Antonio Bacciocchi presenta Gil Scott Heron, il Bob Dylan nero

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Chi era Gil Scott-Heron cercherà di spiegarcelo questa sera, 5 luglio, Antonio Bacciocchi a Travo. 
Personalmente non sapevo neppure dell’esistenza di questo personaggio finchè non ho visto la locandina dell’evento e allora ho chiesto al diretto interessato di fornirmi qualche delucidazione, spiegazione che potesse motivarmi ad andare alla presentazione

Antonio ma chi è e come mai un libro si Gil Scott-Heron?
Io traccerò i contorni artistici, ma Scott-Heron è un personaggio dai tratti umani, artistici, letterari, culturali, umani così variegati, se vuoi ambivalenti e socialmente impegnati che vale la pena, anzi soprattutto oggigiono, è oquasi obbligatorio parlarne.

Chi è allora Scott-Heron? 
Un po’ di tutto e il suo esatto contrario. Figlio di un giocatore di calcio, il primo nero che si è trasferito a Glasgov per giocare nei Celtics lasciando la famiglia. Scott-Heron è stato cresciuto dalla nonna attivista di diritti dei neri e ha vissuto tutta la storia dell’America dagli anni 60 fino al nuovo millennio passando in mezzo a tutte le sue trasformazioni: le battaglie dei neri che rivendicavano i loro diritti, le manifestazioni di pace contro le guerre in vietnam, tutta l’era hippie ma anche l’era di Reagan che riportava l’America dentro a solchi reazionari. La sua storia più personale, è passata dentro meandri più oscuri e maledetti dell’ animo umano, quello minato da disperazione, povertà, alcolismo, droga, emarginazione.

Video: Gil Scott Heron – Inner city blues
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Dal punto di vista artistico? Mi sembra un po’ lontano dalla tua cultura musicale.
Forse anche per questo mi ha incuriosito e appassionato. Prima di tutto è uno scrittore e poi un musicista. Scrivendo canzoni che con estrema lucidità, linguaggio crudo e, tuttavia ironico e pungente, accompagnato da una miscela musicale originale e personalissima che ha attinto sapientemente dalle radici della black music, rinnovandola e modernizzandola, rimettendosi costantemente in gioco.

Però la gente, io per primo lo conosce poco.
Questo è vero, e chi viene alle presentazioni rimane folgorata da questo sconosciuto artista. Ma non per tutti è così. Di certo è il precursore del rap, in diversi suoi brani degli anni 60 c’è molto parlato dentro alle canzoni. 
Il suo messaggio principale è che dalla mescolanza che si progredisce. Non solo nella musica ma anche nella storia. Se si creano barriere, si innalzano muri, il mondo regredisce inhe è invece di andare avanti.

E’ come un messaggio politico visti i tempi in cui viviamo
Si, e mi schiero apertamente contro questa cultura che si sta affermando ora:  delle divisioni, dei muri, della non accettazione dell’altro, dei respingimenti. Rivendico e dico apertamente la mia posizione che è diametralmente opposta a quella che si sta imponendo in questi periodi. Questo libro è anche un messaggio per far comprendere l’opportunità dell’accoglienza, della mescolanza, dell’accettazine e soprattutto dell’opportunità, di accettare le diverse culture che si affacciano a casa nostra. Ritornando al livello artistico è preso come riferimento da diversi musicisti che, atttraverso il suo messaggio hanno cominciato a mescolare vari stili musicali, facendo capire l’importanza che ha il “mettere insieme” anche in ambito musicale. 
 

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