I giovani rocker nati sulle sponde del Trebbia ci portano il primo singolo “My own life”
Per noi sicuramente non sono una scoperta, però oggi arrivano ad un momento importante. I Domergue, di cui vi abbiamo già parlato nel lontano luglio 2018 (cliccate qua, per andarlo a leggere) oggi fanno parlare di loro grazie al loro primo singolo e al loro primo video ufficiale.
Tutti più o meno di Gragnano e dintorni, sul collegamento territoriale ci torniamo più avanti, i 4 giovani rocker ci portano la loro My own life, che rappresenta la loro prima, vera, uscita discografica sul mercato sia in forma (ovviamente audio che trovate anche qua, su Spotify) ma anche video.
Dopo un po’ di tempo torniamo a parlare di loro e soprattutto, con loro.
Primo singolo e video, che però vengono da lontano. Come ce lo descrivereste?
La decisione di farla uscire adesso non è casuale. Abbiamo scelto questo momento principalmente per 2 motivi: la canzone parla di vita e il testo riflette pienamente questo periodo difficile dove pensiamo che ogni singola persona, in qualche momento, si sia fermata a riflettere sulla propria vita. In secondo luogo dovevamo assolutamente far sentire che in qualche modo anche noi eravamo presenti, non solo noi come Domergue ma anche a nome di tutti i musicisti, artisti e compositori che hanno fatto della musica la propria ragione di vita. In effetti la registrazione è “datata” ma abbiamo comunque deciso di tenere l’originale perché è stata la prima volta in studio insieme e abbiamo probabilmente attribuito un valore affettivo piuttosto intenso al singolo.
Anche se dalla sua genesi è passato un pò di tempo, lo sentite ancora vostro come all’inizio?
Sono cambiate tante cose, noi tutti la suoneremmo diversamente perché le nostre sonorità si sono evolute, però la sentiamo ancora nostra, è stata la prima totalmente “nostra” canzone e resterà per sempre nel nostro cuore anche se con dei difetti.
Subito si capisce che è un video ambientato in “zona Trebbia” e di conseguenza data la vostra origine, in “zona Orzorock”. Un pò come partire per tornare subito lì?
Orzorock festival ci ha sempre accompagnato tutti fin da piccoli e ci manca sia come spettatori che come musicisti. La decisione del video è pressoché indipendente rispetto al festival, ma comunque abbiamo un legame profondo con orzorock e il mood che si crea nei giorni del festival. La location del video è caratterizzata da una natura incontaminata e questo è stato scelto perché pensiamo che natura sia sinonimo di libertà (infatti la cover del singolo rappresenta un palloncino che vola: simbolo di libertà) ma anche perché, in definitiva, questo è il luogo dove siamo nati e che ci accomuna, siamo tutti e 4 cresciuti in campagna senza alcun particolare agio e la semplicità è ciò che ha sempre caratterizzato ognuno di noi. Ah, giusto ricordare che tutto l’aspetto tecnico del video: riprese, montaggio, service, effetti, è stato curato da Moving The Music: piccolo service gestito da uno di noi (Amerigo. Ndr) insieme a 2 nostri coetanei e amici.
Questo è un primo passo, i prossimi le avete già in testa?
Abbiamo già in cantiere qualche pezzo in italiano. Il genere si distacca dal nostro primo inedito, con sonorità blueseggianti e anche un pò funky e speriamo di arrivare in tempi brevi ad un album. Attualmente stiamo lavorando intensamente a nuovi progetti con l’intento di dare un seguito a questa prima uscita nonostante le differenti sonorità.
Ho letto in un’altra intervista che avete parlato di “individualismi” tra musicisti. Ma già alla vostra età avete avuto sulla pelle questa sensazione?
Abbiamo provato questa sensazione, perché molto spesso non c’è quella solidarietà che dovrebbe esserci, soprattutto tra ragazzi giovani che non svolgono queste attività come professione, in generale c’è molto individualismo tra i gruppi. Ma abbiamo avuto prova del fatto che non è sempre così, perché molti gruppi in questi giorni ci hanno supportato, crediamo ci sia ancora speranza e cogliamo l’occasione per ringraziarli!
Per la musica questo è un momento delicatissimo. Soprattutto per quella indipendente. Cosa possono dare i nuovi musicisti e le nuove band, per cambiare un trend negativo in termini di vendite e di posti dove suonare live?
Per la musica indipendente non è mai stato facile, in questo periodo la cosa è peggiorata. Attualmente è senz’altro un momento difficile, ma nostro parere questo potrebbe essere il momento per le band e artisti emergenti, di fare e investire qualcosa in più del solito nella pubblicità con lo scopo di raggiungere un maggior pubblico potenzialmente interessato alla tua musica e che si spera rimanga legato al gruppo. Questo anche perché nel particolare periodo in cui ci troviamo, crediamo che la gente si stia rendendo conto più che mai dell’importanza della musica e di chi la produce, sperando anche in un supporto economico da parte loro (tramite acquisti dei brani). Per quanto riguarda i locali e la musica live, siamo abbastanza preoccupati (anche al di là della quarantena) in quanto molti locali della nostra zona non cercano band emergenti che fanno musica propria (se non senza retribuzione). Forse non credono abbastanza nella divulgazione di quella che potrebbe essere musica di qualità e si limitano a rimanere nella loro nicchia rifugiati dal rischio grazie alle “quasi certezze” dei rientri economici delle tribute band. Attualmente è tutto nelle mani dei gestori e noi musicisti possiamo solo continuare ad impegnarci affinché la nostra musica piaccia.