Dopo aver aspettato quasi 6 mesi dall’inizio del suo mandato, un po’ per lasciare calmare le acque dopo il periodo elettorale ed un po’ perché ci avviciniamo alla fine dell’anno e di conseguenza ad un primissimo bilancio del nuovo corso politico cittadino, abbiamo voluto conoscere Luca Zandonella, assessore alle politiche giovanile e alla sicurezza, per capire come è stato l’approccio con il suo nuovo ruolo e per chiedere quali saranno le linee che seguirà su alcuni temi molto cari a Piacenza Music Pride. Un’intervista molto spontanea che ci ha permesso di andare anche oltre il ruolo instituzionale partendo subito dandoci del “tu”. Ecco cosa è uscito.
Le politiche giovanili sono un campo vastissimo. Da dove sei partito per conoscere la realtà piacentina e a che punto sei a circa 6 mesi dall’inizio del tuo incarico?
Mi son reso conto che le politiche giovanili spaziano in tantissimi ambiti e ovviamente per conoscerle sono partito guardando quello che è stato fatto negli ultimi anni e ho cominciato a pensare a cosa potrò aggiungere io di diverso in questo ambito e a quanto si può portare avanti, perché ci sono delle belle realtà da salvaguardare.
Quali sono le realtà che hai già cominciato a toccare con mano?
Una delle prima visite è stata quella a spazio2, venendo direttamente a contatto con gli spazi che sono stati messi a disposizione e ai bei laboratori che sono stati creati per i ragazzi. Lì ho trovato una situazione molto positiva e molto importante perché per me il suo indirizzo è un chiaro punto che voglio portare avanti, ossia il collegamento con il mondo del lavoro,ed in questo spazio ci sono dei laboratori dove i ragazzi possono “sporcarsi le mani” e apprendere i primi passi di un mestiere, o ancora venire a contatto con delle competenze che possono essergli utili in futuro.
Cosa vuol dire essere assessore a 29 anni su due temi così importanti come la sicurezza e, appunto, le politiche giovanili?
Sicuramente una grossa responsabilità e un grande piacere impegnarsi in prima persona per la propria città. Probabilmente guardandomi indietro mai mi sarei aspettato di essere a 29 anni assessore della mia città, ma come si dice: “hai voluto la bicicletta? e adesso pedali!”.
C’è stato un momento in cui non ti sei ben reso conto di quello che stava succedendo?
Sono rimasto spiazzato la notte delle elezioni per aver preso 316 preferenze, quello proprio non me le aspettavo. Mi aspettavo che avrei avuto un bel risultato, ma di superare la quota 300, proprio no.
Il campo artistico che possono ricoprire le attività giovanili è molto ampio e va dalla musica alle arti visive e tanto altro ancora. Cosa intendi privilegiare?
Sappiamo benissimo che la Regione con il progetto Gaer punta molto su questo mondo e quindi noi come Comune dobbiamo essere bravi ad attingere a più risorse possibili per seguire queste indicazioni. A mio parere le varie espressioni artistiche che si sviscerano in tanti ambiti vanno trattate tutte alla stessa maniera, perché anche una mia preferenza personale verso un campo o verso un altro, non deve andare oltre quelle che sono le politiche generali. Che sia musica, arte o cultura, tutte allo stesso modo possono dare delle basi per poi lavorare in un settore.
Fra queste, qual è quella che è stata più vicina a te, o che hai conosciuto meglio, prima che diventassi assessore e sui cui ti puoi basare?
Io avendo un grande interesse per la cultura locale e le tradizioni, cose che si uniscono alle mie deleghe, mi piacerebbe che ci fossero anche dei progetti del mondo giovanile alla salvaguardia e alla riscoperta di quelle cose della nostra cultura che nel tempo si sono un po’ perse.
Tenendo buone le tue parole a “salvaguardia” di Spazio4 e Spazio2, arrivate il giorno dopo quelle di Levoni, quale sarà l’impronta che vuoi lasciare durante il tuo mandato per questi due spazi?
Intanto per quanto riguarda in particolare Spazio4, in tempi ragionevolmente brevi, arriverà il bando con ciò che noi pensiamo su alcune nuove funzioni, di cui alcune già anticipate come ad esempio quella legata allo sport. Per Spazio2 confermo il “non si tocca” che avevo già espresso poche settimane fa. Questo per il lavoro che sta svolgendo, oltre al fatto che c’è un contratto in essere che ha validità fino al 2020, perciò quasi non ha senso parlarne.
Chiudendo su Spazio2, secondo te l’indicazione “cittadella del lavoro e della creatività giovanile”, sono i temi su cui deve continuare a muoversi?
Secondo me l’indicazione generale è quella che deve rimanere prioritaria, quella assolutamente da mantenere perché il problema del lavoro legato alla alta disoccupazione giovanile, sottolinea la necessità di avere un centro dedicato alle idee dei giovani correlate al mondo del lavoro. Poi nel corso degli anni ci potranno essere dei correttivi, magari anche in base a progetti specifici, ma la base deve rimanere quella.
