Dopo 4 anni il ritorno dei Pertegò è “Black”!

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Il nuovo album si chiama Black, il primo singolo uscito anche come video (e non sarà l’unico) si chiama Quyllur, e loro, se non lo avete ancora capito, sono i Pertegò. Il gruppo piacentino dopo 4 anni dall’ultimo lavoro torna con una formazione che vede Manuel Bongiorni affiancare Khristian Scott, con 8 nuove tracce che ci presentano qui.

Intanto partiamo dal primo pezzo che avete lanciato, Quyllur.

La scelta non è stata casuale. Quyllur è il primo brano che abbiamo lanciato perché per tanti versi è quello che meglio rappresenta questa nuova unione che forma i Pertegò, quello che rappresenta meglio il lavoro congiunto di me (Khristian. Ndr) e Manuel, nato negli ultimi due anni. Diciamo che rappresenta il collante di tutto il disco.

E allora passiamo al risultato generale di questo lavoro: Black!

Otto pezzi che rappresentano un arco temporale di 4 anni. Prima una fase embrionale abbastanza lunga che però ha subito un’accelerazione nel momento in cui è arrivato Manuel. Con lui il lavoro è stato ripreso in mano e si sono aggiunte nuove competenze e modi di scrivere, con il risultato di un prodotto che a noi piace molto e che soprattutto rappresenta una strada nuova per i Pertegò. Una strada che in questi ultimi anni ha rappresentato un passaggio da un stile tipicamente da band ad uno che segue il filo musicale tarato sulle colonne sonore.

Un album che arriva dopo 4 e diversi cambiamenti. Perché proprio adesso?

Ci sono state tante coincidenze che ci hanno portato a questa fase. Prima i Pertegò erano proprio una band con un lavoro incentrato sull’esecuzione live, poi piano il gruppo si è fermato perché in mezzo succedono tante cose, chi si sposa, chi diventa genitore e via dicendo. Questo nuovo percorso segna proprio un cambiamento alla radice, volevo fare pezzi molto diversi da quelli fatti prima, passare dal creare un pezzo per suonarlo live al “costruirlo”, ossia fare un prodotto studiato alla perfezione, mattoncino dopo mattoncino. Eh infatti ci sono voluti 4 anni!

Non posso non chiedere: sembra che a metà di questi 4 anni, un momento di indecisione ci sia stato, è così?

Si perché quello che era successo all’interno del gruppo ha portato ad un rallentamento e poi anche perché mi sono reso conto (sempre Khristian. Ndr) che avevo bisogno di un’altra mente da parte a me per comprendere qual era la direzione giusta da prendere. Manuel arriva da un genere molto diverso dal mio e questo ha portato a poter variare musicalmente rispetto al passato.

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Da dove arrivano questi 8 pezzi?

Tutto questo album nasce sempre dalla stessa cosa: fare musica secondo le nostre emozioni. Su questo siamo sempre sulla stessa linea, scrivendo e vivendo la musica che facciamo allo stesso modo. I pezzi arrivano da situazioni di vita trascorsa, riportati prima su un quaderno, poi in musica.

Ho ascoltato l’album 2 o 3 volte, però non riesco a dare una definizione del genere, voi mi potete aiutare?

Non molto perché è un suono non così facilmente catalogabile. Questo perché non ha un’entità netta, ma una serie di influenze diverse che lo ha reso molto originale. Anche se poi alla fine ormai tutti e due abbiamo un’idea di quello che è il sound che ci contraddistingue, le influenze, soprattutto all’inizio di un lavoro, ci sono sempre.

E queste influenze da dove sono arrivate?

Sicuramente da tutta la musica che continuiamo ad ascoltare, ma poi, avendo un’etichetta (IMA Records. Ndr), ti capita sotto mano tantissimo materiale tra quello che ti viene mandato e quello che vai a cercare. Poi adesso lavoriamo tanto sulle colonne sonore e lì le influenze sono soprattutto internazionali, come ad esempio i grandi compositori, uno su tutti Alan Silvestri (un paio di candidature agli Oscar oltre ad avere vinto 3 Grammy. Questo per tutti quelli che non lo conoscessero… tipo il sottoscritto fino a qualche minuto fa. Altro Ndr). Un artista capace di mantenere sempre un proprio stile anche in situazioni molto diverse. Anche noi vorremmo essere sempre così: portare nuovi suoni ma rimanendo sempre noi, sempre riconoscibili.

Tornando all’inizio: i video. Il primo è molto particolare, in mezzo ad un bosco, di notte. Perché questa scelta?

Come per la musica, anche i video sono studiati in modo che ognuno possa interpretarlo a suo modo. Noi diamo un’idea ma poi è la fantasia dell’ascoltatore a dare una propria lettura. Questo sicuramente vale per Quyllur. In Inca vuol dire stella e rappresenta quello a cui volgiamo lo sguardo tutte le volte che ci fermiamo per un attimo a pensare. Alzando la testa verso il cielo, per un momento tutto il resto passa in secondo piano. Un momento che ognuno interpreta a suo modo e così sarà anche per i prossimi video che stanno per arrivare…

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Ah

Si, ogni due mesi vogliamo lanciare un video fino a completare l’album. Per i prossimi abbiamo in testa già varie cose, ma sempre con un messaggio molto semplice e comprensibile, e sempre con una trasposizione molto cinematografica sia dal lato tecnico, sia come contenuto, perché ci piace pensare che ognuno di noi viva un proprio piccolo film ogni giorno.

E per la parte tecnica ci ha pensato Alex Koci, giusto?

 Si, con lui è un lavoro di insieme: consideriamo parte suono e parte video come una cosa sola e con lui viene tutto facile. Un rapporto nato tutto fretta, appena ci siamo conosciuti abbiamo cominciato a parlare della possibilità di lavorare insieme e infatti è andata subito così. Noi diamo l’idea e poi lui pensa sia alla regia che alla fotografia e fa diventare tutta la produzione anche una cosa sua. Poi sul video di Quyllur bisogna dire che è stato tutto molto particolare…

Cioè?

Intanto è stata una tirata dalle 8 di sera fino alle 5 del mattino. Il tutto sperduti in Val Nure con 2 generatori che illuminavano a giorno il bosco attorno a noi. Non fosse bastato, delle due macchine del fumo che avevamo portato, non ne andava nemmeno una e allora tutto l’effetto scenico l’ha dovuto fare il nostro amico Luca Amianto con la sigaretta elettronica. Alla fine non ce la faceva più.

Adesso abbiamo Black e questo lo abbiamo detto, ma per il futuro dovremo aspettare ancora 4 anni?

No no, anzi, siamo già in studio! Non solo, abbiamo anche già il titolo! Sicuramente sarà un lavoro più veloce e pensiamo che dentro ci saranno molte cose nuove perché nuovo è il percorso dei Pertegò.

Dei Pertegò sempre in cambiamento perciò…

Si ma sempre Pertegò! Ogni volta che fai una modifica, qualche ascoltatore lo perdi e qualcun altro arriva, però le cose funzionano così. L’obiettivo è sempre quello di andare verso cose più grandi, sia come Pertegò, sia come studio con i lavori che accompagnano la parte musicale che ha portato a Black. Anche lì abbiamo alcuni contatti importanti per cose nuove e perciò “speriamo bene”, però la cosa principale rimane che quello che facciamo lo facciamo per noi, se poi arriva qualcosa in più… lo prendiamo.

Summertime In Jazz