Nel tempo del Corona Virus, uno dei settori che ha avuto il potere, il compito, il riconoscimento collettivo di aver alleviato le ferite fisiche e psicologiche della pandemia è stato quello culturale.
Tantissime le iniziative hanno permesso di poter ascoltare musica, consultare libri, vedere rassegne teatrali e/o cinematografiche.
Il settore culturale però è stato anche quello più colpito, e, fin dal primo giorno, sono stati annullati concerti, rappresentazioni teatrali, sono state chiusi i musei e le biblioteche.
Ora sta iniziando la fase 2, quella della parziale e graduale apertura. Si parla di tutte le attività economiche e… come per incanto, il mondo della cultura torna nell’oblio, nel dimenticatoio.
Molte associazioni culturali piacentine, consce del proprio ruolo e consapevoli che da loro traggono profitto e sostentamento economico molte, tante persone che nel settore culturale operano, si sono raggruppate in un coordinamento e interrogano il Sindaco di Piacenza, il Prefetto e tutti i rappresentanti istituzionali oltre che tutti i cittadini, in merito a come sarà gestita la fase 2 anche per il mondo culturale.
Un appello che sosteniamo come Piacenza Music Pride e condiviso da Laboratorio Alberto Esse, Cantiere Simon Weil, Cinemaniaci, EN Laboratorio Collettivo, Concorto, Coro Polifonico Farnesiano, Mikrokosmos, Laboratorio Mondialità Consapevole, Epikurea, Quarta Parete Teatro, Piacenza Comics, Piacenza Jazz Club, Fabbrica & Nuvole, Amici della Lirica, Le Stagnotte, Artemusica, Piacenza Kultur Dom, Progetto Musica, Propaganda Produzioni, oltre, come dicevamo, da Piacenza Music Pride,
“Dalla data del 22 febbraio 2020, nel rispetto della legge e delle azioni di prevenzione alla diffusione del Covid 19, tutti gli spazi culturali (teatri, scuole di teatro, cinema, musica, arti, laboratori ecc.) sono chiusi; le manifestazioni di spettacolo dal vivo sono cessate e non appare all’orizzonte nessuna data certa di riapertura, pur nel rispetto di possibili e normali protocolli di sicurezza da approntare.
In un momento così difficile per tutti, sono stati molti gli operatori del modo della cultura a reagire positivamente agli avvenimenti negativi continuando, gratuitamente, ad operare spostando il proprio lavoro on line per dare sostegno e strumenti di riflessione in una situazione di grande smarrimento collettivo”.
“Come tante categorie presenti nel mondo del lavoro, anche noi, prevediamo ingenti perdite economiche, aumento dei costi, grosse difficoltà a mantenere i posti di lavoro dei nostri dipendenti, così come le associazioni culturali e no profit corrono il rischio di dover cessare le proprie attività culturali per sempre. Rischi ingranditi dalla continua disattenzione e mancanza di ascolto, negli anni, da parte delle istituzioni pubbliche locali che hanno continuato a diminuire, arrivando ad azzerarle, le risorse destinate alla valorizzazione della parola ‘cultura’. Il rischio è di veder mancare, al momento della ripresa della vita cittadina, il tessuto di operatori professionali e di volontariato culturale che operano per creare la rete degli eventi culturali che sostengono il senso di comunità e che danno da sempre immagine, lustro, pensieri, riflessioni e carne all’anima della città”.
“Rimanendo, per nostra sensibilità civica, giustamente in silenzio, nei momenti duri e difficili in cui Covid 19 ha colpito Piacenza, assistiamo ora, al momento della ripresa e dell’inizio della Fase 2, ad azioni di rilancio delle attività culturali istituzionali e alla totale assenza nel dibattito politico locale della nostra categoria professionale e di volontariato, come se il nostro lavoro non sia mai esistito nel passato, nel presente e non debba esistere nel futuro. Forse su questo tema siete in ritardo, forse no, ma riteniamo sia doveroso da parte vostra ricordarvi della nostra presenza ‘attiva’, mentre da parte nostra è doveroso rivendicare, sempre e senza timore, la dignità di lavoratori e volontari dell’arte, della cultura, dello spettacolo, della formazione e, per diretta conseguenza, dell’innalzamento della qualità della vita dei cittadini. Chiediamo ai rappresentanti della città, e dei cittadini di Piacenza, di comunicarci se esiste un progetto culturale per la ripartenza e quale ruolo e livello abbiamo all’interno del progetto stesso. Ci aspettiamo quindi da parte vostra una maggiore considerazione e l’immediata apertura di un tavolo di lavoro con il Coordinamento Associazioni Culturali di Piacenza, che permetta un confronto costruttivo teso a risolvere le problematiche e le richieste qui elencate”.