Anche i Giardini Sonori, per come li abbiamo conosciuti in questi anni, vanno verso il termine del loro mandato. Su questi locali, quelli della Cavallerizza, ci sarà un futuro?
I Giardini Sonori sono davvero una bella opportunità per tanti ragazzi, con 3 sale prove attrezzate e bassi prezzi di affitto, a mio parere si dà un buon servizio alle band musicali piacentine in piena città, perciò a mio avviso è un altro di quei luoghi giovanili da portare avanti.
Negli anni passati, il Comune era riuscito a finanziare proposte importanti, in primis, senza girarci intorno, Tendenze. Quali risorse e quanto impegno credi si riescano a riservare ad iniziative come quelle, ed evidentemente a Tendenze in primis?
Faccio una premessa, il Comune di Piacenza si trova con un buco di 2.6 milioni di Euro e tutti gli assessorati dovranno tirare la cinghia, perciò è giusto dire che la situazione è questa. Detto ciò, Tendenze è un festival storico che va mantenuto. Poi possiamo discutere su modalità e su come oggi è strutturato, però, anche se ad oggi è difficile dire quanto si potrà mettere a budget, quello che penso è che va portato avanti perché è un pezzo di Piacenza che attrae tanti giovani e che sarebbe un vero peccato perderlo.
Su Tendenze, c’è sempre un po’ il discorso su quanto debba essere piacentino oppure su quanto si possa aprire all’esterno. Tu cosa pensi?
Lasciare una certa percentuale alle band di giovani piacentini, a volte anche molto giovani, è fondamentale perché avere un momento a loro disposizione come quello che dà Tendenze, è importante perché è una possibilità di mettersi di fronte ad un pubblico che magari farebbero fatica ad avere in altre situazioni. Poi, guadandosi attorno, si capisce che per avere il “nome” ci vogliono anche risorse importanti, però in linea di massima avere gruppi che vengono da altre parti d’Italia a me non dispiacerebbe. Una cosa che mi piacerebbe vedere, sempre legandosi all’idea iniziale che ha dato vita a Tendenze, sarebbe quella di vedere il festival anche come momento in cui le associazioni piacentine che fanno musica, uniscano le forzee si possano tutte insieme mettere in mostra.
Ed eccoci allora alle associazioni. La realtà associazionistica per gli eventi, e non solo, a Piacenza è cresciuta particolarmente negli ultimi anni. Con quali di queste hai già avuti contatti e cominciato a confrontarti?
I contatti e gli incontri ci sono già stati, solo per fare qualche nome: Propaganda, Leto, Sputnik; ma anche con associazioni giovanili che stanno per nascere e che mi hanno cercato per avere qualche consiglio per muovere i primi passi. In generale il mondo associazionistico piacentino è molto bello e molto vario e, se non ricordo male, anni fa mi sembra di aver sentito un commento che diceva che in base al numero di abitanti la nostra città ha il più alto numero di associazioni, e questo aggiungo io, è così perché c’è tanta voglia di fare, e per continuare su questa strada, ho cercato e continuerò a cercare di incontrare tutti i soggetti che mi hanno chiesto un incontro.
Da questi primi sei mesi di assessorato, quali sono i temi e i punti su cui hai capito che c’è il lavoro più grosso da svolgere?
Sicuramente sulla sicurezza. Faccio un esempio: è pazzesco che a Piacenza, nodo cruciale della viabilità del nord Italia, i vari ingressi della città non siano videosorvegliati. Questo infatti ci è stato chiesto anche in prima persona dalle forze dell’ordine, per avere maggiormente sotto controllo alcune accessi a Piacenza. Avere la lettura targhe istantanea collegata con le forze dell’ordine, è un aiuto davvero grosso. Poi le segnalazioni che settimanalmente ricevo, sono veramente tante. In questo momento la sicurezza è un tema molto sentito e anche per questo sto aiutando due gruppi di vicinato a nascere perché le reputo le prime sentinelle del territorio, e spero che crescano anche per quanto riguarda il tema della prevenzione.
I rapporti con la regione sono molto importanti. Come intendi muoverti?
Il rapporto è fondamentale perché vanno tenuti sempre buoni rapporti perché è una istituzione molto importante. Va anche considerato che nell’ambito dei rapporti, dalla regione possono arrivare fondi alle politiche giovanili e di conseguenza bisogna lavorare sodo per conquistarli. Questo continuando a proporre nuovi progetti credibili, perché è proprio la credibilità un valore un aggiunto: far vedere che quello che abbiamo ricevuto è stato utilizzato correttamente.
Negli ultimi anni si parla molto di Neet, quei ragazzi che finiti gli studi non hanno un lavoro e non procedono con un percorso universitario. Cosa pensi possa fare un Comune (c’è già stato un progetto No Neet, che ha avuto luogo proprio a Spazio2 nel 2016) su un tema così delicato? e che ruolo hanno le attività culturali di vario genere nella, almeno parziale, soluzione di questo problema ormai di notevoli dimensioni?
