Nagual: Luca Sabia ci presenta “NakedRoots” il loro ultimo EP

585

Si, abbiamo parlato del loro video, quello di “My own demons”, solo pochi giorni fa, ma dato che c’eravamo, perché non chiedere ai Nagual qualcosa anche sull’intero Ep? Quattro tracce, 2 cover e 2 pezzi della band della zona della Val Tidone, appena uscite sotto il nome di NakedRoots e di cui abbiamo chiesto qualcosa a Luca Sabia, la voce della band, uscito a distanza di circa 18 mesi dalla loro ultima produzione, Tattvamasi.

Intanto come è nata la scelta di dare vita a questo ep?

Dopo il periodo di promozione dell’ultimo album, abbiamo sentito l’esigenza di provare qualcosa di alternativo e, visto anche che dal vivo avevamo potuto sperimentare un breve repertorio acustico, abbiamo soddisfatto la nostra curiosità rivisitando sia nostri brani da “Tat Tvam Asi” che alcune delle nostre cover preferite.

Come mai avete pensato a questo “esperimento unplugged”?

Visto che l’esperienza unplugged sperimentata dal vivo era piaciuta, ci siamo detti: perché non passiamo un paio di giorni in studio e proviamo qualche canzone da rifare in acustico, magari dal vivo in presa diretta? Così è stato, anzi, già che c’eravamo abbiamo anche filmato tutto con l’aiuto del nostro vecchio bassista, Massimiliano Fulgosi, e con la regia di Alberto Callegari abbiamo tirato fuori questi quattro pezzi. Un’esperienza diversa, rinfrescante e soddisfacente.Rivisitare anche i nostri brani “Let It Go” e specialmente “My Own Two Demons” è stata un po’ una sfida. È bello riascoltarli sotto una nuova luce.

Due dei quattro brani sono cover: i Whitesnake con Child of Babylon e Joan Baez con Diamonds and Rust. Per voi devono avere un significato speciale…

Beh… entrambi i brani sono già da tempo presenti nel nostro repertorio elettrico. I Whitesnake sono stati una influenza importantissima fin dall’inizio della storia della band e per me in special modo come cantante. “Child of Babylon” (dall’album storico “Come an’ GetIt” del 1981. Nota dell’artista) è uno dei miei brani preferiti e si presta bene ad essere suonato in acustico. “Diamonds and Rust” è tutta un’altra storia… abbiamo sempre eseguito dal vivo la versione “hard” dei JudasPriest (datata 1977. Altra puntualizzazione non della redazione) e la versione unplugged è saltata fuori quasi per gioco in sala prove mentre preparavamo un live acustico. Crediamo che sia uno dei brani meglio riusciti dell’album. Inoltre, il testo è particolarmente bello, Joan Baez lo aveva scritto all’epoca per ricordare la sua storia ormai finita con Bob Dylan.

È passato quasi un anno e mezzo da “Tattvamasi”. Come sono stati questi mesi?

La prima parte di questo periodo è stata investita nella promozione del disco, che ci ha dato parecchie soddisfazioni e riscontri positivi tra recensioni, passaggi radio/video e concerti. Il resto del tempo lo abbiamo passato lavorando parecchio in sala prove. L’arrivo a giugno 2017 del nostro Tastierista Fabrizio Defacqz è stato fondamentale e di forte stimolo a produrre nuovo materiale. Negli ultimi sei mesi abbiamo composto materiale che è quasi sufficiente per un nuovo album di inediti, un periodo estremamente prolifico per fortuna e ne faremo tesoro.

Come avevi già anticipato per il VideoTime di “My own demons”, l’idea è quella di creare una collana con i vari video, quali sono le tempistiche?

Come già accennato, abbiamo ripreso dal vivo tutto ciò che abbiamo registrato presso Elfo Studio e molto probabilmente nel giro di qualche mese tutte le versioni verranno pubblicate sul canale YouTube di OrzoRock Music oppure direttamente sul canale YouTube della band. Abbiamo deciso di non pubblicare tutto insieme per il timore che 20 minuti di “speciale acustico” fossero un po’ troppo.

Andando ancora oltre, questo “NakedRoots” è il trampolino di lancio per altre produzioni?

Visto che il materiale che abbiamo composto negli ultimi mesi è abbondante, a settembre contiamo di rimetterci mano nella previsione di tornare in studio di registrazione possibilmente entro la fine dell’anno. Siamo molto curiosi di vedere cosa succede, con l’inserimento di uno strumento importante come le tastiere anche in fase compositiva le idee si sono moltiplicate, Contiamo di potervi dare qualcosa di nuovo presto.

Summertime In Jazz