Il cantautore piacentino arriva a Castelvetro per presentare il suo progetto diventato libro
Un mix di musica e parole arriverà a Castelvetro stasera alle ore 20.30 al Ponticello Beach. Un’occasione speciale che unisce parole e suoni, nel progetto di Gimmo dal titolo “My rivers my blues” (che vi avevamo presentato già un anno fa, quando stava nascendo).
Un progetto che è nato come musicale ma che nel tempo è diventato video, 3 addirittura per 3 fiumi piacentini (Trebbia, Tidone, e il Po) e poi anche libro edito da Edizioni Officine Gutenberg, arriva nella nostra bassa per la rassegna “Castelvetro d’autore” promosso dalla biblioteca e dall’amministrazione del comune piacentino.
Un’occasione ancora più unica perché sarà al Ponticello Beach che si terrà la serata e perciò direttamente sul Po, uno dei grandi protagonisti di My river my blues.
I fiumi e le canzoni: ecco le parole di Gimmo
Su questa serata abbiamo voluto contattare lo stesso Gimmo, protagonista della serata ma non solitario, infatti insieme a lui ci sarà Riccardo Grandi, anch’esso protagonista nella produzione della serie di video nati nell’estate scorsa.
Il tuo progetto My river my blues, prendeva forma proprio un anno fa. Che anno è stato per il tuo progetto?
Un anno particolare ovviamente. Dopo il singolo e il video di “Gira”, che sono usciti a settembre, a novembre ho cominciato a pensare alla folle idea di ricavare un libro da questa meravigliosa avventura, che poi é uscito il 4 di dicembre. Dopodiché ho cercato di fare un po’ di promozione, attraverso un live in streaming dall’elfo studio. A causa delle restrizioni però non ho potuto fare altro. Adesso eccomi qua! Finalmente potrò presentarlo dal vivo!
Invece per te, come artista, che hanno è stato?
Come artista è stato un anno nel quale ho cercato di raccogliere tutto ciò che avevo seminato duramente la scorsa estate. Ovviamente la professione si è illimitata solo all’insegnamento nelle scuole e molto spesso, causa Lock down, neanche quello. Ora questa estate sta portando una parvenza di luce e serenità. Vediamo se proseguirà in questa direzione.
Purtroppo le occasioni in questi 12 mesi per parlare di My river my blues, sono state pochissime. Cosa significa per un musicista non poter trasmettere la propria musica con un pubblico davanti?
Fino all’ultimo l’idea di fare uscire un libro sapendo di non potete presentarlo, pareva sempre di più una cazzata! Ma alla fine era il momento giusto, farlo uscire dopo non avrebbe avuto senso e avrebbe perso di continuità il progetto. Ho cercato di promuoverlo comunque attraverso i social e con il mio primo live in streaming dall’elfo studio, ma sempre consapevole che non esiste ancora nessun mezzo che possa sostituire il contatto umano è il Live.
Sul territorio tu ci hai voluto costruire questa idea e questo libro. Come ti immagini il futuro delle nostre vallate da un lato preservando il territorio ma dall’altro di aprirlo a chi vuole venirci a conoscere?
Da quello che ho potuto vedere, sempre cause le restrizioni, c’è stato un notevole avvicinamento alle nostre valli e ai nostri territori soprattutto da parte di chi ci abita. Abbiamo preso consapevolezza delle bellezze del nostro territorio imparando a viverle anche in modi nuovi. Spero che ognuno prenda sempre più consapevolezza delle proprie radici e del proprio territorio. I cittadini le associazioni e gli enti amministrativi dovranno collaborare sempre di più tra di loro per mantenere viva la fiamma che si é accesa inaspettatamente durante questa pandemia.
I video sono stati 3, sul Trebbia, sul Tidone e sul Po. Qual è quello che occupa il pezzo di cuore più grande?
Ognuno ha avuto una importanza particolare. La Val Trebbia é stato il La al progetto, non mi scorderò mai quella mattina quando alle 6 eravamo a Brugnello: un paesaggio fiabesco allora tesso tempo quasi spettrale. Come non avere nel cuore la Val Tidone, la mia casa la mia terra la mia gente. Il grande fiume invece ha fatto da sfondo al mio primo singolo, Gira. Ogni capitolo ha una sua importanza e lo stesso peso all’interno del mio cuore