Gabriele Garlaschelli e Tea hanno dato vita ad un album intenso ed intimo, si chiama Jet Leg e oggi ve lo presentiamo!
Uno dei pochi album, che si possono definire tali, che stanno uscendo in questo periodo, si può sicuramente definire speciale. Intanto perché è frutto di una coppia, Gabriele (Garlaschelli) e Tea (Teresa Maria Folli), e poi perché è un piccolo gioiello.
L’album si intitola “Jet Leg” ed è un mix tra cantautorato vecchio stampo e nuove tecniche e suoni invece molto contemporanei. Un album che lo stesso Gabriele ci ha raccontato con questa intervista e di cui abbiamo provato ad entrare nella intimità. Cosa, a dire il vero, non difficile.
Gabriele, Tea e Jet Leg
No, non è difficile entrare nell’intimità del disco perché sono gli stessi autori che lo hanno reso semplicissimo, grazie a canzoni che arrivano velocemente grazie alla loro orecchiabilità, vedi Mozziconi e altre che ci portano in un mondo speciale e dolce, come la bellissima Made in China.
È così che Gabriele ce lo ha raccontato…
Questo Jet Leg è formato da 12 brani, ma tra questi un intro, un outro e 3 brani rifatti in versioni diverse, perciò 7 canzoni. Nonostante questo, in quelle sembra ci sia dentro tutto il tuo mondo. È così come ci è sembrato a noi?
Come hai detto le canzoni, per come il mondo musicale odierno le considera, sono 7, ma per me tutti e dodici i pezzi hanno una storia tutta loro che li rende considerabili nel conteggio delle tracce. Se è vero che c’è tutto il mio mondo, ti posso assicurare che invece c’è una piccolissima parte della mia atmosfera, è una parte essenziale, ma è relativamente povera a confronto con la totalità dei brani che ho in testa, che vorrei fare, che tento di suonare.
Per mancanza di tempo purtroppo non riesco ad addentrarmi abbastanza in molte delle cose che invece vorrei approfondire. Nulla a togliere all’album, che sono dell’idea sia lo cosa più bella io abbia fatto nella mia vita.
Noi abbiamo cercato te, ma l’altra figura centrale del progetto è Tea. Ce la presenti?
Tea è la mia ragazza. Non è da tanto che ci conosciamo, ma basta dire che la prima volta che ho sentito la sua voce è stato su spotify e la prima volta che ci siamo incontrati è stato per fare una canzone insieme. Lei secondo me ha una bellissima voce, fuori da ogni standard, e ho deciso che, anche per il bene della nostra relazione, questa sua capacità si sarebbe dovuta condividere anche con altre persone.
Questo infatti è un progetto che non è stato commercializzato in nessun senso, così è uscito dai nostri cuori, e la sincerità, che molte volte viene violata dal mezzo monetario, con cui è stato fatto è una cosa a cui credo molto, vorrei che ce ne sia di più nella musica di quest’epoca.
Suoni morbidi e avvolgenti e tante parole dolci e intime. Sono testi che ci trascinano in una storia, in una realtà tutta vostra. Dove nascono queste canzoni?
Come ti dicevo, ogni pezzo ha una sua storia. “Mandorle e amarena” è stato il primo, ed era una canzone che Tea aveva scritto e io la ho riarrangiata. Stessa cosa con Made In China, la versione originale era solo chitarra e il ritmo era leggermente più veloce, l’unica differenza che questa non era finita, almeno non la sembrava a me. Abbiamo deciso quindi di aggiungere una mia parte all’interno della sua canzone, qui è stata la prima volta che abbiamo deciso che il processo creativo fosse stato quello: uno comincia con un tema, l’altro lo continua.
Jet Leg è arrivata di conseguenza e ha dato il nome all’album, il significato del nome è la sensazione che arriva quando, almeno per me è così, scavi nel passato, che è come passare da un momento all’altro senza accorgertene, un po’ come passa il giorno quando sei sotto effetto ‘jet lag’, che non sai più bene che ore siano a fine giornata.
