con il Concerto di Gian Francesco Amoroso
si sono conclusi i festeggiamenti per la basilica di San Sisto iniziati la settimana precedente con il concerto, presso la basilica di Sant’eufemia, con un repertorio dedicato a Bach, Breval, Glière e Vasks, di Irene Barbieri (Violino) e Alice Boiardi (Violoncello)
Il Concerto di Gian Francesco Amoroso è stato tutto dedicato alla valorizzazione del prezioso organo cinquecentesimo della basilica di San Sisto.
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i brani del video.
Di Cavazzoni (1525 ca.-1577 ca.):
Hymnus: Christe Redemptor omnium
Hymnus in Epiphania Domini: Hostis Herodes impie
Hymnus: Ad Cœnam Agni providi
Hymnus: Ave Maris Stella
Recercar Secondo
Il concerto non è stato incentrato solo sui brani di Cavazzoni e Gian Francesco ha descritto sia la scelta del repertorio che gli stessi brani in questo modo
Ho scelto questi tre autori perché sono aderenti alle caratteristiche dell’organo Facchetti Landi di San Sisto.
Un organo di impianto 500esco che nei secoli ha avuto ampliamenti e modifiche
Le caratteristiche sono congeniali per autori italiani del rinascimento e del barocco.
di Cavazzoni (1525 ca.-1577 ca.) ho eseguito degli inni sacri utilizzati come preludio alle parti cantate e un “ricercare” forma musicale che era anch’essa considerata come un preludio, nella sostanza una “forma musicale di carattere introduttivo”.
Hymnus: Christe Redemptor omnium
Hymnus in Epiphania Domini: Hostis Herodes impie
Hymnus: Ad Cœnam Agni providi
Hymnus: Ave Maris Stella
Recercar Secondo
Di Frescobaldi (1583-1643) ho eseguito 4 pezzi di carattere diverso. I primi due di carattere profano. la prima “Aria della la Frescobalda” di carattere borocco. la seconda dal titolo “Canzona Quarta”. La terza “Toccata per l’Elevatione da La messa delle Apostoli” pagina molto spirituale e sperimentale per quanto riguarda le armonie e infine “Toccata Seconda dal Secondo Libro delle Toccate”. Frescobaldi è stato il più grande esponenrte dello stile “fantastico” destinato a sorprendere l’ascoltatore con grandi cambi di registro. Grazie alle caratteristiche dell’organo crea una serie di sonorità diverse che danno una varietà sonora. Matteson di lui ha detto “stile non a mente ma a penna”
Ho terminato il programma con quattro brani di Domenico Zipoli (1688-1726) particolarmente interessante perchè oltre ad esere musicista ebbe la vocazione Gesuita, e si trasferì in sud america. di lui ho portato “Quattro versi in re min”, “All’Elevazione”, “Al Post Comunio”e “Canzona in re min”. Un autore più sintonia al 700 anche se si riferisce ai precedenti autori.
Di particolare ispirazione è la sua elevazione che ha un carattere estremamente cantabile che richiama alla tradizione cantata delle tradizione italiana.
Tutto il programma comunque vuole essere un omaggio alla tradizione italiana e pensato per esaltare l’organo Facchetti-Landi un gioiello incastonato nella basilica di San Sisto. Uno strumento straordinario perchè testimone di un epoca, della sonorità di un epoca, che ha attraversato i secoli.
Strumento testimone, non solo di uno stile, ma di un gusto e di un suono anche dal punto di vista delle accordature.
Accordatura antica perchè il “temperamento mesotonico non equabile”
L’organo Facchetti-Lanzi della Chiesa di San Sisto in Piacenza
Lo strumento è stato costruito nel 1544-45 da Giovanni Battista Facchetti;
successivamente nel 1686 è restaurato con importanti modifiche da Lanzi
Carlo e suo figlio Giuseppe Lanzi (1686).
Ulteriori interventi importanti e modifiche si sono alternate nei secoli ad
opera di vari organari tra il XVII e il XIX secolo, tra cui Gianfré-Chiesa
nel XIX secolo e Gaetano Ferranti nel 1896.
