Il rap per raccontare sé stessi e il carcere, in autunno tre concerti alle Novate grazie a YouthBank
Il carcere parla alla città attraverso la musica grazie al bando YouthBank
Due detenuti della casa circondariale delle Novate sono diventati “planner”, aggiudicandosi il bando della YouthBank con un finanziamento di 7.200 euro da parte della Fondazione di Piacenza e Vigevano per realizzare una rassegna di tre concerti che si svolgeranno in autunno insieme agli studenti delle scuole piacentine, ospiti e artisti esterni.
Ad affiancarli è l’associazione Verso Itaca aps.
Un requisito del bando della YouthBank era infatti presentare i progetti in collaborazione con associazioni, cooperative o enti del terzo settore.
Il progetto “Da dentro a fuori – musica per includere” nasce “dal desiderio dei giovani detenuti di stare insieme attraverso la musica.
Prima di esibirsi, i ragazzi stanno affrontando un percorso, affiancati dal rapper Michele ‘True Skill’, per imparare a scrivere musica”.
Abbiamo fatto qualche domanda proprio a Michele per capire meglio il suo ruolo all’interno del progetto.
1) Come ti sei trovato a lavorare con i ragazzi?
“I ragazzi sono stati molto gentili, da subito con me, si sono mostrati rispettosi e diligenti, hanno sempre ascoltato i consigli che gli davo e non ho mai avuto problemi a farmi rispettare, si sono sempre mostrati molto rispettosi e hanno sempre avuto stima nei miei confronti.
Si vedeva che erano volenterosi di fare questo progetto e ben disposti: piano piano hanno acquisito fiducia man mano che andavamo avanti”.
2) Quali consigli hai dato ai ragazzi per aiutare loro ad imparare a scrivere musica?
“Le frasi che hanno scritto nelle canzoni che hanno poi tirato fuori sono arrivate tutte da loro, quindi io semplicemente gli ho aiutati a mettere le cose a tempo e a dargli dei consigli tecnici per quanto riguardasse la metrica e la stesura dei testi, ma i concetti, le idee e i messaggi nascono esclusivamente da loro“.
3) Ritieni che la tua esperienza in ambito musicale possa aiutare i ragazzi che sognano di intraprendere questo percorso?
“Beh, sicuramente sì…Io non so se i ragazzi con cui sto lavorando (del carcere) usciti da lì avranno voglia di mettersi in questo percorso, però sicuramente la mia presenza gli aiuta a capire meglio che cosa significhi, anche quanto realmente sia difficile e sicuramente posso dargli dei consigli utili provando, essendo nell’ambiente da una decina d‘anni già…
Non so se la domanda si svolge anche al contrario, cioè se l’esperienza in carcere possa aiutare me, ma comunque sì, anche così, ovviamente questa esperienza aiuta me a mia volta, nel senso che è formativa, ho avuto modo di apprendere dinamiche che non avrei mai scoperto e parlare con persone che non avrei mai potuto incontrare“.
4) Ritieni che, oggigiorno, la musica, oltre che una passione possa diventare anche una professione?
“Beh, se devo interpretare letteralmente la domanda la risposta non mi sembra scontata, di più…
Certo che è possibile, siamo circondati di professionisti che ce l’hanno fatta a rendere la musica un lavoro…Quindi, che sia fattibile è palese agli occhi di tutti…Quanto sia difficile arrivare ad essere un artista riconosciuto con canzoni proprie-quindi-non una cover band, non insegnante di musica alle medie, non violinista nell’orchestra, ma frontman, artista, cantautore, rapper riconosciuto per le proprie canzoni, emergere è difficilissimo…
Fattibile è fattibile, ma è difficilissimo e finché non ci provi non puoi sapere quanto realmente sia complicato…“