Go Dugong, un’esplosione d’amore

375

Go Dugong è il progetto solista di Giulio Fonseca, ex-membro dei København Store, che esce oggi con il suo primo disco, “A Love Explosion”. La sua è una carriera che si noda su più livelli, capace di regalare ad ogni passo una differente prospettiva dalla quale osservare il suo evolversi
Partendo da un ep, “White Sun” (2012, AMDISCS), che si lasciava sedurre dai fremiti chillwave del periodo e passando per la ricerca di una forma più pop nella quale incastonare i suoi ritmi, arrivando a “WAS”, pubblicato a fine 2013, che colleziona numerosi feedback, ed è la release che porta Go Dugong ad affermarsi come uno dei migliori producer nati in Italia negli ultimi anni. Abile a “far convergere numerose arterie verso un unico cuore per poi racchiuderle in un unico beat” (Rockit), la sua ricerca continua in una direzione ancora più tribale, meticcia.
“A Love Explosion” è il suo primo LP, fuori a Febbraio 2015 per Fresh Yo!

Esce “A Love Explosion”, il tuo nuovo lavoro. Che cosa rappresenta per te, che cosa può rappresentare per il pubblico, che cosa ha portato alla sua produzione?
Per me rappresenta il mio primo disco e una bella storia da raccontare su quella primissima fase dell’amore. Per il pubblico può essere qualcosa in cui immedesimarsi o perdersi, cullandosi tra beat e atmosfere psichedeliche. Un modo per riscoprire anche grandi maestri italiani da cui ho campionato gran parte del materiale. Cosa ha portato alla sua produzione? Aver conosciuto una persona speciale.

Come inserisci il disco all’interno della tua produzione? 
Voglio dire, è un disco rivoluzionario rispetto alle tue opere precedenti: penso a “White Sun” del 2012, con quel tiro quasi aggressivo di pezzi come “When You Feel So Heartless”, alla spintona pop di “Was” (che ti ha portato in giro per tutta Italia) e infine a “Carry A Flag”. Sono spariti gli oceani, i delfini e gli echi. Sono apparsi campioni di vinili, la grana dei dischi d’altri tempi, beat hip hop, suoni e sample analogici. E’ stato tutto naturale o una scelta consapevole?
Bella domanda! Sai che non ho mai pensato molto a questa scelta di cambio di direzione? Semplicemente avevo dei sentimenti da esprimere e quel suono, quel tipo di beat, quei sample mi sembravano il giusto modo per descrivere, in maniera molto personale, certi sentimenti e situazioni ad essi collegate. Non volevo fare un disco di musica puramente elettronica perchè sarebbe risultato troppo freddo rispetto a tutto il calore di quella situazione.

Hai detto che “A Love Explosion” potrebbe essere un canale interessante per riscoprire grandi maestri italiani d’altri tempi. E questa non è la sola cosa legata al Belpaese all’interno del tuo disco, che esce su Fresh Yo!, etichetta che, tra i tanti, ha collaborato anche con GODBLESSCOMPUTERS, Biga, Digi, Millelemmi. Che cosa ti ha spinto verso questa label? C’è un rapporto più o meno intenso tra di voi, a livello umano / musicale?
Assolutamente sì, siamo amici prima di tutto e credo che siano persone magnifiche. Per chi non lo sapesse Fresh Yo! è di Firenze e non mi stancherò mai di dire che quello che hanno costruito laggiù è davvero fantastico. Le loro serate come Grabber Soul, Feline Funk e Yes We Jam!, sono le più belle alle quali ho assistito/suonato e le loro uscite sono tra le cose più interessanti (secondo i miei gusti ovviamente) del panorama italiano. Oltre all’amicizia che ci lega c’è anche una stima reciproca immensa. Era da tempo che volevamo collaborare e questo disco è stata un ottima occasione per “consacrare” questo bel rapporto.

Ti conosco, prima che come producer, come artista umanissimo. Nella nostra città (Piacenza, ndr) hai portato tantissimi nomi: Apes On Tapes, Flowers or Razorwire, GODBLESSCOMPUTERS, DEATHinPLAINS, DIGI. Artisti pazzeschi. Se GodBless 1 anno dopo è uscito con “Veleno”, che l’ha portato in giro per tutta Italia, Digi ha fatto ancora meglio, spopolando in tutta Europa con il side-project Clap! Clap! (ultima bomba la Boiler Room a Londra). Mai pensato a un futuro da talent scout?
Sono curioso di sapere, dal tuo punto di vista, come sta evolvendosi questa scena elettronica nuova. A me sembra che da ormai 4/5 anni i generi si siano ramificati a dismisura, e ogni artista riesce ad emergere con uno stile personalissimo. Cosa sentiremo nei dischi in arrivo? Qual è la tendenza, secondo te, nel futuro della musica elettronica, specialmente italiana?
Non sai che piacere mi fa sentire che qualcuno si sia accorto delle tante prestigiose proposte portate a Piacenza con l’aiuto della mia associazione Airbag/29100 Factory. L’entusiasmo purtroppo è sceso perchè a Piacenza il bacino d’utenza è molto limitato e i “curiosi” sono in pochi. Anch’io quando suono nella mia città raramente ho davanti a me più di 10 persone. Ho deciso quindi, da un po’ di tempo a questa parte, di interrompere la mia attività di promoter. Continuo però a supportare gli artisti che mi piacciono parlandone con gli addetti ai lavori, condividendo i loro lavori sui miei canali e sui social network e creando connessioni tra diverse realtà.
Ti dò ragione riguardo all’evoluzione della musica elettronica, è una cosa a cui non avevo pensato e che in questo periodo ho già sentito parecchie volte. Sono contento che dall’esterno la percezione sia questa, ovvero di una progressiva personalizzazione e caratterizzazione del proprio stile e della propria immagine. Non è che il risultato della ricerca personalissima che ognuno di noi fa e di quella competizione positiva e stimolante che fa crescere una scena. Non ti so dire con esattezza cosa ascolteremo in futuro ma posso comunque immaginare influenze etniche belle matte e soprattutto la tendenza a rendere questo genere musicale più caldo e umano.

clicca sulla foto per ascoltare “Love Explosion” [[{“type”:”media”,”view_mode”:”media_large”,”fid”:”2528″,”attributes”:{“alt”:””,”class”:”media-image”,”height”:”480″,”style”:”vertical-align: text-top;”,”typeof”:”foaf:Image”,”width”:”480″}}]]

Summertime In Jazz