L’organo è stato infine restaurato dai Mascioni di Cuvio nel 1990 sotto la
guida di Oscar Mischiati e Luigi Ferdinando Tagliavini.
La facciata è composta da 33 canne disposte in cinque campate a cuspide
(così ripartite: 5/9/5/9/5) con “organetti morti” sopra le campate
composte da 9 canne. La canna centrale corrisponde al Fa 1 del
Principale (16’).
La tastiera (nel 1990 fu deciso di conservare quella di Gaetano Ferranti) è
composta da 50 tasti: da Do 1 a Fa 5 con prima ottava corta.
La pedaliera a leggìo, pure con ottava corta, è composta da 18 tasti (Do 1
-La 2 ) e costantemente unita alla tastiera.
L’attuale disposizione fonica dello strumento è la seguente:
Principale [16’] -Ottava bassi [8’] – Ottava soprani [8’] -Quintadecima bassi -Quintadecima soprani -Decimanona -Vigesimaseconda -Vigesimasesta -Vigesimanona -Trigesimaterza -Trigesimasesta -Flauto in ottava [8’] -Flauto in quintadecima [4’] -Flauto in decimanona [2’ 2/3] -Fiffaro va sonato con l’Ottava [8’] -Contrabassi e Ottave
Gian Francesco Amoroso è nato a Milano e si è diplomato in pianoforte,
clavicembalo e tastiere storiche.
Ha seguito i corsi di perfezionamento sulla liederistica tedesca presso il
Mozarteum di Salisburgo e ha partecipato alle masterclass dei maestri
P. Nelson, B. Schaeffer, F. Ogeas ed E. Fadini.
Ha frequentato il corso di direzione corale presso il Pontificio Istituto di
Musica Sacra di Milano e si è diplomato in direzione d’orchestra
all’Italian Conducting Academy di Milano sotto la guida del maestro
Gilberto Serembe.
A Milano ha ricoperto l’incarico di direttore dell’ensemble vocale Dona
nobis e della Corale della Basilica di San Lorenzo Maggiore, è stato
organista titolare della Parrocchia Angeli Custodi e ha collaborato, in
qualità di maestro preparatore, col Coro della Cappella Musicale di San
Marco e col coro Canti Corum.
Ha inciso col soprano Lorna Windsor un CD per la Da Vinci Classics
dedicato al repertorio cameristico americano; col soprano Beatrice
Palumbo l’integrale delle liriche da camera di Vittore Veneziani per la
casa discografica Tactus e per la Kicco Music un CD dedicato al
repertorio cameristico del primo Novecento italiano.
Ha tenuto concerti in qualità di solista e maestro accompagnatore in
Italia e all’estero (Austria, Svizzera, Montenegro, Bulgaria).
Ha inoltre frequentato il corso AMA-Attività Musicale Autonoma e
Autoimprenditorialità, master in management presso l’Accademia del
Teatro alla Scala, ottenendo il diploma di merito.
Laureatosi in Musicologia e beni musicali presso l’Università degli
Studi di Milano con una tesi in Drammaturgia musicale, ha conseguito
successivamente la laurea magistrale col massimo dei voti e la lode,
presso il medesimo ateneo.
Ha pubblicato per la storica casa editrice Ricordi un metodo per
pianoforte in due volumi. È autore della biografia Cesare Melzi, storia e
memorie di un artista piacentino (Associazione Piacenza Arte, 2011), dei
cataloghi tematici delle composizioni del violinista Antonio Bonazzi
(1754-1802) e del pianista Emmanuele Borgatta (1809-1883) e ha curato
per la casa editrice Sillabe una raccolta di Studi per pianoforte di E.
Borgatta e un Quartetto di A. Bonazzi.
Dal 2012 insegna Storia della musica, Drammaturgia e Teoria musicale
presso il Centro Europeo per gli Studi in Musica e Acustica di Bioggio
(Lugano-Svizzera).