attraverso la partitura del vulcanico Joe Schittino che trova risalto l’opera di Claudio Saltarelli che verrà presentata come prima assoluta il 12 settembre a Palazzo Farnese.
Come lo stesso Saltarelli ci ha raccontato (l’intervista è apparsa su questo sito il 27 Agosto e la trovi QUI ) l’opera (dal titolo ” «Lapeggiamenti», amenità, querimonie et altri tremendi affetti nella nobilissima Florenzia. Piccolo processo d’un amico a Dante Alighieri”) è un omaggio al Sommo Poeta che vuole esulare dal contesto, tanto importante quanto scontato e approfondito dai più, della Divina Commedia.
L’opera ci riporta un Dante attraverso il confronto con un suo coetaneo, giurista, politico e anch’esso rimatore, Lapo Saltarelli avo proprio di Claudio Saltarelli.
E’ un’opera che vive di contrapposizioni ed è proprio da queste che Joe Schittino ha ordito la trama musicale.
Joe Schittino, quali sono gli spunti da cui ha attinto per la musica dell’opera di Saltarelli?
L’opera è incentrata su due personaggi: Dante che rappresenta la classicità, e Lapo personaggio storico secondario sul quale viene accesa luce da protagonista. Ho cercato interpretare il dualismo della rappresentazione attraverso un continuo alternarsi di parti tonali che immediatamente sfumano in momenti dissonanti.
Claudio Saltarelli ha scritto l’opera in linguaggio riamato con ampio utilizzo di un linguaggio fiorentino antico-modernizzato ricreando in tono moderno le caratteristiche della scrittura degli inizi del 1300 una forma di “dolce stil novo “ moderno.
Mentre Claudio ha dato questo “colore” letterario all’opera, dal canto mio ho pensato ad una musica che posso definire più “birichina”, a tratti spigolosa, in ampi momenti ironica. Uno sviluppo complessivo di certo molto variegato.
Come mai questa impostazione quasi in contrapposizione con il carattere classico che traspare dal libretto?
L’opera è incentrata su due personaggi: Dante che rappresenta la classicità, e Lapo personaggio storico secondario sul quale viene accesa luce da protagonista. Sono due personaggi che ho trovato in sintonia in certi momenti, mentre in alcuni passaggi appaiono in contrapposizione verbale ma anche come personalità e storia di vita. Ho cercato rappresentare il dualismo della rappresentazione attraverso un continuo alternarsi di parti tonali che immediatamente sfumano in momenti dissonanti.
Una scrittura letteraria che prevede solo due cantanti in scena
Due cantanti che si sobbarcano tutto il peso dell’Opera. Per loro un lavoro intenso reso ancora più impegnativo dai passaggi tonali che descrivevo prima.
Solo due cantanti in scena, scelta anche dovuta al periodo difficile che stiamo vivendo. Anche la partitura ha tenuto conto delle esigenze di distanziamento dovute al covid?
Si, ho scritto il tutto per un’orchestra ridotta. L’opera può essere definita “opera da camera”. Per rappresentare al meglio il modello musicale che avevo in testa, è come se avessi “spacchettato” l’orchestra formando piccolo ensemble (due quartetti d’archi, un quintetto di fiati) che si passano la voce, dando vita a contrapposizioni tonali ma anche timbriche. Queste ultime esaltate nel contrasto tra il timbro metallico del piano contrapposto a quello morbido del contrabbasso.
Orchestra guidata dal Maestro Camillo Mozzoni.
Col quale avevo già collaborato in passato. A lui ho passato lo spartito e, cosa per me usuale, lascio libera interpretazione al direttore d’orchestra. Questa libertà di esecuzione fa sì che io stesso apprenda sfumature interpretative che non immaginavo. E’ un approccio che arricchisce anche me.
Joe Schittino siciliano di nascita e di residenza ma ormai di casa qua a Piacenza
Tornare a Piacenza è come essere a casa. Sia a livello personale per le amicizie consolidate, che musicale, sono tante le emozioni che mi legano a questa città. Non ultima la collaborazione con Claudio Saltarelli col quale ho rappresentato “Opera Minima” al Municipale nel febbraio 2020.
Joe Schittino un compositore vulcanico, originale, mai scontato. Forse sono queste le caratteristiche che hanno convinto la celebre casa editrice Friedrich Hofmeister Musikverlag ad inserirla nel suo catalogo.
Se fossero queste ne sarei felicissimo! Sono altrettanto felice perchè questa casa editrice rappresenta un punto di riferimento autorevole nell’ambito delle pubblicazioni musicali. E’ nata più di 100 anni fa (1807 per l’esattezza). Nel suo catalogo, già dagli esordi, troviamo pubblicazioni di Beethoven, Chopin, Listz. Questa casa editrice ha dato alle stampe la prima edizione della Seconda sinfonia di Mahler. Essere al loro fianco è davvero emozionante.