I ragazzi di Collettivo 14 ci hanno fatto aspettare un po’ ma finalmente ecco il secondo nome del Why Not Festival 2017: The Zen Circus! Il giorno dopo i Fast Animals and slow kid, presenti sul palco di Fiorenzuola l’8 settembre, sarà il momento della band rock-punk-folk pisana.
Gli Zen Circus diventano tali nel 2000, ma solo dopo alcuni cambi di formazione e di nome, ma con la base fissa della voce e della chitarra di Andrea Appino. È dal 2003 che gli Zen Circus sono composti come li conosciamo oggi, oltre ad Appino, nel 2000 arriva il basso di Ufo aka Massimiliano Schiavelli e, dopo 3 anni, Karim Qqru con la sua batteria.
Il primo disco sotto nome Zen Circus, dopo “About Thieves, Farmers, Tramps and Policemen” del 1998 prodotto come The Zen, è “Visited by the Ghost of Blind Willie Lemon Juice Namington IV”. Un album tutto inglese che segna il lancio ufficiale della loro produzione e l’inizio di una serie lunghissima di date in giro per l’Italia che gli permettono di cominciare ad essere conosciuti nel panorama del rock italiano.
Dal 2005 inizia ad esserci un passaggio significativo nel lavoro del gruppo, cominciano a comparire testi in italiano nelle loro produzioni, fino al 2009 quando con “Andate tutti affanculo” la virata verso la nostra lingua è totale. Con le produzioni aumentano anche le collaborazioni, il riscontro del pubblico, i premi, arrivando fino al 23 settembre scorso quando esce l’ultimo prodotto dal titolo “La terza guerra mondiale”.
Prodotto da La tempesta dischi, La terza guerra mondiale conferma la band come uno dei riferimenti più credibili del panorama rock italiano. Un album sulla società di oggi, con suoni che cambiano attraverso la lunghezza del nono disco della band pisana, e sulle sue distorsioni, molte, troppe. Come per i suoni però, anche i testi variano e lasciano spazio ad altre storie parallele al concetto centrale, ed è questa una capacità che continua a ripagare bene gli sforzi degli Zen Circus.