“Dentro” Why not? Festival 2015

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E’ arrivata la settimana del Why not? Festival che quest’anno spegne 14 candeline. Per farci conoscere questa edizione, abbiamo parlato con uno degli organizzatori, Stefano Pastorelli.

Cosa dobbiamo aspettarci?

Come terza edizione gestita da noi del Collettivo 14 il nostro obiettivo è quello di ingigantirci piano piano, cercando di passare gradualmente ad un livello sempre più alto offrendo al pubblico una proposta musicale che passi dal rock al blues fino al metal, perciò dovrete aspettarvi un festival aperto un po’ a tutti.

Ci sono novità?

La novità principale è che quest’anno facciamo 3 giorni invece che i soliti 2 e di conseguenza aumenta il numero delle band e la proposta musicale. Questo grazie anche al fatto che sono arrivate tantissime iscrizioni da tutta Italia da cui abbiamo potuto attingere per creare la scaletta. Anche il dj-set è un po’ diverso dal solito perché abbiamo voluto proporre qualcosa di più ricercato.

Come è avvenuta la creazione della line-up?

Noi abbiamo voluto dare più spazio e visibilità a chi si è iscritto, ossia tutti quei ragazzi che cercano di far conoscere la propria musica autoprodotta girando per i festival come il nostro. Poi abbiamo optato per un ospite “grosso”, i Marta sui tubi, e due band che nell’ultimo periodo stanno crescendo rapidamente cioè gli Etruschi from lakota e gli Incomprensibile Fc.

Come saranno suddivise le serate?

La selezione che abbiamo fatto è varia in modo che chi viene da noi una serata non si trovi davanti ad un solo genere, anzi il filo logico è stato quello di dare una proposta ampia anche sulle singole serate. L’unica divisione che è stata fatta è quella territoriale, abbiamo dedicato il venerdì agli artisti che vengono da fuori provincia e la domenica ai ragazzi piacentini.

Come è nata la scelta dei Marta sui tubi?

Noi avevamo già pensato a loro per l’edizione scorsa, poi all’ultimo abbiamo fatto altre scelte. Stavolta siamo andati decisi su di loro e siamo riusciti ad averli con noi. Per noi è la band giusta, nel posto giusto, al momento giusto. Erano già conosciuti tempo fa nel panorama underground, poi con la performance a Sanremo sono tornati molto forte sulla scena e noi siamo molto convinti della bontà della nostra scelta.

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Per i non addetti ai lavori, come e quando si mette in piedi un festival del genere?

Noi di Collettivo 14 gestiamo anche il “Kill beer” a giugno, di conseguenza il lavoro parte dal giorno dopo quell’evento. In pratica sono due mesi in cui il lavoro è concentrato solo sul “Why not?”. Il tutto è possibile grazie alla disponibilità di una quindicina di persone che organizzano, più altre 30 persone indispensabili durante il festival. Una macchina non facile da gestire ma ormai ben oliata.

Cosa vi aspettate da questa 3 giorni?

Noi ci aspettiamo tanto pubblico e tanta soddisfazione da parte di quest’ultimo. Noi non siamo finanziati da nessuno e tutto il lato economico è messo a disposizione dalle nostre tasche! Oltre a ciò, alla fine non ci guadagniamo niente, il nostro obiettivo è rientrare dalle spese per gli obiettivi futuri ed il tornaconto è nella riuscita dell’evento e la felicità di chi viene a trovarci.

Summertime In Jazz