L’universo rap e hip hop è vastissimo e conoscerlo per bene significa essere grandi intenditori del genere. Bene, sgombriamo subito il campo da autocommemorazioni: noi non siamo quei grandi conoscitori di cui sopra. Però c’è un però, e ossia che quando abbiamo letto un post che parlava del Tecniche perfette, abbiamo subito drizzato le orecchie.
Il Tecniche perfette, per chi non lo conoscesse, rappresenta una (se non “la”) manifestazione di battle freestyle più importante a livello nazionale. A riprova di ciò, fra gli altri, ne sono usciti vincitori nomi come Mondomarcio, Clementino, Moreno, Emis Killa. E quest’anno, per la prima volta, un piacentino ha sfiorato l’accesso alla finalissima di Senigallia. Stiamo parlando di Anatema, all’anagrafe Enrico Campolunghi, che abbiamo bloccato al volo per sapere come è andata tutta questa storia.
<<È partito tutto per caso, stavo facendo le mie cose e ho visto che cera un evento a Lodi organizzata da Yoman e Trifo insieme a Mastafive (Co-ideatore della manifestazione già dalla prima edizione. Ndr) in cui veniva messa in palio la semifinale nazionale del Tecniche perfette. E da lì, quando l’ho saputo, a quando è iniziata la serata, è stato un attimo. È andato tutto bene, molto meglio del previsto: ho vinto, oltre al montepremi, anche la wild card per la semifinale di Latina>>.
E poi appunto è arrivata Latina. Come è stato l’impatto?
Allora, se devo dirla tutta, dal punto di vista del livello tecnico mi aspettavo anche qualcosa in più di come era veramente, anche se ovviamente c’erano tutti i più forti, quelli che spesso mi ritrovo davanti nelle altre battle in giro, in quelle più importanti dove anche il cachet è molto alto. Poi ovviamente è stato notevole trovarsi su un palco gigantesco, molto diverso da tanti locali dove magari sei per terra e ti danno in mano solo un microfono e via, con un impianto luci incredibile e Mastafive che ti presenta e Double S (il secondo co-ideatore del Tecniche perfette. Altro Ndr.) che mette su le basi. Poi la cosa che mi ha stupito era la marea di ragazzini che mi conosceva, e lo stesso Mastafive che si ricordava chi ero.
Però prima di partire qualche dubbio c’è stato…
Si e infatti se ho deciso di andare, lo devo a Cecca, un freestyler di Parma molto forte con un mood veramente molto street che non ho mai visto prima e che durante l’esibizione è un pazzo furioso, che voglio ringraziare in modo particolare. Io avevo qualche dubbio sull’andare anche per un discorso di costi e Cecca, anche lui era stato selezionato per Latina, mi ha convinto ad andare e mi ha aiutato davvero molto, senza di lui non ce l’avrei fatta. Tutto questo ovviamente oltre al supporto che mi da sempre Francesca, la mia fidanzata, che mi ha spinto molto a partecipare, come fa ogni volta che c’è una situazione del genere.
Una volta arrivato lì, come è andata?
Una battle molto bella. Sono partito bene ed ero molto carico, me la sono giocata bene nei primi turni e poi ho perso un po’ qualcosa anche perché più si va avanti e più è difficile. Questo fino a quando non ho trovato Redrum, un ragazzo pugliese del ‘99 che mi ha spiazzato. Io ci sono andato un po’ troppo leggero e mi ha preso in contropiede, mi ha battuto e poi è andato anche a vincere il giro finale.
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Quanto è importante partecipare ad eventi del genere?
È importantissimo. Allenarti con quelli più forti di te ti porta ad essere ancora più forte. Rimanere sempre nello stesso posto e sfidare la stesa gente che batti molto spesso, magari vuol dire che sei forte, però sei forte sempre fra quelli lì e non ti aiuta a crescere.
Spostandosi più sul generale, quanto è più facile trovare situazioni del genere oltre Piacenza?
Sicuramente è più facile e più ti muovi e più ti abitui a muoverti, però anche in altre città non è detto che si trovino cose del genere, anche alcune città che sono molto più grandi di Piacenza, come ad esempio Genova, non offrono grandi cose. Dall’altro lato ci sono città, Modena ad esempio, molto vive. Parte di questa situazione è data dal fatto che dietro c’è una storia hip hop importante, dove la gente è abituata ad un certo tipo di evento e gli stessi organizzatori sanno che la cosa funziona e ci puntano. O ancora Bologna che nella sua storia ha avuto tanti nomi dell’underground, li ad esempio continua ad andare il “vecchio”, le cose nuove fanno più fatica a differenza di Milano dove invece sono più aperti all’innovazione.
E su questo c’è anche un lavoro di studio…
Quando conosci il posto dove vai a fare una battle, lavori sull’atteggiamento, cerchi di attirare un po’ l’attenzione, di farti qualche amico. Questo mi mette di più a mio agio e serve per lavorare un po’ il terreno. Cosa che però non ho avuto il tempo di fare prima di andare a Lodi perché siamo andati immediatamente senza avere il tempo di preparare nulla. Per fortuna non è servito.
Quante sono le possibilità di essere “notato” a competizioni di questo tipo?
Di norma in competizioni più piccole sono bassissime, poi quando arrivi a contest del genere come il “Teciniche” ma nelle ultime fasi, succede che qualcuno venga lì per ascoltare, magari anche per il Fight club che si svolge a Roma. Oppure ad esempio anche da noi all’Alley c’è la possibilità che qualcuno butti un orecchio per sentire cosa succede, ma altrimenti è molto molto difficile.
Adesso cosa dobbiamo aspettarci?
Prossime cose, beh, un pezzo che uscirà fra poco prodotto da Prezbeat su cui stiamo lavorando, e a fine anno un mixtape di Honiro in cui sarò presente con un singolo fatto apposta per questa occasione perché me la sono guadagnata all’Honiro Rap Night Gold Edition di Milano.
Foto in testata di Maria Scauri