Ale Colpani presenta “Confini”, il suo nuovo album
Fuori da Venerdì 4 Aprile “Confini”, il nuovo album di Ale Colpani
Cos’è un confine? Cosa c’è al di là e cosa di qua dal confine?
“Confini” – in uscita il 4 aprile 2025 – è il nuovo album cantautorale, poetico e folk di Alessandro Colpani, che nasce da lontano, dalla collaborazione tra Alessandro e il percussionista, compositore e produttore Francesco Brianzi.
Il disco, anticipato il 28 marzo dal singolo “Guardi il fiume”, raccoglie 7 pezzi, tutti ricchi di riflessioni, memoria e storia. «Negli anni, al nostro percorso hanno partecipato diverse persone e realtà.
Oggi questo lavoro di rete diventa “Confini”, mentre i confini geografici e ideali del mondo diventano sempre più invalicabili, e ciò che dovrebbero delimitare ne é svilito.
Abbiamo messo in queste canzoni la nostra musica, ma anche il nostro desiderio di parlare con la giusta sensibilità del tema crescente del confine che ricorre in varie forme nei brani» è così che Colpani racconta questo ambizioso progetto discografico.
Nel 2017 il duo avvia una collaborazione artistica pluriennale, musicando la poesia di Luciano Gherardi “Le Querce di Monte Sole”, incisa a San Martino di Caprara, nei luoghi dell’eccidio di Marzabotto (Bologna): la canzone, oggi chiamata “Monte Sole”, viene in seguito premiata
dall’Istituto Storico di Torino “G. Agosti” (ISTORETO) e presentata al Polo del ‘900.
Nel 2019 il duo risulta vincitore assoluto del Premio Musicare i poeti – sezione speciale del Premio Lunezia – musicando una lirica, “Speranza di Pace”, tratta dalla Divina Commedia di Dante (dal Canto VIII del Purgatorio): il brano, scelto dal Centro Lunigianese di Studi Danteschi, oggi è chiamato “Due angeli”.
Nel 2021 il duo si aggiudica il Premio Via Emilia “Mauro Caldari” con “Guardi il fiume.
Oltre a questi brani, “Confini” ne include quattro pezzi: “Un confine” (lato B del singolo “Guardi il fiume”), “Scarpe nere”, “Quante gocce”, “Bambine conchiglie” (quest’ultimo in collaborazione con il rinomato autore per bambini altoatesino Mario Bolognese, la maestra e direttrice di coro Raffaella Fellegara, il coro scolastico Le Voci del Terzo che accompagna anche altri brani nell’album).
Di “Bambine conchiglie” uscirà anche un videoclip che vede la regia di Alessandro Massari (in arte Massales) girato in Val Tidone, valle in cui è stato tra l’altro registrato l’intero album, presso l’Elfo Studio di Tavernago (Piacenza).

GUIDA ALL’ASCOLTO
- DUE ANGELI – Apre l’album ed é una canzone che vede riadattati alcuni versi del Purgatorio di Dante, messi in musica per il Premio Lunezia dove si aggiudica il primo posto nella sezione “Musicare i poeti”. Il Centro Lunigianese di Studi Danteschi ha commentato così questo pezzo: “Il brano risulta libero dalle pesantezze tipiche della materia infernale e non è ancora spiccatamente melodico come si conviene al solo Paradiso, andando così a costituire un giusto equilibrio tra i due estremi”, ed effettivamente questa è la strada scelta per la produzione.
- BAMBINE CONCHIGLIE – Nasce dalla collaborazione con Mario Bolognese, poeta autore originale del testo, e Raffaella Fellegara che ha scritto la musica e diretto il coro Le Voci Del Terzo, che qui richiama le “bambine” della canzone, le “figlie” per le quali il mare “ruggisce”. Si è voluto puntare sul mandolino di Davide Cignatta e il vibrafono per il loro suono primitivo, che fa sentire la corda, il legno e il metallo, elementi in comune con l’ambiente marino, ancora oggi teatro di troppe tragedie.
- SCARPE NERE – Parla della generazione di Alessandro, quella che in adolescenza si vestiva di nero per comunicare il proprio disagio, e che oggi prova un nuovo disagio nell’ereditare le grandi difficoltà del nostro presente, facendosi carico della fine del vecchio mondo, e sopravvivendo all’apocalisse. L’anima della canzone é la batteria su cui si innestano prima di tutto le parole, e poi il resto degli strumenti, culminando con l’assolo di tromba di Gerardo Gianolio: uno strumento che annuncia, nato per inviare segnali, e qui eco del messaggio del
testo. - QUANTE GOCCE – L’armonica a bocca si alterna alla voce: si tratta di una canzone d’amore in terza persona, dove la televisione, il treno, la coperta, smettono di essere oggetti qualunque, facendosi punti cardinali di una quotidianità che attraversa diversi tempi e momenti, fino a diventare una storia. Il brano cresce, attraverso le elettriche di Roberto Selvatici e il basso di Andrea Speroni, col racconto: un crescendo che riporta poi in una zona “tranquilla” il pezzo, un po’ come accade nella vita di tutti i giorni.
- MONTE SOLE – Nasce da una visita nei luoghi della strage di Marzabotto, presso l’omonima Scuola di Pace, e dalla poesia “Le querce di Monte Sole” di Luciano Gherardi, ordinato presbitero nel 1942: tra i suoi compagni di Messa c’erano don Giovanni Fornasini e don Ubaldo Marchioni, legati a lui da una forte amicizia e uccisi due anni dopo dalle SS a Monte Sole. “Monte sole” tocca quindi l’importante tema della memoria storica, oltre a questioni ideologiche che risultano, purtroppo, drammaticamente attuali.
- UN CONFINE – Lato B del singolo “Guardi il fiume”, si riferisce sia a confini geografici che a confini ideali. Cos’è un confine? Cosa c’è al di là e cosa di qua dal confine? Il sound delicato, creato attorno a chitarra classica, vibrafono e tromba, mira a specchiare il testo riflessivo della canzone. Allo stesso modo la scrittura armonica e ritmica del brano, in divergenza con alcuni canoni della scrittura musicale, intende riprendere un concetto fondamentale: oggi i confini diventano sempre più importanti, mentre perde valore ciò che dovrebbero
delimitare. - GUARDI IL FIUME – E’ il singolo che chiude l’album, una canzone a cui Alessandro è legato fin da quando era più giovane. È una canzone che gli ha dato tanto e gli ha permesso di vincere il Premio Via Emilia alla sezione per il Miglior Testo intitolata a Mauro Caldari, insieme a Francesco Brianzi. Parla del rapporto tra un fiume e la sua gente, tra generazioni e provenienze diverse, ed è anche per questo che è stato scelto un coro multiculturale di bambini per cantare insieme al cantautore. La produzione tiene conto di suoni come il violoncello di Elena Brianzi, e ancora la tromba e il mandolino che rimandano a un mondo tradizionale e locale fatto di confini da superare.
CREDITS:
Alessandro Colpani (voce, chitarre acustiche, armonica a bocca), Francesco Brianzi (produzione, arrangiamenti, batteria, pianoforte, tastiere, vibrafono, percussioni, mix, sound engineer), Andrea Speroni (basso, mix, master, sound engineer, co-produzione), Elena Brianzi (violoncello), Davide Cignatta (mandolino), Roberto Selvatici (chitarra elettrica), Gerardo Gianolio (tromba), Raffaella Fellegara
(direttrice del coro “Le Voci del Terzo”), Matteo Gagliano (sound engineer).