I pezzi che abbiamo da soli, come “Fermi alla dogana” e “Asperio” sono un po’ più personali, il primo se devo essere sincero lo ha scritto la Tea e non abbiamo mai veramente parlato del suo significato, Asperio invece è la storia di un personaggio inventato che in certi particolari si rispecchia in quello che sono io. In generale i testi sono arrivati in periodi non troppo felici delle nostre vite, è per quello che a volte puoi sentire una certa sofferenza all’interno di alcune canzoni.
Il tuo è un cantautorato vecchio stampo che però si adatta e sfrutta i suoni del presente. Quali sono gli ascolti che ti hanno influenzato e quelli che ti influenzano oggi?
Io sono un grande fan del cantautorato chitarra e voce, Tea la è forse più di me. Sono anche fermamente convinto che il futuro è da qualche altra parte, che c’è bisogno di innovare i processi di composizione. Da qua, tutto quello che è registrato in Jet Leg è un miscuglio tra la mia (e di Tea) nostalgica attitudine alla chitarra e l’idea di sconvolgere gli standard sonori.
Gli album che mi hanno accompagnato nella produzione sono stati ‘OBE’ di Mace e ‘Magica Musica’ di Venerus, che trovo geniali in qualsiasi loro angolo, ma sono stato in fissa con il Jazz per troppo nella mia vita, e ciò ha influenzato anche se in minor misura, ti parlo di album super famosi come ‘Chet Baker Sing’ o ‘Sonny Side Up’, e anche qualcosa di un po’ più controcorrente come ‘A go go’ di Scofield.
I brani ci raffigurano un artista che viaggia tra la leggerezza della sua età (la tua e la sua) e la profondità di una sensibilità rara. È una descrizioni in cui ti rivedi?
Sono sempre stato supersensibile. Qualsiasi cosa mi succeda si ripercuote non tanto nel tempo ma più nell’intensità. Non è da considerarsi esattamente una condanna perché come è vero che se c’è qualcosa che ti rattrista ti butta giù come uno straccio, ma se ti succede qualcosa di bello sei talmente felice che vorresti esplodere dalla gioia.
Tea è esattamente come me da questo lato, anzi, quasi sicuramente è più sensibile di me. Quando senti queste emozioni così forti ti obbligano ad andare nel profondo a certi pensieri e da lì parte un filo che si dirama poi in mille direzioni, le canzoni esistono per descriverle.
Una domanda “attorno a te e a Tea”: oltre alla tua chitarra e alle vostre voci, da chi arrivano gli altri suoni che troviamo in Jet leg?
La batteria di Mandorle e Amarena è stata registrata da Francesco Migliorini, che conoscerai già. Piccolo aneddoto: la canzone ha un’automazione sui BPM, il Miglio l’ha registrata senza metronomo, solo con la mia acustica che andava, ancora mi turba come abbia fatto a farla così precisa. L’assolo di Sax è di Jacopo Cervi, compagno musicista da parecchio tempo.
Il Trombone in Fermi alla Dogana è vero ed è mio. Qualsiasi pianoforte, purtroppo a causa di mancanza di fondi e possibilità, è campionato. Tutte le percussioni che senti, a parte ‘Mandorle e amarena’ ovviamente sono scritte da me, con campioni liberi da copyright (a parte qualche parte di shaker che ho registrato e qualche hihat che arriva da sessioni passate registrate da me e suonate da altri). Le chitarre acustiche, elettriche e le voci sono tutte vere, le prime fatte da me, le voci anche, e soprattutto, da Tea.
Non possiamo far finta di non avere letto il post su Insta che lancia l’ep. Oltre alla foto, un lungo testo dove fai un elenco di chi c’è in questo ep. In queste 7 canzoni c’è più di te, o più di loro?
Quello che sono io adesso è grazie a loro. E quello che sono loro è anche grazie a me. Non mi è chiaro ancora bene a me stesso quale parte mi appartenga perchè innata e quale invece è conseguenza di amore e affetto, quindi per me quest’album è tanto mio quanto loro.
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