Stagione Concertistica: Solisti di Mosca diretti da Yuri Bashmet

1054

Una Stagione Concertistica all’insegna delle eccellenze musicali quella proposta quest’anno dalla Fondazione Teatri di Piacenza. Arrivano, infatti, a Piacenza i Solisti di Mosca che venerdì 6 febbraio alle 21 si esibiranno sul palco del Municipale diretti da Yuri Bashmet, per l’occasione nella doppia veste di direttore e viola solista. Un concerto imperdibile, però non solo per questa accoppiata che già da sola varrebbe il costo del biglietto, ma anche perchè durante la serata verrà presentata l’ultima composizione del giovane compositore contemporaneo Andrea Liberovici, “Non un silenzio”. Dedicata al musicologo Giovanni Morelli, l’opera eseguita per la prima volta lo scorso marzo al Teatro La Fenice di Venezia trae il proprio titolo da uno degli ultimi libri di Morelli. È un lavoro di ampio respiro, in cui un comporre a pannelli si organizza secondo una precisa idea strutturale. L’opera sembra guardare fuggevolmente a Budapest: a Kurtag e a Ligeti, con qualche barbaglio bartòkiano. L’epilogo si spegne nel silenzio, in una musica del congedo, punteggiata dai flebili sospiri della celesta, forse una toccante allusione al “profondo nulla” di cui parla il musicologo scomparso da quasi tre anni.
Ad aprire il serata sarà invece il Concerto per viola e orchestra in re maggiore di Franz Anton Hoffmeister. Composto in data imprecisata, probabilmente antecedente il 1799, è uno dei più raffinati concerti per viola del classicismo viennese, molto vicino ai modelli di Mozart e Haydn. Assieme al concerto in re maggiore di Carl Stamitz, è uno dei più conosciuti e più frequentemente eseguiti tra i concerti per viola del periodo classico. Il primo movimento è in forma sonata. L’orchestra espone il primo tema, che si articola in due semifrasi di quattro battute ciascuna. Il secondo tema presenta l’indicazione dolce nella parte del solo ed è anch’esso articolato in due semifrasi di quattro battute. Dopo un breve intervento dell’orchestra, il successivo intervento della viola è un arpeggio di bicordi, ripetuto in eco, seguito da un lungo arpeggio in la maggiore e una cadenza perfetta, che segna il termine dell’esposizione. Segue un interludio dell’orchestra, che riprende il primo tema e materiale del ponte modulante, tutto trasportato alla dominante. A battuta 103 vi è una cesura e segue un piano improvviso con crescendo, sempre in tonalità di dominante e preparando l’ingresso del solo, che avviene a battuta 117 con levare. La viola elabora materiale del primo tema e poi modula in si minore. Dopo una cadenza in si minore della viola, l’orchestra riprende l’inizio del primo tema, trasportato questa volta in si minore, e modula ritornando in tonalità d’impianto, preparando la ripresa del solista a battuta 162 con levare. I due temi vengono riproposti entrambi in tonalità di re maggiore, seguiti da due frasi della viola Via Verdi, 41 – 29100 Piacenza CF 91097210339 P. IVA 01563080330 Direzione Artistica +39 0523 492264-2262 Fax 0253 492253 direzioneartistica@teatripiacenza.it costituite da arpeggi e scale, ognuna di esse ripetuta in eco. Il tutto si conclude con un arpeggio e trillo su armonia di dominante, con cadenza sulla tonica. L’orchestra esegue un tutti di alcune battute, che porta ad una cadenza sospesa. Dopo la cadenza solistica improvvisata dalla viola, una codetta dell’orchestra conclude il movimento. L’adagio è in forma binaria, in re minore. Il movimento è aperto da un’introduzione dell’orchestra, segue una sezione solistica, un interludio dell’orchestra ed il movimento si chiude con una coda affidata all’orchestra. Il terzo movimento è un rondò, scelta consueta nei concerti dell’epoca. A chiudere la serata sarà quindi Souvenir de Florence di Petr Il’ic Cajkovskij facente parte della produzione di musica da camera per archi del compositore russo. Scritto tra il 1887-’90 e revisionato nel 1891-92 il Sestetto, meglio conosciuto con il sottotitolo di Souvenir de Florence, vuole essere un omaggio affettuoso alla città toscana, dove il musicista trascorse un riposante soggiorno nell’inverno del 1890, impegnato nella stesura dell’opera La Dama di picche. Della composizione del Sestetto si ha notizia in una lettera indirizzata dal musicista alla sua mecenate e protettrice Nadezda Filaterovna von Meck e recante la data del 12 luglio 1890. In essa Cajkovskij dice: «La Dama di picche non è ancora finita e già sto lavorando ad una nuova partitura di cui è ultimato lo schema compositivo. Spero che sarete felice di sapere che ho composto un Sestetto per archi. Conosco il vostro interesse per la musica da camera e sarò lieto se potrete ascoltare il mio Sestetto: non sarà necessario che vi rechiate ad un concerto in pubblico, in quanto potrete facilmente organizzare un’esecuzione a casa vostra. Spero che questo lavoro incontrerà tutto il vostro gradimento, perché l’ho scritto con molto entusiasmo e senza il minimo sforzo». Nel novembre del 1890, mentre si provava a Pietroburgo La Dama di picche, che avrebbe avuto un’accoglienza favorevole il 19 dicembre dello stesso anno, il compositore organizzò una esecuzione privata del Sestetto, alla presenza di alcuni amici, tra cui Glazunov e Ljadov, i quali espressero alcune riserve, tanto che Cajkovskij pensò di riscrivere lo Scherzo e il Finale. In questa versione il Sestetto fu presentato a Pietroburgo il 7 dicembre 1892, poco meno di un anno prima della morte del musicista. Non mancano nel Sestetto alcune reminiscenze del lirismo cantabile delle opere italiane, verso cui l’autore nutriva sincera ammirazione, ma nel complesso la musica di questo lavoro rispecchia uno stile di marca russa, specie nei suoi accenti vivaci e popolareschi. Per info e biglietti è possibile rivolgersi alla biglietteria del Teatro Municipale di Piacenza, in via Verdi 41, al numero di telefono 0523.492251 o al fax 0523.320365 o all’indirizzo mail biglietteria@teatripiacenza.it.

Summertime In Jazz