Collettivo 14 “brucia ancora”! Ecco l’intervista per la partenza della loro stagione estiva

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Non che l’inverno e l’autunno siano stati silenziosi per i ragazzi di Collettivo 14, anzi tutt’altro dato che non si sono fermati quasi mai, però adesso arrivano i momenti più caldi, quelli dei festival e delle occasioni fuori dalla scuola di Baselicaduce, anche se il primo evento in calendario sarà proprio nel paese appena fuori Fiorenzuola, per che chiuderà la stagione alla “vecchia scuola”. Ecco qual è il futuro prossimo di Collettivo 14.

Intanto in quest’ultimo periodo vi siete un po’ “rifatti”…

Logo nuovo e sito nuovo (qua www.collettivo14.it), sai com’è: avevamo poche cose in ballo e allora abbiamo deciso di fare un po’ di rinnovamento anche su questo, così abbiamo raggiunto l’obiettivo di non avere più una vita sociale al di fuori del Collettivo.

Quando è nata l’idea di fare anche il sito nuovo?

Da un po’ di tempo perché abbiamo pensato che una parvenza di serietà, che non traspare dal vivo, ci serviva. Poi non è che abbiamo messo troppo contenuti, quelli più importanti, più che altro per dare una completezza di informazioni a chi si interessa a noi e alle nostre cose. Ci tenevamo ad utilizzare qualsiasi tipo di risorsa a disposizione.

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Oltre alla parte comunicazione, adesso arriva il periodo più importante dell’anno!

Abbiamo un’estate davanti che arriva dopo una serie di 7 eventi alla scuola durante l’autunno e l’inverno, che ci sono serviti tanto anche come crowdfunding per finanziarci la stagione estiva, soprattutto alla luce del fatto che da “fuori Collettivo” non arriva mai quasi nessun aiuto. L’ultimo appuntamento a Baselicaduce arriva questo sabato per festeggiare il nostro quinto compleanno e che parte già dalle 18.

Ma perché non ne parliamone un po’ di più di questo quinto compleanno?!?

Per noi segna un momento molto importante perché anche qui abbiamo visto un miglioramento notevole rispetto a quello che è stata la scuola come eventi fino al 2017. Abbiamo imparato a scegliere meglio le date e a capire quello che non andava, noi siamo esperti nello sbagliare però poi anche nel capire dove e come migliorare. Come detto partiamo presto dall’aperitivo con dei ragazzi che arrivano da Brescia, i Funk O, poi arriverà la grigliata e dopo continua la parte live con i Flowers che per noi sono qualcosa più che di casa, aperti dagli In case of fire, una band giovanissima a cui abbiamo voluto dare spazio perché vogliamo essere noi per primi a trovare un posto dove far suonare e mettere in mostra i ragazzi più giovani.

Poi sarà il momento il momento dei grandi eventi con Kill Beer e Why Not, che da quanto ho capito volete tenere il più distinti possibili, giusto?

Si, anche solo per la natura delle due realtà. Volevamo differenziare le proposte artistiche creando line up diverse perché per il Kill beer del 16 e del 17 giugno vogliamo una cosa più transgenerazionale, ed invece per il Why Not vogliamo essere più innovativi.

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E allora per il Kill beer ecco i Meganoidi!

Cosa possiamo aggiungere se non “brucia ancora!”. Per tanti ragazzi le loro cose sono rimaste e continuano ad essere presenti: appena c’è stata la possibilità non potevamo farcela scappare. Questo per il venerdì, invece per il giorno dopo abbiamo messo il nostro Kill grill, un momento molto goliardico già a partire dal nostro Pedro, un presentatore molto particolare, e poi con gruppi che si travestono, cose un po’ assurde a cui poi si attaccherà il live degli Stiron River con il loro trash ironico e demenziale. Chiuso il Kill beer e prima di dedicarci interamente al Why not, ci sarà la Notte bianca che, quasi da tradizione, dovremmo chiudere al Parco Lucca con la Festa Buio. Quest’ultima speriamo di confermarla il prima possibile.

E a questo punto, non posso non chiedere qualche anticipazione sul Why not del 7 e 8 settembre. A che punto siete?

Diciamo che siamo avanti anche se quest’anno è stato difficile fare la line up perché il panorama musicale non ci entusiasma molto. L’indie per noi è già finito e molte cose che vengono indicizzate sotto quel nome per noi sono Itpop, a noi non piacciono molto e allora, dopo un po’ che non sapevamo cosa fare, abbiamo scelto Willie Peyote e preso due djset, uno techno ed uno elettronico, che più che altro sono veri e propri live set. Oltre a quelli che abbiamo contattato avremo due slot per i gruppi emergenti che vogliono inscriversi per aprire i concerti. In chiusura delle serate pensiamo anche ad un post-concerto un po’ diverso…

Ossia….???

Il trasferimento di tutto l’evento alla scuola per un after party alla fine di ognuna delle due serate del Why not. Una cosa semplicissima con due casse, due baristi e due buttafuori (che non si sa mai) per chi vuole continuare la nottata. Non è ancora sicura questa cosa, ma ad oggi è molto probabile.

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Però sul “per noi l’indie è già finito”, non posso non tornarci…

Per noi “indie” vuol dire avere una casa discografica indipendente, testi indipendenti, musica indipendente, argomenti e tematiche indipendenti. Qui invece sotto l’etichetta “indie” ci vanno dentro dei prodotti prefabbricati in laboratorio per piacere alle persone, dove l’artista cerca di accondiscendere un gusto per arrivare a più gente possibile, con testi e basi buone per tutti. Sono caramelle, piacciono a tutti, ma non sono il nostro piatto preferito.

Allora, in chiusura, che cosa volete che la gente si porti dietro dopo essere stati da voi?

Per noi chi viene ad esempio ad un Why not, deve poi andare a casa con un messaggio che sappia smuovere, non ci interessa che la gente venga da noi per ascoltare una cosa e bere una birretta. Noi vogliamo sorprendere il pubblico, non farlo rilassare. Non andare incontro alle sue richieste ma dargli qualcosa di nuovo con dei messaggi di musica, di vita, di rivoluzione. Tutto ciò rischiando, come spesso è successo, di chiudere degli eventi in perdita pur di mantenere la libertà di proporre quello che vogliamo, senza mettere un biglietto all’ingresso. Non è mai facile ma stiamo vedendo che tanta gente sta capendo questa filosofia e anche che più ci sostiene e più riusciamo a fare cose grandi.

Summertime In Jazz