Dei Flidge ve ne abbiamo già parlato esattamente 6 giorni fa con il Videotime dedicato al loro nuovo singolo dal titolo “Sweeter”, e poi ancora ieri per annunciarvi il loro live a Musici per caso in apertura dei Bee Bee Sea il 2 febbraio. Proprio nella descrizione della serata vi avevamo rimandato ad oggi per un approfondimento, e allora, dato che siamo uomini di parola, dopo 24 ore ve lo proponiamo.
Incontriamo i giovanissimi Flidge (età media: 18 anni al filo) ad orario aperitivo e subito mi preannunciano che non sarà un’intervista facile. Questo non per l’aperitivo in sé (l’ho fatto solo io, loro non sono andati più in là di una Coca Cola) ma più che altro per la serie di nozioni diverse che avrebbero tirato fuori uno alla volta, in alcuni casi contraddicendosi. Nonostante tutto, abbiamo tirato fuori un bel po’ di cose…
Il primo singolo è Sweeter, e poi?
Allora, questo è il primo pezzo completamente finito e nei nostri piani andrà a sommarsi ad altri, di conseguenza poi vorremmo uscire con un ep. Ovviamente è ancora in fase di lavorazione e siamo anche abbastanza indietro, però l’idea è di farlo uscire fra non moltissimo tempo, comunque in quest’anno. Noi stiamo continuando a lavorarci sopra da tempo, poi se arrivano altre idee vediamo se è il caso di inserirle.
In ottica Ep, sapete già quali altri pezzi andranno a far di questo prodotto?
Si, i pezzi li sappiamo già e sono quasi finiti, è più che altro una questione di fare uscire il singolo e poi procedere con le tempistiche per tutto il resto. Però nel frattempo vorremmo anche capire se a qualcuno il nostro singolo è piaciuto o interessato, per magari proporgli anche l’ep. Per arrivare ai 5 inediti abbiamo scartato anche molte cose che erano quasi ultimate e quelle che sono rimaste sono molto cambiate nel tempo.
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Proprio sul “lavorarci sopra da tempo”: da quanto esattamente avete cominciato a fare delle cose insieme?
Lo start ufficiale c’è stato nel 2014. All’inizio c’erano Francesco (Marini, chitarra) e Alessandro (Landini, chitarra e voce) a cui si sono uniti per amicizie comuni Juan (Rinaldini, al basso) ed Elia (Callegari, voce e sinth). Poi è arrivata la batteria di Luca (Maserati) tramite un insegnante di batteria che conoscevamo.
Poi c’è stata la scelta di un “cambio di passo”…
Si, nel 2016. Lì abbiamo cominciato a fare più sul serio, lavorando su dei nostri inediti.
Cosa c’era da cambiare rispetto a prima?
Diciamo che dovevamo un po’ decidere cosa fare. All’inizio facevamo solo cover per suonare e divertirci con i classiconi del rock, dai Red Hot ai Beatles, da Elvis ai Nirvana, ma anche Franz Ferdinand e Acrtic Monkeys, ma poi abbiamo pensato che quello che volevamo era arrivare a fare solo inediti. In questo momento avendone pochi in mano qualche cover nei live dobbiamo farla, però cerchiamo di farle in modo molto personale anche per un discorso di rendere la nostra proposta più professionale. Ad esempio abbiamo lavorato molto alla cover di “The house of the rising sun” che viene molto diversa dall’originale e molto più personale.
Una data in modo particolare ha segnato il cambiamento…
Il momento è stato a Tendenze 2016. Questo perché ci eravamo prefissati che da quel giorno ci saremmo impegnati a produrre canzoni nostre puntando ad arrivare ad una scaletta per una serata con solo inediti. Su quel palco quel giorno, soprattutto per l’importanza dell’evento, ci sentivamo un po’ bambini e un po’ a disagio a portare solo delle cover, per questo abbiamo deciso che dovevamo cambiare qualcosa.
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A proposito di cambiamento, quanto siete cambiati voi in questo periodo?
Molto. Questo anche perché è una necessità ed un’esigenza. Abbiamo imparato a renderci conto come una canzone che stai facendo non suona come dovrebbe e a come “metterci le mani” fino a quando non diventa una cosa di cui essere orgogliosi. Proprio tramite questa evoluzione l’ep che sta nascendo ci piace molto. Si sente il prodotto finale di una evoluzione. Siamo cambiati anche noi come gruppo. Rimanendo sempre non proprio super-efficienti, stiamo cercando di lavorare sempre di più anche sull’immagine e sul lato social, che oggi non si può tralasciare.
In questo percorso non possiamo non arrivare all’esperienza con Red Ronnie!
Noi conoscevamo il lavoro di Red Ronnie da tempo e siamo andati al Collisioni questa estate apposta per fare un’audizione con lui per il Fiat Music. Tutto è andato bene a tal punto che dopo il provino ci ha chiesto se avevamo dietro tutta la parte tecnica per suonare e se ci andava di fare un live al volo, senza neanche soundcheck, la sera stessa.
È andato tutto talmente bene che vi ha scelto anche per il Fiat Music…
Esatto. Molto bene soprattutto calcolando che per i 20 posti a disposizione per le semifinali all’Ariston a Sanremo, si sono proposti in oltre 400! Purtroppo una volta a Sanremo ci siamo fermati prima della finale, però è stata una soddisfazione suonare su quel palco. In fondo era normale, c’erano tanti ragazzi con più anni di noi e più esperienza, e anche con tanto materiale registrato in più rispetto a quello che abbiamo fatto fino ad oggi.
Che livello musicale vi siete trovati davanti?
Beh, tecnicamente il livello era molto alto. A cantare e a suonare abbiamo trovato dei mostri, però stare in mezzo a tutti quegli artisti è stato davvero bello. Poi quando si crea un rapporto di amicizia è diverso perché cambia anche l’approccio. Con noi c’erano tanti altri ragazzi, tante altre band che inseguono i nostri stessi sogni e siamo convinti che se avessimo avuto un atteggiamento troppo competitivo ci saremmo persi qualcosa.
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Cosa ci potete dire su questa esperienza?
Sicuramente ci ha lasciato tanto. Questa è stata una di quelle cose che ti convincono ad andare avanti. Questo anche perché il lavoro in studio senza live non dà spinta. Poi là abbiamo notato tutta la professionalità che si può trovare su un palco, anche senza fare il soundcheck sapevamo che i suoni sarebbero stati perfetti. Questa ovviamente è una perentesi, perché anche se quello è l’Ariston, anche qua in giro vediamo situazioni molto curate, come ad esempio da Musici per caso dove suoneremo il 2 febbraio.
Una domanda a cui non rinuncio mai davanti a dei ragazzi giovani come voi: qual è il vostro rapporto con i talent?
Intanto bisogna dire che approcciarsi ai talent e rimanere legati alla figura di Red Ronnie, è un controsenso. Lui nel tempo ha sempre esposto la sua posizione molto contraria ai talent perché soffocano la vera musica a favore dell’apparenza, non più un’arte ma un prodotto. Noi siamo su questa linea. Oltre a questo, tante volte non cercano qualcosa di nuovo, ma prodotti omologati quando invece gli artisti sono diversi fra di loro per natura.
Togliendo a questo punto i talent, cosa vedete nel vostro futuro?
Vogliamo andare oltre al nostro primo ep, con altre produzioni, nuovi album, nuovi inediti. Puntare su qualcosa per cui valga la pena spendere del tempo, e che sia sempre seria ed importante.