“Vengo a Piacenza perchè fortemente voluto dalla Direzione Artistica del vostro Teatro. Di rado capita che alle parole ed agli annunci seguano fatti concreti e sono rimasto davvero colpito dalla serietà della programmazione piacentina! Lo dico anche con un po’ di invidia perchè a Parma queste cose non succedono, purtroppo. Lo spettacolo Butterfly che porterò a Piacenza avrà una sua programmazione in altre città e sarà mio dovere menzionare Piacenza perchè una parte del merito di questa specifica produzione è anche vostro.”
Esordisce così il Maestro Riccardo Joshua Moretti nell’intervista che concede a PiacenzaMusicPride.
Riccardo Joshua Moretti ha composto le musiche originali del balletto “Butterfly” che chiuderà la Stagione di Danza al teatro Municipale domenica 12 aprile, ed è stato per noi un vero piacere ascoltarlo: non solo in merito allo spettacolo, ma anche nelle naturali divagazioni sugli aspetti culturali legati alla musica.
Lei ha un repertorio di produzione molto legata alle musiche per colonne sonore, ed un legame molto forte con Giacomo Puccini (ha anche impersonificato Puccini ne “Puccini e la fanciulla” diretto da Paolo Benvenuti. ndr)
Verissimo, ho una sacra venerazione e un legame fortissimo con Puccini. La composizione delle musiche per questo balletto non è estranea a questa mia passione. Il 30% della musica del balletto é legata (e rimanda) direttamente alla composizione pucciniana, il restante 70% è di mia composizione anche se, l’analisi e lo studio di Puccini da parte mia è così intenso che questo 70% sembra parte integrante delle musiche del grande compositore.
Come è avvenuta la composizione delle musiche soprattutto in funzione della loro forma espressiva ultima, quella del balletto?
E’ stato un lavoro di grande affinamento e quasi in simbiosi con il coreografo Maestro Marco Batti, lavoro che è durato diversi mesi. Bisogna tenere presente innanzitutto che le musiche verranno rappresentate “danzando” e soprattutto è importante conoscere il tipo di corpo di ballo che si ha a disposione. In questo caso è un gruppo giovane, solido, che lavora in modo quasi frenetico ma entusiasta e che si avvale della presenza dell’etoile Giuseppe Picone.
Di vitale importanza è il rapporto che si instaura con il coreografo. Lavorare con Batti è stato molto istruttivo e soddisfacente, lui è davvero un maestro nel giostrare la coreografia con le luci (elemento integrante dello spettacolo) e ogni gesto o movimento (seppur minimo) dei ballerini è coordinato con la musica, quasi a vestirla.
Quali sono le caratteristiche di questo “Butterfly”?
Decisamente importante è stato lo studio e il lavoro fatto sul primo ballerino, Giuseppe Picone. A lui infatti è stato affidato il ruolo non facile di Giacomo Puccini, un compositore che sogna la creazione dell’opera che la vede crescere materialmente attorno a sè. Come sapete Giacomo Puccini è stato un grande indagatore e “amatore” dell’animo femminile e tutte le sue opere nascono dall’innamoramento per l’eroina di quell’opera. In questo caso Picone, ha il compito di guidare lo spettatore nello sviluppo dei sentimenti del Puccini verso Madame Butterfly, evidenziando il rapporto madre-figlio.
Una curiosità: quando deve comporre una musica, soprattutto quella di un film, da dove comincia?
Penso che in un film la musica più bella sia quella che non si nota, ma che resta! Cercare quindi di non soverchiare il senso drammaturgico del film stesso, ma di accompagnarlo. Di far sì, cioè, che ripensandola nello spettatore possa rinascere il senso di tutto il film.
La sua attività prevede anche l’insegnamento con una cattedra dedicata alla composizione di musiche da film, è questo che cerca di trasmettere ai suoi allievi quindi?
Mi rifaccio ad un aneddoto: se ti trovi nel deserto da solo e in lontananza vedi una luce in te nasce un senso di insicurezza perchè non sei sicuro di quello che possa esserci vicino a quella luce, magari pensi che ci siano persone non proprio amiche, ma se senti che da quella luce proviene una musica quello che provi è un senso di sicurezza. Questo è quello che cerco di trasmettere! Sono insegnante presso il Conservatorio “A. Boito” di Parma e tengo il corso “La musica nel cinema”. Con orgoglio posso dire di essere il direttore artistico del “Parma International Music Film Festival” che sta riscuotendo numerosi consensi in tutto il mondo.
Ritornando alla sua affermazione di apertura, come vede la produzione musicale sul territorio piacentino-parmense dove risiediamo?
Penso che se si riuscissero a superare i miseri campanilismi potremmo essere uno dei territori più all’avanguardia non solo dell’Italia ma un vero punto di riferimento per tutto il mondo musicale. Se non si uniscono le forze nella programmazione e/o nella produzione, si disperdono le energie in tanti rivoli che producono ben pochi benefici: anzi annullano i risultati ottenuti.
Da parte nostra non possiamo far altro che essere concordi con quest’ultima osservazione che ci riporta alla mente lo stesso concetto espresso da un altro grande della musica che abbiamo intervistato e che tanto sta facendo qui a Piacenza: Leo Nucci. L’appuntamento è quindi per domenica 12 Aprile al teatro Municipale.