Atlas Itavele | Il primo disco dell’artista piacentino è… senza nome!

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Atlas Itavele

Nuova entrata nel panorama musicale piacentino: si chiama Atlas Itavele e il suo primo prodotto discografico è in cerca di un titolo

Atlas Itavele, all’anagrafe Rocco Soufian Marra, è un cantautore piacentino, prevalentemente del genere trap-Indie ma preferisce non identificarsi in nessun genere particolare al momento.

Dopo aver pubblicato 4 singoli ufficiali (“Commedie“, “Paracelus Recovery“, “Nuvole” e soprattutto il più apprezzato dal pubblico “Marrakech“) su tutte le principali piattaforme, il 4 gennaio 2021 ha lanciato il suo primo album intitolato “——-“.

Il concetto che sta dietro a questo titolo è che l’album non ha una vera e propria copertina e neppure un vero e proprio titolo definitivo, infatti la dicitura “——-” è un titolo provvisorio che verrà poi sostituito, in una futura versione deluxe, con un altro titolo non proveniente dalla mente dell’artista ma da quella di chi lo ascolterà. Infatti starà a chi compra la copia fisica, già disponibile sul sito dell’artista, disegnare una propria copertina e trovare un proprio titolo all’album, a seconda dell’esperienza avuta all’ascolto.

Ciò è reso possibile anche dal fatto che la custodia del CD è fatta di una carta adatta al disegno e alla scrittura. Una volta completato il lavoro, l’ascoltatore è invitato a pubblicare nelle storie di Instagram il risultato e taggare l’artista, cosicchè alla fine del contest lui possa selezionare la sua versione preferita e farne di essa la versione deluxe dell’album originariamente senza titolo.

Atlas Itavele
Atlas Itavele: clicca sulla foto per andare ad ascoltare il suo album!

Dopo la presentazione… 4 domande a Atlas Itavele!

Questa è la presentazione, ma noi, ascoltato l’album, abbiamo voluto approfondire il discorso e fare qualche domanda ad Atlas Itavele!

Atlas, non vuoi identificarti specificatamente in un genere, ma i suoni e le rime ci riportano a quello che gira intorno alla trap. Da quali ascolti arrivano questi suoni?

Più che al genere specifico della trap preferisco identificarmi in quel macrogenere che è  l’hip-hop. I suoni arrivano sopratutto dal rap, in particolare quello italiano (Marracash, Fabri Fibra, Dogo, One Mic ecc.) dal Rock degli anni 70/80 ( Guns n roses, Ac Dc, Metallica , Queen, Europe, Bon Jovi, Nirvana, Led Zeppelin ecc.) e  innegabilmente sono presenti anche influenze che riguardano il filone emotrap americano (Lil Peep, Xxx Tentacion, Juice Wrld ecc).

Dopo alcune uscite singole, ora c’è questo disco senza titolo: quando è arrivata la decisione di mettere tutto insieme per un prodotto unico?

La decisione di mettere tutto insieme per un prodotto unico è nata a Luglio dopo la pubblicazione del terzo singolo, Marrakech. Avevamo visto che il pezzo aveva riscosso un piccolo successo e questo ci ha dato la carica giusta per continuare ed elaborare qualcosa di più importante.

Il titolo dell’album arriverà dopo anche grazie a chi manderà i suoi titoli via Instagram. Ma invece, c’è stata una linea guida che ha unito tutti i brano del disco?

Il progetto Atlas è iniziato in un periodo difficile della mia vita, in cui l’unico modo per cercare di staccare da ciò che stavo vivendo era scrivere. Questo per dire che le tracce non hanno una vera e propria linea guida, non ho pensato a un vero e proprio filo conduttore ma solo al bisogno estremo di raccontarmi. La musica è stata ed è tutt’ora la mia psicologa.

Sicuramente non sono tracce allegre. È lo stile di Atlas o rispecchia un momento o la volontà di descrivere alcuni periodi ben precisi?

Non voglio assolutamente risultare come una persona triste ma solamente rimanere fedele a me stesso ed essere il più trasparente possibile in quello che scrivo. Quindi direi che rispecchia solo un momento, quanto lungo sarà non mi è dato saperlo ma per ora sto continuando a scrivere e questo mi basta.

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