Parte il Festival Beat. Intervista a Gianni “Fuso” Nerini

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Fra poche ore in quel di Salsomaggiore sarà il momento della 24esima edizione del Festival Beat. L’happening che nel corso degli anni è passato per Castel San Giovanni, Nibbiano, Pianello fino ad approdare in terra parmense, prosegue il cammino nella sua tradizione retrò continuando a rinnovarsi con grandi ospiti internazionali e tante attrazioni a corredo della line up che caratterizzerà questi 5 giorni di musica.

Per questo, abbiamo dato un colpo di telefono ad una delle anime storiche dell’intero Festival: Gianni “Fuso” Nerini.

Gianni, partiamo dall’inizio, come è nato questo 24esimo Festival Beat?

E’ nato costruendolo nel tempo, come tutti gli altri, anche se ormai, arrivati all’edizione numero 24, tutto va un po’ a ruota. Quest’anno il lavoro è stato in parte agevolato dal fatto che l’anno scorso è andato tutto veramente bene e questo ha reso più facile mettere insieme le cose. Anche se ogni anno bisogna ripartire da capo.

Appunto per questo, quando è iniziato il lavoro per questa edizione?

Io di solito dopo il Festival per un mese non voglio né vedere né sentire nessuno, perciò non parto proprio subito dopo la conclusione. Ho il completo rigetto per computer e telefono. Però, a parte questo, già dall’edizione in corso si lavora per la prossima. Ogni giorno è buono per lavorare per prendere contatti utili.

Un Festival che va avanti nonostante le difficoltà …

Già, infatti molti festival sono spariti dal calendario e di conseguenza è evidente che non è facile portare avanti queste iniziative e noi siamo molto contenti di riuscire a proporci ancora una volta. Situazioni anche molto più grandi di noi, non sono state più fatte come ad esempio l’Heineken o spostati come è successo per il Rototom. Se queste non riescono a stare in piedi nonostante i budget che hanno, figuratevi che fatica facciamo quando noi possiamo mettere sul piatto solo tanto olio di gomito.

Cosa dobbiamo aspettarci in questi 5 giorni?

Già che le previsioni mettono sole, noi siamo già contenti. Oltre al sole e al caldo, gli eventi e i momenti speciali sono tanti, come il party in piscina che porta tantissima gente solo per questa cosa, poi ovviamente la bellezza degli spettacoli all’aperto e ancora la corsa con i beatle boots, nata per scherzo e che ogni vede sempre più gente che si veste da orso o da supereroe per correre su degli stivaletti.

Su che cosa dobbiamo puntare l’attenzione in modo particolare?

Il live sono tanti e vengono da tante parti diverse, però devo dire che già da molto tempo abbiamo tantissime richieste per la serata di venerdì quando in chiusura ci saranno gli Allah Las. Attorno a loro c’è già tanto rumore anche perché noi saremo l’unica data italiana del loro tour.

Un Festival che anche se a Salsomaggiore continua a parlare piacentino….

Si, purtroppo c’è sempre il forte rammarico di non essere a Piacenza. C’è sempre dispiacere nel non essere a “casa”. La provincia di Piacenza ha perso qualcosa di valido soprattutto a livello di presenze. A Salso ci sono possibilità che da noi non ci sono come i posti letto e le attrezzature. Purtroppo per come siamo strutturati adesso, Piacenza non credo sia il posto adatto ad ospitarci.

Prima di farti un “in bocca al lupo” conclusivo, come siete arrivati al giorno dallo start ufficiale?

Siamo arrivati con la consapevolezza che come sempre l’intoppo può essere dietro l’angolo, perciò speriamo che vada tutto bene, però ci si arriva comunque contenti. Per noi è un modo per rivedere gli amici che abbiamo in giro per l’Europa, è un modo per vedere gente che abbiamo conosciuto negli altri Festival, fra Spagna, Olanda, Germania. Può piacere o non piacere ma il Festival beat non è una cosa come le altre.

Tutte le info, che comunque continueremo a proporvi tutti i giorni, le trovate sul sito del Festival Beat http://www.festivalbeat.net/

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