È un mondo molto vasto e probabilmente è impossibile arrivare a tutti i ragazzi neet, non per questo però bisogna arrendersi. Anche se si arriva non alla totalità, ma and una percentuale di questi ragazzi è già importante. Per me deve essere bravo il comune, in particolare le politiche giovanili, a pubblicizzare le iniziative e fare rete in modo da metterci in contatto con questi ragazzi e avvicinarsi sempre di più a questa problematica, e ancora, dare la più ampia visibilità al lavoro che si fa.
Questo lo dici anche perché si riconosce la difficoltà di comunicare con i cittadini?
Si, in parte è anche un deficit di comunicazione. Anche qui un esempio: alla Besurica c’è il punto prestiti libri, che non è solo biblioteca ma anche tante altre cose diverse, e una signora parlandomi ha sottolineato la bellezza di questa iniziativa ma la poca pubblicità che è stata fatto per promuoverla, aggiungendo che se ci fossero più eventi, l’iniziativa potrebbe funzionare ancora meglio. Questo sta a dire che il Comune deve impegnarsi al massimo nel parlare delle cose che si fanno.
Sulla connessione politiche giovanili – cultura, c’è un piano comune con l’assessore Polledri per lavorare insieme?
Abbiamo già avuto modo di collaborare perché alcune deleghe si intrecciano, come per la preparazione del dossier “Piacenza capitale della cultura” (l’esito è stato rinviato a dicembre, ndr), in particolare nel punto “giovani”. Questo però deve essere unito al coinvolgimento diretto dei giovani.
Nel recente passato, una manifestazione, molto interessante come XNL, da un giorno all’altro ha perso la sua location (il palazzo Ex Enel). È utopia pensare che ci possa essere un luogo comunale al coperto per eventi di quelle dimensioni e necessità? Avete già pensato a quale possono essere le soluzioni a questa esigenza?
Penso che collaborando con la Fondazione non sarà utopia, anzi, nella primavera 2018 il Palazzo Ex Enel sarà messo a posto a dovere. I lavori saranno fatti entro la primavera e sarà uno spazio dove i giovani potranno trovare un posto per il loro eventi e per la loro creatività.
Da più di una parte si era parlato della possibilità di avere un luogo dove le associazioni possono trovare una casa per eventi di medie dimensioni, esiste questa possibilità?
È una buona proposta avere un luogo dove organizzare eventi non giganteschi ma comunque usufruibili da un certo pubblico. A mio avviso su questo potremmo tirarci su le maniche per poter mettere a disposizione un posto del genere. Proprio su questo aggiungo, dato che se ne è parlato, che questo posto non potrà essere l’ex biglietteria dei pullman perché ne è già stata approvata la demolizione in un’ottica di rivisitazione generale dell’area Cittadella.
Come si riescono a mettere insieme al giorno d’oggi le deleghe a Identità, Tradizioni, Partecipazione, con le politiche giovanili, in una realtà che vede i ragazzi spesso isolarsi su un telefono o su un pc piuttosto che ritrovarsi in quelle che una volta si chiamavano “compagnie”?
Penso di avere la fortuna di avere delle deleghe che si in trecciano bene l’una con l’altra. Sicurezza e partecipazione si possono fondere nel gruppo di vicinato. Poi vari altri ambiti che si intrecciano fra di loro. Le politiche giovanili si possono comodamente unire al tema delle tradizioni, e ancora con la partecipazione. Le associazioni giovanili stesse, di cui abbiamo parlato prima, sono già quel posto dove unire tante cose diverse e che già di loro rispecchiano quelle realtà dove unirsi e fare cose insieme. Perciò non c’è nessuna antitesi fra le deleghe, anzi, si possono unire l’una all’altra molto bene.
Legato ai tuoi ambiti, cosa ti piace e cosa non ti piace di quello che hai conosciuto fino ad oggi da inizio mandato?
La cosa più bella è risolvere i piccoli problemi della quotidianità, come quando un cittadino mi ha segnalato con foto un parcheggio selvaggio sotto casa, che tra l’altro ostruiva un accesso ad un parcheggio disabili, e che in cooperazione con l’ufficio competente siamo riusciti ad evitare mettendo due fioriere. Sentirsi ringraziare perché era una cosa che andava avanti da tempo senza una soluzione, è una di quelle cose che danno tanta soddisfazione.
La cosa che invece non mi piace, o meglio a cui devo stare molto attento, è il parlare con i giornalisti. Questo perché ho capito che devo stare sempre molto attento alla parola in più o alla parola in meno, perché possono uscire cose non corrette che creano situazioni che possono mettere in difficoltà. Alcuni titoli e alcuni articoli, non sempre hanno rispecchiato correttamente il mio pensiero.
Nel complesso, dopo questi primi mesi di amministrazione, che idea ti sei fatto delle politiche giovanili di questa città?
L’idea è che è stato fatto tanto lavoro in passato e a mio avviso Spazio2 ne è un esempio. Oltre a questo credo che si può insistere su alcuni temi come quello che di cui ho parlato prima, ossia il collegamento dei giovani con il lavoro. Dare più opportunità ai ragazzi di avvicinarsi al mondo del lavoro. Di quello che è stato fatto prima del mio arrivo, assolutamente non è tutto da cancellare e molte cose si possono e si devono portare avanti magari portando le dovute modifiche che l’amministrazione riterrà opportune.